Cosa fare e vedere ad Arquà Petrarca: itinerario nel borgo veneto sui Colli Euganei in cui visse Francesco Petrarca.
Arquà Petrarca è il luogo ideale per intraprendere un viaggio letterario sulle tracce di Francesco Petrarca, uno dei più importanti e stimati poeti italiani di tutti i tempi.
Arquà Petrarca è uno dei borghi da non perdere nella zona dei Colli Euganei, in Veneto. Oltre a fare parte del Club dei Borghi più belli d’Italia, Arquà è famoso perché qui dimorò, a partire dal Marzo del 1370 e fino alla sua morte, il poeta Francesco Petrarca.
Fu Francesco il Vecchio da Carrara, Signore di Padova, a donare a Francesco Petrarca un appezzamento di terreno ad Arquà.
Il poeta si innamorò del borgo tanto da decidere di stabilirsi qui con la sua famiglia. Per tale scopo decise di restaurare una piccola abitazione, che divenne il suo rifugio negli anni della vecchiaia.
“Mi sono costruito sui Colli Euganei una piccola casa, decorosa e nobile; qui conduco in pace gli ultimi anni della mia vita, ricordando e abbracciando con tenace memoria gli amici assenti o defunti.” (Senili XIII, lettera a Matteo Longo del 6 gennaio 1372)
Nella casa di Arquà Petrarca il “cantore di Laura” trascorse gli ultimi anni di vita dedicandosi ai suoi studi, scrivendo e curando le piante del giardino, sempre circondato dai suoi affetti più cari, la figlia Francesca, la nipotina Elettra, il genero e i suoi migliori amici.
Il Petrarca morì attorno alla mezzanotte del 18 Luglio 1374: il poeta si spense sulla sua scrivania, circondato dagli amati libri. Il funerale si tenne il 24 Luglio ad Arquà e, come richiesto nel suo testamento, Francesco Petrarca venne sepolto nella chiesa parrocchiale del borgo.
1. Casa del Petrarca ad Arquà
Il Petrarca, affascinato dal borgo e dalla natura circostante che gli riportava alla memoria la Toscana, sua terra natia, si trasferì ad Arquà e qui restò fino alla sua morte, che avvenne nella piccola casa medievale oggi conosciuta come “Casa del Petrarca”.
La struttura originaria duecentesca fu variata dallo stesso Francesco Petrarca che diresse i lavori di adeguamento e restauro dell’abitazione a partire dal 1369.
Nonostante nei secoli successivi alla morte del poeta abbia avuto diversi proprietari, la casa del Petrarca non ha subito stravolgimenti nella sua struttura.
Attualmente all’interno della casa-museo sono ancora conservati alcuni oggetti appartenuti al poeta.
Nello Studiolo dove il Petrarca si spense sono custoditi la sedia e la libreria che egli usava durante i suoi studi quotidiani. Nell’abitazione oggi troviamo anche un’urna con la costola del poeta, una statua raffigurante il Petrarca e una piccola cassetta contenente un “pugno di terra natale” dell’autore del Canzoniere donata dalla città di Arezzo alla casa-museo di Arquà.
La casa del Petrarca, prima di essere trasformata in un museo, fu meta di pellegrinaggi letterari. La visitarono, tra gli altri, anche Vittorio Alfieri e Ugo Foscolo.
Gli affreschi che decorano le pareti delle stanze furono commissionati attorno al Cinquecento dal nobile padovano Pietro Paolo Valdezocco. Tutte le scene sono ispirate alle più famose opere di Petrarca: il Canzoniere, I Trionfi e L’Africa.
Nella Sala centrale (o “delle Metamorfosi”) potrai ammirare le pitture ispirate alla prima canzone del Canzoniere oltre all’originale della testa bronzea collocata nel 1547 sulla tomba del poeta (ora sostituita con una copia).
La Stanza di Venere, riconoscibile per la presenza dell’affresco raffigurante la Dea, è ritenuta essere stata la camera da letto del Petrarca. Accanto alla Stanza di Venere si trova lo Studiolo del poeta.
Nella Stanza delle Visioni, con affreschi ispirati alla canzone “Standomi un giorno solo a la fenestra”, è riconoscibile nei fregi pittorici anche un ritratto del Petrarca.
La Stanza dell’Africa (o di Cleopatra o di Lucrezia) presenta una bella tempera che ritrae Cleopatra morsa dall’aspide e che decora la cappa del caminetto. Sopra la porta della sala è collocato un busto del XVI secolo che raffigura Lucrezia morente.
La visita alla casa del Petrarca si conclude con una sosta nel giardino dove il poeta trascorreva ore tranquille e silenziose dedicandosi alla cura delle piante. Aiutato dall’amico Lombardo della Seta, nella casa di Arquà egli stesso piantò un alloro, una vite, un pomo e numerose piante aromatiche.
2. Gatta mummificata del Petrarca
Nello Studiolo della casa-museo del Petrarca un tempo era conservata anche la nicchia con la gatta mummificata del poeta, oggi spostata al piano inferiore.
Sulla nicchia che ospita la mummia della gatta campeggia un’iscrizione di Antonio Quarenghi:
Etruscus gemino vates ardebat amore:
Maximus ignis ego; Laura secundus erat.
Quid rides? divinæ illam si gratia formæ,
Me dignam eximio fecit amante fides.
