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12 curiosità e cose che (forse) non sapevi sul Museo Egizio di Torino

Scopriamo insieme 12 curiosità sul Museo Egizio di Torino che (forse) non conoscevate e quali reperti insoliti potrete vedere durante il percorso di visita.

Vi ho già raccontato in un post precedente la mia recente visita al museo torinese dedicato alla civiltà egizia, elencando i reperti più importanti da vedere nel Museo Egizio di Torino.

È arrivato il momento di passare ai reperti più strani e particolari da vedere a alle curiosità da sapere prima di visitare il Museo Egizio di Torino.

1. Il museo egizio più antico del mondo

Fondato nel 1824, il Museo Egizio di Torino “nasce” nel momento in cui Carlo Felice di Savoia riesce ad acquistare da Bernardino Drovetti (1776-1852), Console Generale di Francia in Egitto, una collezione di reperti e antichità.

Il Museo Egizio di Torino è di fatto il più antico museo del mondo dedicato interamente alla civiltà egizia.

La cosiddetta Collezione Drovetti rappresenta tuttora il nucleo originario della collezione di reperti esposta al Museo Egizio di Torino, successivamente ampliata con l’acquisizione di collezioni private minori ma, soprattutto, di più di 30.000 reperti frutto delle campagne di scavo in Egitto di Ernesto Schiaparelli (1856-1928) e Giulio Farina (1889-1947).

12 curiosità e cose che (forse) non sapevi sul Museo Egizio di Torino
Ingresso (Museo Egizio di Torino)

2. La seconda collezione di reperti egizi più grande del mondo

Superata solo dalla collezione del Museo Egizio del Cairo, in Egitto, la collezione di reperti del Museo Egizio di Torino è enorme e di straordinario valore.

Attualmente il Museo Egizio possiede 40.000 reperti di varie epoche: si tratta della seconda collezione di reperti egizi più grande del mondo.

Il museo occupa i 4 piani di un palazzo del centro storico di Torino con una superficie espositiva complessiva di ben 12.000 metri quadrati.

3. Una collezione di papiri unica al mondo

Il Museo Egizio di Torino comprende una collezione di papiri di straordinaria importanza storica e culturale.

Oltre a 17.000 frammenti di papiro, il museo torinese possiede 700 manoscritti completi (alcuni integri, altri riassemblati), provenienti soprattutto da Gebelein, Tebe, Deir el-Medina, This, Assiut, Saqqara e Hermopolis.

Tra i papiri più insoliti e curiosi vanno menzionati il Papiro dello Sciopero (1187–1157 a.C.), prezioso documento su uno dei più antichi scioperi della Storia; il Papiro delle Miniere di Torino (1290-1147 a.C.), considerato la più antica mappa geologica ad oggi conosciuta; il Papiro erotico (1190–1077 a.C.), con diverse scene connotate da note satiriche che ci raccontano lo humor all’epoca della XX Dinastia.

Altri due papiri da record esposti al Museo Egizio di Torino sono il Libro dei morti di Iuefankh (332–30 a.C.), papiro lungo quasi 19 metri, e il Libro dei morti di Kha (1425–1353 a.C.), lungo quasi 14 metri.

Cose da vedere e reperti più importanti nel Museo Egizio di Torino
Libro dei Morti, Tomba di Kha e Merit (Museo Egizio di Torino)

4. Le mummie animali del Museo Egizio

All’interno del Museo Egizio di Torino potrete vedere diverse mummie umane, risalenti a varie epoche e ottenute con diverse tipologie di mummificazione (naturale e artificiale).

Il Museo Egizio possiede un totale di 24 mummie umane che, per quanto affascinanti, sono certa che non vi sorprenderanno tanto quanto le mummie animali che incontrerete lungo il percorso espositivo. Il museo torinese possiede ben 17 mummie di varie specie animali! Troviamo mummie di gatti, cani, falchi, ibis, babbuini, toporagni, pesci, tori, serpenti e molto altro.

