Pescocostanzo: dove parcheggiare, cosa vedere, cosa non perdere nei dintorni, dove e cosa mangiare. Guida completa con itinerario dettagliato per visitare Pescocostanzo, uno dei borghi più belli d’Abruzzo.
Pescocostanzo, in provincia dell’Aquila, è uno dei borghi antichi più affascinanti d’Abruzzo. Non è un caso se il paesino abruzzese fa parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia, che mira a tutelare e promuovere i piccoli centri che conservano un patrimonio artistico e architettonico di grande rilievo storico e culturale.
Il centro storico di Pescocostanzo, che ancora conserva il rigoroso e ordinato assetto urbanistico del passato, è un tripudio di edifici rinascimentali e barocchi a cui si intervallano tipiche abitazioni a schiera dotate di straordinaria unicità architettonica.
Pescocostanzo: una piccola città d’arte tra le montagne abruzzesi
Nonostante l’origine dell’insediamento risalga al X secolo, le basi per la nascita del borgo di Pescocostanzo per come lo conosciamo oggi vennero poste in seguito al terremoto del 1456.
Tra le macerie di un Abruzzo devastato dal sisma sbocciò uno splendido fiore: la rinascita di Pescocostanzo si manifestò attraverso lo sviluppo economico, il riassetto sociale e la riorganizzazione urbanistica.
Tra il XV e il XVII secolo il borgo di Pescocostanzo accolse maestranze lombarde che lasciarono sul territorio opere di pregio in numerosi ambiti, dall’architettura alla scultura, dalla lavorazione del ferro all’intaglio. Al contempo la ricostruzione del centro abitato distrutto dal terremoto nell’area al di sotto della “rocca” procedeva seguendo un preciso e ordinato impianto urbanistico (tutt’oggi presente).
Ogni strada, ogni piazza, ogni edificio pubblico o religioso venne edificato e organizzato seguendo scrupolosamente un piano urbanistico basato sull’ordine razionale e sull’armonia compositiva.
La prima cosa che noterete passeggiando per i vicoli di Pescocostanzo è lo stupefacente effetto scenico di alcune zone del centro storico.
Una lunga via lastricata sembra innestarsi nella scalinata che fa da preludio alla maestosa Collegiata. Due file di palazzetti nobiliari incorniciano il poco distante palazzo del Municipio. Sinuose strade selciate “strisciano” come un lungo serpente tra le tipiche case a schiera pescolane. La disposizione rigorosa e studiata di ogni elemento dona all’intero borgo un aspetto scenografico, quasi cinematografico.
Grazie al consolidamento di una classe dirigente “illuminata”, con notevoli risorse economiche e culturalmente preparata, tra il XVII e il XVIII secolo Pescocostanzo visse un’epoca di splendore.
Il benessere economico (derivato in particolar modo dalla fiorente industria armentizia), la situazione politica relativamente stabile e la buona amministrazione del territorio favorirono la ristrutturazione delle classi sociali e stimolarono la rinascita culturale.
Nel 1774 avvenne il riscatto definitivo dal dominio socio-economico feudale: Pescocostanzo diventò Universitas sui Domina, cioè “comunità padrona di sé”, motto ancora presente sullo stemma comunale.
Visitando Pescocostanzo resterete sicuramente sorpresi dall’inestimabile patrimonio artistico e culturale di questo paesino nascosto tra le montagne abruzzesi.
L’assetto antico del borgo è sopravvissuto nei secoli grazie all’opera di tutela e conservazione portata avanti da un’amministrazione capace, consapevole dell’eccezionalità storica di Pescocostanzo. La tutela delle architetture di interesse storico è andata di pari passo con la conservazione di opere d’arte di pregio, libri antichi, lavori artigianali in pietra, ferro battuto e legno.
Tutto questo ha contribuito a trasformare Pescocostanzo in una piccola città d’arte. Qui storia, cultura, natura e buona cucina si incontrano per regalare ai visitatori esperienze indimenticabili.
Cosa vedere a Pescocostanzo: itinerario completo
Dove parcheggiare a Pescocostanzo?
Arrivati a Pescocostanzo, il primo dilemma è dove parcheggiare la macchina.
