Di uno degli ultimi concerti dei Verdena a cui ho assistito ricordo il frastuono dei pugni contro le porte di metallo e le urla della folla rimasta fuori dall’ormai gremito Feedback di Foligno. Era il 2007, era da poco uscito “Requiem” e i Verdena cominciavano a dover fare i conti seriamente con il successo che li stava investendo.
L’attesa dalla pubblicazione del “Suicidio dei Samurai” (2004) era stata lunga. Nel frattempo mi ero accontentata di ascoltarli suonare in versione “registrata”, ripensando a quando nel 2004 a Terni con un gruppo di amici (e altri fan conosciuti fuori dal Fellini) avevamo aspettato Luca, Roberta e Alberto per farci fare un autografo. Non solo eravamo riusciti ad entrare prima per assistere alle prove della band ma la serata si era conclusa con un DJ set a sorpresa di Roberta, che compiva gli anni quel giorno. Il locale era semivuoto e noi eravamo tra i pochi, fortunati reduci dal concerto che si erano trattenuti a cazzeggiare, trovandoci per caso a poter scambiare quattro chiacchiere con Alberto e a vedere Roberta ai piatti. Luca come al solito si era dato alla macchia.
Tra me e me pensavo che nulla, mai, avrebbe potuto competere con quella storica nottata.
Dopo Terni la voglia di vedere i Verdena live era ai massimi storici e così organizziamo una trasferta fino a Roseto degli Abruzzi. Era estate, il sole picchiava e prima dei Verdena suonavano i Linea 77. Quale momento migliore per svignarsela e ammazzare il tempo vagando tra gli stand del Soundlab Festival! Mentre vagavamo senza meta, fortunosamente incrociamo il cammino di Alberto, che si aggirava con aria annoiata tra la folla. Lo fermiamo e gli chiediamo di farsi scattare una foto con noi. Acconsente. Al momento dello scatto fa le smorfie e si mette a ridere. Il risultato è una foto epica che ancora conservo gelosamente.
Dall’indimenticabile concerto di Terni e dall’uscita del “Suicidio dei Samurai” passano diversi anni ma alla fine i Verdena pubblicano “Requiem“. Ovviamente si va al Feedback di Foligno a sentirli suonare dal vivo, nel “loro elemento”, in un locale neanche troppo grande.
Il rumore dei pugni sulla porta del Feedback di tutti i fan rimasti fuori quella sera è un ricordo indelebile nella mia mente. La capienza massima era stata raggiunta e non si poteva fare altrimenti. Chi era dentro, era dentro. Tutti gli altri dovevano accontentarsi di ascoltare il live attraverso la porta chiusa. Da dentro il locale vedevamo le ombre di quelli lasciati fuori dopo ore di fila che camminavano nervosamente davanti alle finestre oscurate, sperando di poter vedere qualcosa, ed eravamo coscienti di essere stati fortunati ad arrivare un po’ prima. Concerto memorabile, con Alberto in pigiama (giuro!).
Nel 2011 esce “Wow“. All’epoca io vivevo all’estero quindi ho una sorta di vuoto temporale tra “Requiem” e “Wow“. Con rammarico quell’anno perdo tutto il “Wow Tour” senza sapere che avrei dovuto aspettare altri 4 anni prima di poter vedere di nuovo i Verdena suonare dal vivo.
Il 3 Marzo 2015, finalmente, il momento tanto atteso arriva. Obihall. Firenze. Stesso posto, stessa ora del concerto di Morrissey dello scorso Ottobre.
L’onore dell’apertura dei concerti del tour che accompagna “Endkadenz Vol.1” spetta ai Jennifer Gentle. Il gruppo spalla inizia a suonare un’ora prima rispetto a quanto indicato sul biglietto.
Tutti fremono per la comparsa sul palco dei Verdena, che avviene con una decinda di minuti di ritardo nel buio assoluto di un palco scarno, nudo, illuminato da un paio di riflettori bianchi che presto inizieranno a lampeggiare seguendo il ritmo violento della batteria di Luca.
La formazione è arricchita dal giovanissimo Giuseppe Chiara, ingaggiato dal gruppo tramite una anonima insersione sul giornale: “Gruppo rock avviato in zona Bergamo cerca musicista esperto. Richiesto molto tempo, impegno e soprattutto passione”.
Luca Ferrari è una macchina da guerra sul palco, nascosto dietro alla sua batteria-scudo. Alberto non sbaglia quasi mai, ma quando accade parte un siparietto esilarante, che comprende occhiatacce lanciate a destra e a manca, denti digrignati, braccia che gesticolano furiosamente, rimproveri ai fonici e rimbrotti ai presunti responsabile del misfatto. Roberta Sammarelli, col suo basso, è il pezzo mancante del puzzle. Ormai il trio è rodato e l’alchimia si evince dalla naturalezza con cui i tre interagiscono sul palco.
I Verdena sono musicisti nel senso più puro del termine. Suonano, cambiando spesso postazione e strumento. Suonano, usando le loro stesse voci per produrre musica più che parole.
I testi delle canzoni sono quasi impercettibili e si fanno un tutt’uno con il suono della chitarra, del basso, della batteria e del pianoforte.
La scaletta attraversa tutta la storia della band, da Valvonauta a Ovunque, da Starless a Luna, da Muori Delay a Scegli me (Un mondo che tu non vuoi), da Loniterp a Don Calisto.
L’attenzione, però, è tutta posta sui pezzi nuovi di “Endkadenz Vol.1” che corrono uno dopo l’altro quasi senza interruzione.
Due ore di autentica energia, di chitarre squassate, di percussioni martoriate, di teste e corpi che si dimenano sul palco. Una lotta quasi primitiva, fisica ed emotiva, che contraddistingue il rapporto viscerale che i Verdena hanno con la musica, la loro musica, che su quel palco è l’unica cosa che davvero conta.
La Scaletta del concerto dei Verdena all’Obihall di Firenze – 3/03/2015
Ho una fissa
Un po’ esageri
Sci desertico
Loniterp
Diluvio
Puzzle
Le scarpe volanti
Derek
Starless
Lui gareggia
Caños
Nevischio
Trovami un modo semplice per uscirne
Razzi arpia inferno e fiamme
Valvonauta
Alieni fra di noi
Vivere di conseguenza
Contro la ragione
Scegli me (Un mondo che tu non vuoi)
Luna
Muori delay
Rilievo
(Encore)
Nuova luce
Ovunque
Don Calisto
Funeralus