Gli animali domestici venivano mummificati e deposti in piccoli sarcofagi per tenere compagnia al proprietario defunto nell’Aldilà. Nel caso specifico degli animali considerati sacri o connotati di attributi divini/magici, questi venivano mummificati e successivamente fatti oggetto di una deposizione rituale nelle tombe dei defunti come offerta agli dei ed ex voto. Infine vanno citate le cosiddette “mummie alimentari”, animali deposti nelle tombe dopo essere stati mummificati in modo da fungere da cibo che i defunti potevano consumare nell’Oltretomba.

12 curiosità e cose che (forse) non sapevi sul Museo Egizio di Torino
Mummie di cani e gatti (Museo Egizio di Torino)

5. L’evoluzione delle tecniche di sepoltura

Visitando il Museo Egizio di Torino compirete uno stimolante viaggio nella storia della civiltà egizia, attraversando le epoche e le dinastie.

Uno degli aspetti più interessanti di questo viaggio di scoperta nella storia dell’Antico Egitto è poter vedere dal vivo, attraverso esempi reali, l’evoluzione delle sepolture egizie, dei rituali collegati al culto dei morti e delle architetture funerarie.

Il tipo di sepoltura oltre a variare nel corso dei secoli poteva presentare delle differenze sostanziali anche in relazione allo status sociale o economico del defunto (fosse tombali, tombe rupestri, tombe a mastaba, piramidi a gradoni e piramidi lisce). Il percorso espositivo torinese ci fornisce una ricca rassegna delle diverse tipologie di sepolture, mummificazioni e architetture funerarie, attraverso reperti completi o parti di essi.

Una delle mummie più sorprendenti è la Mummia predinastica (3500 a.C.), esempio di mummificazione naturale, con il defunto seppellito in posizione fetale in un buco nel terreno insieme al suo corredo funerario.

Molto interessanti sono anche altri due reperti: la Mummia fagotto e il Pyramidion di Ramose. La Mummia fagotto (2435–2305 a.C.) consiste in un vero e proprio “fagotto di bende” che avvolge il corpo mummificato di un uomo defunto alto 1 metro e 50 e non, come potrebbe sembrare basandosi sulle dimensioni ridotte, di una persona minuta. Il Pyramidion di Ramose (1292–1190 a.C.), tipica cuspide piramidale che veniva posta nella parte più alta delle cappelle funerarie egizie a forma di piramide, porta il nome dello scriba reale Ramose, attivo nella Valle dei Re e delle Regine durante la prima metà del regno di Ramesse II.

Un assaggio delle diverse tipologie di tombe egizie e del loro contenuto ci viene dato dalla presenza nel museo, ad esempio, di finte porte di alcune antiche tombe a mastaba così come dalla ricostruzione degli interni della Tomba di Iti e Neferu o, ancora, dall’esposizione del ricco corredo funerario rinvenuto nella Tomba di Kha e Merit.

Il Museo Egizio possiede anche diversi tipi di sarcofago. Ne sono un esempio il Sarcofago di Duaenra (2543–2435 a.C.), apparentemente piccolo perché il defunto veniva deposto in posizione fetale, e i sarcofagi della Tomba di Ignoti di Gebelein (2500-2359 a.C.). Quest’ultima conteneva più sarcofagi in legno e in pietra e ci offre una straordinaria istantanea della fase evolutiva sia della creazione dei sarcofagi che delle tecniche di mummificazione. La mummia esposta nella sezione del museo dedicata agli Ignoti di Gebelein, conservata attraverso una mummificazione artificiale, è in posizione distesa, con il corpo bendato e alcune parti del corpo e del volto dipinte direttamente sulle bende (occhi, bocca, naso, ciglia, capelli, capezzoli). La differenza con la Mummia predinastica nelle tecniche di sepoltura e mummificazione balza subito all’occhio!

Tra i sarcofagi da non perdere ci sono quelli di Kha e Merit e i sarcofagi neri di Ibi e  del visir Gemenefherbak. Nella Galleria dei Sarcofagi potrete vedere alcuni dei più bei sarcofagi della collezione torinese risalenti al Terzo Periodo Intermedio e dell’Epoca Tarda.

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Mummia predinastica (Museo Egizio di Torino)
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Pyramidion di Ramose, Museo Egizio (Torino)

6. I modellini di imbarcazione deposti nelle tombe

I modellini di imbarcazione deposti nelle tombe egizie, oltre a rappresentare uno spezzone in miniatura della vita quotidiana sul Nilo, avevano una forte valenza simbolica.