Noi abbiamo parcheggiato appena fuori dal centro storico. C’è una comoda area parcheggio vicino alla Villa Comunale. Da qui è molto facile raggiungere a piedi il centro di Pescocostanzo imboccando prima Viale Fanzago Cosimo e, successivamente, Via Colecchi Ottavio, un bel viale alberato che vi condurrà fino alla Collegiata.
1. Chiesa di Gesù e Maria
Prima di percorrere per intero Via Colecchi Ottavio fino alla Collegiata di Pescocostanzo, vi consiglio di prestare attenzione a ciò che vi circonda. Sulla sinistra, infatti, incontrerete quasi immediatamente la Chiesa di Gesù e Maria.
La chiesa e l’adiacente convento dei frati minori furono costruiti nel 1611 per volere dei Pescolani che intendevano ospitare una comunità di frati francescani.
La facciata della chiesa per come la vediamo oggi è datata 1855 e presenta delle differenze con il progetto originario: è rimasta la finestra centrale rettangolare, che occupa la parte alta della facciata, ma mancano il tetto a falde e il portico d’ingresso presenti nel progetto del 1611.
All’interno della chiesa è custodito un altare firmato dall’architetto e scultore Cosimo Fanzago e realizzato da Pietro Barberio.
2. Palazzo Sabatini
Poco più avanti, sempre sulla sinistra, troviamo sulla nostra strada un palazzetto intonacato con un colore rosa tenue. Si tratta di Palazzo Sabatini, articolato su tre piani e nato dall’unione di tre edifici settecenteschi preesistenti.
Al pianterreno ancora è riconoscibile il piano delle antiche botteghe, affacciate su Via Colecchi Ottavio.
Le tradizioni artigianali e gli antichi mestieri, che oggi rivivono nelle botteghe dove si lavora il ferro battuto e dove si intaglia il legno, nei laboratori orafi dove prendono forma i gioielli in filigrana e nelle case delle signore che ancora ricamano il merletto a tombolo, rappresentano un patrimonio culturale immateriale dal valore inestimabile.
Fermatevi, quindi, ad ammirare (e, perché no, acquistare) i piccoli capolavori dell’artigianato pescolano in esposizione e vendita nelle botteghe artigiane e nei negozietti del borgo.
3. Collegiata di Santa Maria del Colle
Superato Palazzo Sabatini sarete arrivati nel “cuore” del borgo di Pescocostanzo.
Una scenica scalinata conduce i visitatori fino all’ingresso della Collegiata di Santa Maria del Colle, che dall’alto domina un pittoresco angolo del centro storico.
La veduta dall’alto della scalinata, che abbraccia le montagne, la piazza sottostante e la Torre dell’Orologio del Municipio, è davvero meravigliosa!
La Collegiata di Santa Maria del Colle, di cui esistono citazioni documentarie già nel 1108, è stata rimaneggiata più volte nel corso dei secoli. La basilica attuale risale ai lavori di ampliamento e ristrutturazione realizzati nel XVI e XVII secolo. Superata la maestosa scalinata, noterete immediatamente il portale d’ingresso tardo-romanico e, subito sopra, un grande rosone.
La Collegiata di Pescocostanzo presenta una struttura insolita, almeno in Abruzzo: questa è, infatti, dotata di cinque navate ognuna delle quali divisa in tre campate con archi a tutto sesto.
Le navate sono coperte da pregevoli soffitti a cassettoni in legno scolpito che incorniciano tele di notevole fattura.
Da notare anche il battistero con fonte battesimale del XVIII secolo, realizzato in tarsie marmoree, e il cancello in ferro battuto della Cappella del Santissimo Sacramento (XVII-XVIII secolo).
La basilica, uno degli esempi più significativi di Barocco abruzzese, conserva al suo interno alcune delle opere più importanti dei maestri pescolani, come il pulpito in legno nella navata centrale e gli altari minori in pietra, legno e marmo dei secoli XV-XVIII. L’altare della Madonna del Colle custodisce una statua lignea policroma del XIII secolo che raffigura la Vergine, prezioso esempio di scultura lignea medievale abruzzese.