Si numeros geniumque sacris dedit illa libellis
Causa ego ne sævis muribus esca forent.
Arcebam sacro vivens à limine mures,
Ne domini exitio scripta diserta forent;
Incutio trepidis eadem defuncta pavorem,
Et viget exanimi in corpore prisca fides.(Parafrasi: Il poeta toscano arse di un duplice amore:
io ero la sua fiamma maggiore, Laura la seconda.
Perché ridi? Se lei la grazia della divina bellezza,
me di tanto amante rese degna la fedeltà;
se lei alle sacre carte diede i ritmi e l’ispirazione,
io le difesi dai topi scellerati.
Quand’ero in vita tenevo lontani i topi dalla sacra soglia,
perché non distruggessero gli scritti del mio padrone.
E ora pur da morta li faccio tremare ancora di paura:
nel mio petto esanime è sempre viva la fedeltà di un tempo.)
3. Tomba di Francesco Petrarca
Nel suo testamento Francesco Petrarca espresse il volere di essere sepolto nella Chiesa di Arquà. Il suo desiderio fu esaudito, anche se 6 anni dopo le spoglie del poeta furono spostate nell’arca posizionata nel sagrato della Chiesa di Santa Maria Assunta, sempre ad Arquà, e qui ancora giacciono.
L’arca, realizzata in marmo rosso di Verona e ispirata ai sarcofagi romani, riporta un epitaffio dettato dallo stesso Francesco Petrarca.
Frigida Francisci lapis hic tegit ossa Petrarcæ:
Suscipe, Virgo parens, animam, sate virgine, parce;
Fessaque jam terrus cæli requiescat in arce.(Parafrasi: Questa pietra ricopre le fredde ossa di Francesco Petrarca:
accogli, o Vergine Madre, l’anima sua, e tu, figlio della Vergine, perdona;
possa essa, stanca della terra, riposare nella rocca celeste.)
4. Chiesa di Santa Maria Assunta
La Chiesa di Arquà Petrarca, oltre a custodire nel piazzale antistante l’edificio la tomba del poeta, ne ospitò il funerale.
L’interno della Chiesa di Santa Maria Assunta è decorato con preziosi affreschi di scuola veneto-bizantina. Particolare menzione meritano una Madonna col Bambino del XI secolo, una seconda Madonna col Bambino del XV secolo e un trittico con Santa Marta, Santa Maria Maddalena e Santa Lucia del XIV secolo.
5. Fontana del Petrarca
L’ultima tappa del nostro viaggio ad Arquà sulle tracce di Francesco Petrarca è la fontana situata ai piedi della Chiesa di Santa Maria Assunta, vicino ai lavatoi antichi e raggiungibile attraverso una ripida scaletta.
La fonte, nota come Fontana del Petrarca, è preesistente all’arrivo del poeta ad Arquà eppure la leggenda vuole che sia stato il Petrarca a costruirla.
Sull’arco frontale della fontana è stato inciso un distico in latino che la inserisce di diritto nella biografia petrarchesca.
Fonti numen inest , hospes: venerare liquorem, unde bibens cecinit digna Petrarcha deis.
(Parafrasi: Un nume abita in questa fonte, o straniero: venera quest’acqua, bevendo la quale il Petrarca poté cantare versi divini.)
Informazioni utiliIl biglietto d’ingresso alla Casa del Petrarca di Arquà costa 4 Euro. L’ingresso è gratuito per i possessori di Padova card. Orari: Chiusura: |
Straordinario racconto di un viaggio nella vita del grande poeta Francesco Petrarca. La gatta mummificata fa un po’ paura ma è un aneddoto che mi ha fatto sorridere.
Ciao Lucia, finalmente a Padova, spero che sia stato un bel soggiorno. Vedo che hai visitato anche Arquà, anche io te lo avevo suggerito in un post (quello su Pisa, che mi ha aiutato moltissimo), ma sicuramente lo avevi già preventivato. Ti ringrazio per il tuo sito, ben fatto, succinto ma allo stesso tempo molto esaudiente, si va al punto senza tanti fronzoli!!
Ciao Davide, sì, oltre a Padova sono stata nella graziosa Arquà e a Este, entrambe molto carine. Padova è una città meravigliosa. Ne sono rimasta incantata! 🙂 Grazie per i complimenti e perchè torni a “visitarmi” sul blog. Mi fa molto piacere. 🙂
Grazie a te invece, come ho già scritto, il blog è eccezionale, lo trovo molto utile.
Gran bell’articolo, Lucia, ricco di notizie e foto interessanti! Anch’io ho visitato Arquà molti anni fa e non avevo notato tutte queste cose! In compenso sono stato a Valchiusa, dove è vissuto Petrarca per tanto tempo. Posso raccontarti il mio viaggio?
Ciao Alessandro, ma certo! Anzi, sono curiosa e ansiosa di leggere il tuo racconto di viaggio! 🙂
buongiorno, complimenti per l’articolo e le belle foto. MI permetto di segnalarLe anche due targhe letterarie ad Arqua’ Petrarca (www.parcopetrarcaedeicollieuganei.it) e che ci sono in altri comuni dei colli euganei, a breve almeno una in tutti in quanto fanno parte dell’unico Parco Letterario riconosciuto in Veneto che aderisce alla rete nazionale dei Parchi Letterari (www.parchiletterari.com) . un cordiale saluto e buoni viaggi!