Alcune imbarcazioni in miniatura, dotate di vele, remi e equipaggio, suggerivano simbolicamente il pellegrinaggio del defunto, talvolta ritratto tra i personaggi, verso l’Aldilà. Spessissimo i modellini di imbarcazione si presentavano a coppie nelle tombe egizie, con imbarcazioni che navigavano in direzioni opposte (viaggio di andata e viaggio di ritorno).

Il periodo di maggior concentrazione dei modellini di imbarcazione è quello tra il Primo Periodo Intermedio e il Medio Regno anche se sono stati rinvenuti esempi addirittura in epoca predinastica. Si può dire che i modellini erano percepiti dagli Egizi come oggetti dotati di sacralità, essenziali a consentire il trasporto dei morti dal mondo terreno all’oltretomba.

12 curiosità e cose che (forse) non sapevi sul Museo Egizio di Torino
Modellini di imbarcazioni (Museo Egizio di Torino)

7. Mini-servitori e provviste per l’Aldilà

Nello stesso filone dei modellini di imbarcazione possiamo inserire i modellini di servitori in miniatura ritratti mentre macinano i cereali, riempiono di provviste piccoli granai, preparano il pane o la birra.

Nelle tombe egizie venivano deposte offerte funerarie per i defunti che comprendevano tutto l’occorrente alla vita ultraterrena (cibi, bevande, vestiti, oggetti personali dei defunti e molto altro). Quando le provviste reali terminavano, però, l’anima del defunto doveva continuare a nutrirsi per sopravvivere nell’Aldilà e qui entrano in gioco i modellini con scene di panificazione e preparazione di provviste.

I modellini servivano ad assicurare la sopravvivenza del defunto nell’Aldilà e la medesima funzione era attribuita alle rappresentazioni pittoriche o scultoree delle offerte alimentari per il defunto.

Una curiosità che riguarda il corredo funerario dei defunti sono le statuine degli Ushabti, servitori in miniatura che dovevano aiutare il defunto in tutte le attività che egli doveva svolgere nell’Aldilà. A seconda dello status sociale e delle possibilità economiche del defunto, gli Ushabti potevano essere realizzati con materiali preziosi o meno. Tra i materiali più usati, proprio perché di facile ed economica realizzazione, c’era la faïence, una pasta invetriata di un brillante colore azzurro. Nel Museo Egizio di Torino potrete vedere una variegata collezione di Ushabti.

12 curiosità e cose che (forse) non sapevi sul Museo Egizio di Torino
Ushabti (Museo Egizio di Torino)

8. Udjat: l’occhio sacro sui sarcofagi

Una curiosa usanza egizia che potrete notare senza troppo sforzo visitando il Museo Egizio di Torino ruota attorno al simbolo degli occhi sacri (udjat).

Gli udjat venivano dipinti sui sarcofagi, spesso in corrispondenza degli occhi dei defunti deposti al loro interno, con un preciso scopo. Gli occhi udjat dovevano permettere al defunto di restare in contatto con il mondo dei vivi e continuare a “vedere” anche dopo essere giunti nel mondo ultraterreno.

L’occhio sacro, uno dei simboli apotropaici più usati dagli Egizi, fungeva anche da protezione magica per il defunto nel suo viaggio nell’Oltretomba.

12 curiosità e cose che (forse) non sapevi sul Museo Egizio di Torino
Sarcofago con occhi udjat, Tomba di Shemes (Museo Egizio di Torino)

9. Sandali, mutande, parrucche e make-up

Tra i reperti più curiosi da vedere nel Museo Egizio di Torino ci sono senza dubbio tutti quegli oggetti di uso comune che ci raccontano la vita quotidiana all’epoca degli antichi Egizi.

Alcuni esempi sono i tanti oggetti rinvenuti nel corredo funerario dell’architetto Kha e di sua moglie Merit, una istantanea della vita nel 1350 a.C. che ci permette di “entrare” nella casa dei due coniugi e vedere cosa mangiavano e bevevano, come si prendevano cura del loro corpo, cosa indossavano e quali strumenti usavano quotidianamente.