4. Chiesa di Santa Maria del Suffragio dei Morti
Accanto alla Collegiata di Santa Maria del Colle c’è un’altra chiesa, apparentemente più modesta della limitrofa basilica ma assolutamente da vedere.
L’esterno della Chiesa di Santa Maria del Suffragio dei Morti è lineare, caratteristica che contrasta con l’interno barocco fatto di stucchi, arredi in legno intagliato, tele e cornici sfarzose.
La cinquecentesca Chiesa di Santa Maria del Suffragio dei Morti, precedentemente intitolata a San Sebastiano, il 2 Agosto 1635 venne eletta sede della Confraternita di Santa Maria del Suffragio. Negli anni successivi all’insediamento della Confraternita, la chiesa subì dei rimaneggiamenti e venne arricchita di numerosi arredi di pregio e opere d’arte.
Proprio come la Collegiata, la chiesa presenta un soffitto a cassettoni in legno databile tra il 1637 e il 1639 e opera dei maestri pescolani Falconio Falconio e Berardino D’Alessandro. L’altare in noce scolpito è attribuito a Palmerio Grasso.
Il motivo del teschio, simbolo della Confraternita del Suffragio, è il refrain architettonico della chiesa e lo ritroviamo in vari elementi decorativi, ad esempio sulla finestra che sovrasta il portale di ingresso, su una vecchia finestra laterale oggi murata e sulle acquasantiere con vasca ovale.
5. Pietra del Vituperio
Alla base della scalinata per accedere alla Collegiata (in corrispondenza del primo gradino, sulla destra), noterete una pietra cilindrica di grandi dimensioni. Si tratta della cosiddetta “Pietra del Vituperio”, usata per la pubblica esposizione dei debitori insolventi.
In diverse parti d’Italia i debitori insolventi venivano condotti, vestiti solo di braghe di tela, nei pressi della “Pietra del Vituperio” e costretti a battervi sopra le natiche recitando alcune formule. Non è un caso se ancora oggi si usa l’espressione “restare in mutande” o “rimanere in braghe di tela” per indicare una persona che ha perso tutti i suoi averi, ha contratto debiti o è andata in rovina.
A Pescocostanzo, invece, il malcapitato veniva portato in piazza e doveva rimanere seduto sulla “Pietra del Vituperio” per diverso tempo, affinché tutti lo vedessero.
Dopo esservi soffermati ad ammirare anche dal basso della scalinata la Collegiata in tutta la sua maestosità, riprendete a camminare ma non dimenticatevi mai di osservare ciò che vi circonda: ogni palazzo, vicoletto, balcone e scorcio del centro storico di Pescocostanzo merita attenzione.
6. Piazza del Municipio
Adesso potete incamminarvi verso la Piazza del Municipio, facilmente individuabile cercando con lo sguardo la graziosa Torre dell’Orologio. Percorrerete la Strada Vulpes, primo braccio del cosiddetto “giro del paese”.
Risalente al XVIII secolo, il Palazzo del Municipio di Pescocostanzo è articolato su tre livelli e riporta, scolpito sull’architrave del portone, il motto Sui Domina (“padrona di sé”), che ricorda la liberazione di Pescocostanzo dall’asservimento feudale.
Il Palazzo del Municipio è corredato da una Torre dell’Orologio, che segna e scandisce le ore per gli abitanti di Pescocostanzo.
Sempre in Piazza del Municipio si trova anche una bella fontana ottocentesca, posta nel punto in cui i tre assi viari principali del borgo si incontrano.
7. Palazzo Fanzago
Volgendo le spalle al Comune, osservate bene uno dei palazzi che delimita un lato del campo triangolare della piazza. Si tratta di Palazzo Fanzago, che oggi ospita il Museo del Merletto e del Tombolo.
Prestando attenzione alla facciata di Palazzo Fanzago noterete di certo la presenza di due elementi insoliti.
Il primo è una grande gronda sorretta da mensole a forma di drago alato, motivo decisamente stravagante e lontano dalle tradizioni locali.
L’altro elemento insolito è individuabile nelle finestre. La parte alta della facciata è, infatti, occupata da sei nicchie monumentali che sostituiscono le tradizionali finestre dei palazzi nobiliari.
Questo edificio venne costruito nel 1624 per ospitare il Monastero di Santa Scolastica, dove vivevano le Clarisse. L’assenza di finestre con vetrate è appunto dovuta alle regole severissime che interessavano gli alloggi delle monache di clausura, che non potevano avere contatti neppure “visivi” con l’esterno.
8. Chiesa di Sant’Antonio Abate
Dalla Piazza del Municipio abbiamo imboccato un vicoletto e fatto una piccola deviazione, prima di proseguire nella visita al centro storico di Pescocostanzo.
Seguendo una scalinata e salendo verso la cima di una piccola altura, potete vedere la Chiesa di Sant’Antonio Abate, che si trova nella zona rialzata in cui sorgeva il nucleo cittadino originario, il “Peschio”.
Oltre a vedere la chiesetta, dalla collina potete godere di una bella veduta panoramica sul borgo e sulle montagne.
9. Via Roma
Scesi dalla collina, il nostro itinerario a Pescocostanzo è proseguito lungo Via Roma (o Corso Roma).
L’antica “Strada del Corso” è il secondo braccio del quadrilatero denominato “giro del paese” e conduce ad un quartiere del centro storico di Pescocostanzo caratterizzato dalla presenza di numerose botteghe artigiane, antiche dimore pescolane e palazzi nobiliari del XVI e XVII secolo.
Siamo nel quartiere cinquecentesco di Pescocostanzo, dove potrete vedere:
- la Casa del Barone D’Amata (XVI secolo), meraviglioso esempio di antica dimora nobiliare pescolana;
- l’antica Buccerìa o Macello (XVI secolo), riconoscibile per il portico un tempo adibito all’esposizione e alla vendita delle carni;
- il Palazzo Grilli (XVII secolo), contraddistinto dalla presenza di quattro torrette angolari di difesa.
10. Chiesa della Madonna delle Grazie
Arriviamo in prossimità del Colle di Santa Maria e della Chiesa della Madonna delle Grazie.
La chiesa sorge nel luogo dove inizia la via più antica di accesso al borgo. Questa strada collegava Pescocostanzo a Sulmona, passando per Primo Campo, contrada di masserie dedita ad attività agricole e boschive.
La funzione della chiesa, posizionata in un luogo di passaggio, era di protezione e accoglienza dei viaggiatori, come ricordato da un’incisione: “Qui con dimessa fronte / o passeggier t’arresta / qui delle grazie il fonte / la madre di Dio è questa / mirala, piangi e prega / che a devoti suoi grazie non nega”.
La data di costruzione della chiesa è incerta, ma gli storici dell’arte affermano che quest’ultima sia precedente al 1508. Inoltre, sotto il rosone svetta un’incisione con l’anno 1524.
Al suo interno, la Chiesa della Madonna delle Grazie custodisce un altare ligneo del 1596 con una tela di Antonio Massaretti raffigurante la Vergine del Suffragio con San Michele Arcangelo che pesa le anime e San Francesco d’Assisi.
11. Dimore pescolane del XVI e XVII secolo
In questa zona del centro storico vedrete numerose dimore antiche tipiche pescolane del XVI e XVII secolo, caratterizzate dalla presenza di un particolare ingresso con pianerottolo (detto “vignale”) e scala esterna.
Oltre alle abitazioni civili, più piccole e disposte a schiera, prestate attenzione alle facciate dei palazzi nobiliari più eleganti.
L’originalità e la bellezza dei dettagli barocchi e rinascimentali vi sorprenderà. E che dire dei balconi in ferro battuto, dei maestosi portali d’ingresso, delle finestre e dei balconi in pietra adornati di fiori!
12. Via San Francesco
Il terzo braccio del “giro del paese” è Via San Francesco, lungo la quale incontriamo ancora numerose case antiche pescolane e palazzi nobiliari cinque-seicenteschi.
13. Palazzo Grillo
Fermatevi in prossimità di Palazzo Grillo (XVII secolo), riconoscibile per la presenza di due grandi portali.