Il corredo funerario di Kha e Merit ci ha restituito praticamente intatti non solo i letti con i relativi poggiatesta ma anche la parrucca in capelli veri e i prodotti per il make-up usati da Merit, diversi strumenti di lavoro dell’architetto Kha e alcuni oggetti a lui appartenuti come tuniche, rasoi da barba, un dopobarba a base di cera d’api e un corredo di biancheria intima con ricamato il nome o il monogramma di Kha.

Un altro interessante esempio di oggetti che ci raccontano la vita e le abitudini quotidiane degli antichi Egizi lo troviamo nei capi di abbigliamento rinvenuti nelle tombe e giunti sino a noi in buono stato di conservazione. Nel Museo Egizio di Torino potrete vedere numerose paia di sandali infradito risalenti a migliaia di anni fa e, proprio come accade ancora oggi, anche all’epoca i sandali erano disponibili in diverse versioni e di diversa fattura in modo da adattarsi al gusto e alla disponibilità economica del proprietario.

Cose da vedere e reperti più importanti nel Museo Egizio di Torino
Biancheria intima di Kha, Tomba di Kha e Merit (Museo Egizio di Torino)
12 curiosità e cose che (forse) non sapevi sul Museo Egizio di Torino
Sandali infradito (Museo Egizio di Torino)

10. Un museo a metà tra Nilo e Po

Una curiosità che probabilmente non conoscete riguarda il logo del Museo Egizio di Torino, ispirato a un geroglifico che rappresenta l’acqua e, per estensione, il Fiume Nilo.

Il simbolo dell’acqua richiamato nel logo del museo mira a sottolineare non solo il legame della civiltà egizia con il Nilo ma anche la connessione tra l’Egitto e la città di Torino, a sua volta sorta attorno al Fiume Po.

12 curiosità e cose che (forse) non sapevi sul Museo Egizio di Torino
Logo del Museo Egizio di Torino

11. La maledizione del Faraone

Il Museo Egizio di Torino è salito alla ribalta della cronaca tra il 2001 e il 2002 a causa di uno strano malore che colpiva i suoi visitatori. In meno di 10 mesi furono almeno una decina i soggetti che avevano presentato sintomi come nausea, conati di vomito, tremori e giramenti di testa dopo aver visitato il museo torinese.

Dopo diversi episodi analoghi avvenuti nei mesi precedenti, nel Gennaio 2002 tre bambine di 9 anni si erano sentite male dopo aver visitato il Museo Egizio in occasione di una visita organizzata dalla loro scuola elementare. Le tre bambine erano le ultime di una serie di visitatori colpiti da quella che era stata subito descritta come la “maledizione del Faraone” o la “sindrome della mummia”. Le indagini avevano successivamente messo in luce la presenza di sostanze chimiche nell’aria (probabilmente usate per la pulizia degli ambienti o per la conservazione dei reperti) e il cattivo funzionamento degli impianti di aerazione del museo.

Le voci sulla “maledizione del Faraone” hanno, però, continuato a circolare per molti anni, restando impresse nei ricordi delle persone che avevano seguito in televisione e sui giornali la bizzarra vicenda.

12. Ingresso gratis al Museo Egizio di Torino

Sapevate che in alcune occasioni speciali potete entrare gratis nel Museo Egizio di Torino?

Ecco un elenco delle giornate ad ingresso gratuito del Museo Egizio:

  • COMPLEANNO. Esibendo la carta d’identità in biglietteria, potrete entrare gratis nel Museo Egizio il giorno del vostro compleanno.
  • SAN VALENTINO. Per la Festa degli Innamorati è previsto un ingresso 2×1 alle coppie che ne facciano richiesta in biglietteria.
  • FESTA DELLA DONNA. l’8 Marzo le donne entrano gratis al Museo Egizio di Torino.
  • FESTA DEL PAPÀ. Il 19 Marzo tutti i papà accompagnati dai propri figli entrano gratis al Museo Egizio di Torino.
  • FESTA DELLA MAMMA. Il 14 Maggio tutte le mamme accompagnate dai propri figli entrano gratis al Museo Egizio di Torino.

Per approfondire, non dimenticate di leggere anche gli altri articoli sul Museo Egizio, su Torino e sul Piemonte.

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