Ognuno dei portali è sormontato da un motto, scolpito nella pietra: AD FORTIA FORTIUS (“Contro le difficoltà con più forza”) e VIRIBUS ET ANIMIS (“Con le forze e gli animi”).
Nel corso della nostra visita a Pescocostanzo ci imbatteremo in altre iscrizioni di questo tipo, ad esempio sulla Fontana Maggiore, tappa successiva di questo itinerario.
14. Fontana Maggiore
Proseguendo nella nostra passeggiata, incontriamo la Fontana Maggiore, risalente al Settecento.
La fontana è caratterizzata da un timpano triangolare sormontato da una croce di metallo, quattro arcatelle pensili e un bassorilievo raffigurante motivi vegetali e personaggi antropomorfi (probabilmente opera dello scalpellino pescolano Norberto Cicco).
Epigrafi nascoste Sulla Fontana Maggiore, più precisamente sul piedritto destro, è visibile una curiosa epigrafe: “Avverti che Dio ti vede”. Potrebbe trattarsi di un ammonimento a non spargere pettegolezzi e maldicenze, diretto a chi, proprio nei pressi della fontana, un tempo si ritrovava per chiacchierare con conoscenti e amici. Quella sulla Fontana Maggiore non è l’unica iscrizione che incontrerete sul vostro cammino passeggiando per Pescocostanzo. All’esterno di diversi edifici pubblici e privati, scolpite nei decori in pietra o negli architravi di porte e finestre, potrete leggere antiche epigrafi che riportano motti, pensieri, esortazioni e dilemmi morali. Queste iscrizioni ci raccontano una Pescocostanzo d’altri tempi, sollevando il sipario su uno spaccato di vita quotidiana passata e lontana, con cui, però, viene spontaneo cercare un legame emotivo. C’è chi invita alla civile convivenza (CEDAT UNUS MULTITUDINI – “L’individuo ceda alla moltitudine”), chi mette in guardia il prossimo sulla cattiva condotta (INIUSTUM CAPIENT IN MALA MORTE VIRUM – “Gli eventi sorprenderanno l’uomo empio in una brutta morte”), chi si loda dei propri successi, nello specifico il fabbro che realizzò il magnifico cancello in ferro battuto ancora oggi custodito nella Collegiata (ETENIM NON POTUERUNT MIHI – “Eppure non mi superarono”). Divertitevi a cercare le epigrafi e i motti in giro per il centro storico di Pescocostanzo, avvicinandovi al piccolo mondo antico che animava queste dimore e questi vicoli. |
Da Via della Fontana si ritorna verso la Collegiata, da dove era partita la nostra passeggiata alla scoperta di Pescocostanzo.
Qui si conclude il nostro “giro del paese”, ma le cose da fare e vedere a Pescocostanzo non sono finite. Se avete voglia di esplorare anche i dintorni del borgo, fare delle passeggiate nella natura e dedicarvi agli sport invernali continuate a leggere i miei consigli.
Pescocostanzo: cosa vedere nei dintorni
Eremo di San Michele Arcangelo
In Contrada Pedicagna, a breve distanza dal centro di Pescocostanzo, si trova un eremo risalente al XII-XIII secolo. L’Eremo di San Michele Arcangelo, sorto su un antico luogo di culto italico, è un perfetto esempio di sovrapposizione dei nuovi culti collegati alla diffusione del Cristianesimo sui preesistenti culti pagani.
Parte dell’eremo è stata realizzata all’interno di una grotta. La volta in roccia grezza crea un affascinante contrasto con l’ordinata pavimentazione in lastre di pietra levigata.
L’Eremo di San Michele Arcangelo è certamente un luogo interessante da visitare se vi trovate in zona.
Bosco di Sant’Antonio
Gli appassionati di trekking e natura non possono rinunciare a una escursione nel Bosco di Sant’Antonio, un’area naturale protetta che si estende su 550 ettari poco lontano dal centro di Pescocostanzo.
Questa rigogliosa foresta, in età classica considerata sacra e utilizzata come luogo di culto (lucus), è stata preservata dal taglio degli alberi per la produzione di legna in quanto utilizzata per fornire riparo e ombra al bestiame che pascolava nei dintorni. Ciò ha permesso agli alberi e al sottobosco di crescere e agli “abitanti” della foresta di prosperare in un ambiente ricco di biodiversità.
Faggi, tassi, peri selvatici, querce e aceri offrono sostentamento e protezione a numerose specie animali, alcune delle quali poco diffuse, come il picchio dorsobianco, il picchio dalmatino e la balia dal collare.
Tra i frequentatori abituali del Bosco di Sant’Antonio non mancano gli animali-simbolo dell’Appennino abruzzese, come lupi, cervi, caprioli, orsi e gatti selvatici, e una ricca fauna aviaria composta da rampichini comuni, sparvieri, poiane, pettirossi, frosoni e fringuelli. Nel sottobosco e nelle aree verdi più aperte fioriscono la genziana maggiore, la peonia e alcune delle orchidee selvatiche più belle d’Italia, come la rara orchidea Epipactis purpurata.
Nel Bosco di Sant’Antonio si trova una delle faggete più belle d’Italia ma anche numerose piante secolari dall’aspetto monumentale. Molti alberi presentano la tipica forma a candelabro, plasmata dalla manutenzione continua operata nel bosco dall’uomo attraverso la tradizionale potatura detta “capitozzatura”.
Il Bosco di Sant’Antonio è il luogo ideale per trascorrere qualche ora all’aria aperta, fare un pic-nic nelle aree attrezzate, dedicarsi al trekking seguendo uno dei suoi suggestivi sentieri e, in Inverno, per praticare lo sci di fondo.
Sciare a Pescocostanzo: gli impianti sciistici
Pescocostanzo non è solo sinonimo di cultura e arte. Il borgo si trova a un’altitudine di 1.395 metri s.l.m., abbracciato da alcune delle vette più affascinanti della catena montuosa degli Appennini.
L’obiettivo di arricchire l’offerta turistica del paese ha portato all’allestimento di moderni impianti sciistici, trasformando Pescocostanzo di fatto nella meta invernale perfetta per chi vuole coniugare visite culturali e uscite sulle piste.
Gli impianti sciistici di Pescocostanzo si sviluppano tra i 1.440 metri s.l.m. del Piazzale degli Sciatori fino agli oltre 1.700 metri s.l.m. della stazione di arrivo della seggiovia quadriposto Vallefura.
Il comprensorio sciistico di Pescocostanzo include piste per lo sci e lo snowboard, uno snowpark, linee per il freeride e due campi scuola con manovia per i più piccoli e i principianti.
Vi ricordo che Pescocostanzo si trova a breve distanza da Roccaraso e Rivisondoli, tra le più importanti e note località sciistiche dell’Italia centrale.
Cosa mangiare a Pescocostanzo: piatti e prodotti tipici
Le ferratelle abruzzesi (note anche come cancellette, cancelle o pizzelle) sono il dolce-simbolo della regione e potete approfittare di una visita a Pescocostanzo per assaggiarle.
I dolciumi secchi, come i “brutti ma buoni” o i mostaccioli, sono tra le delizie più apprezzate della pasticceria locale. Molto amate a Pescocostanzo sono anche le scarselle, dolce tipico del periodo pasquale.
Il primo piatto per eccellenza di Pescocostanzo sono i tacconi con gli orapi (maltagliati con spinaci selvatici di montagna). Da provare sono anche le taccozzelle alla pescolana, preparate con pasta fresca fatta in casa, carne trita di vitello, funghi porcini, tartufo nero e pecorino.
Tra le pietanze assolutamente da assaggiare ci sono poi formaggi e salumi locali, le grigliate di carne (in particolare di agnello) e gli arrosticini, oltre che i piatti della tradizione povera, come cazzarielli e fagioli, agnello e pecora “al cotturo”, i ravioli ripieni di ricotta e i primi al ragù di agnello.
Se amate i formaggi, non dimenticate di assaggiare il pecorino locale e l’ottimo caciocavallo di Pescocostanzo. Si tratta di un caciocavallo prodotto con il latte di vacche che pascolano allo stato semibrado sugli Altopiani maggiori d’Abruzzo. Il caciocavallo di Pescocostanzo è segnalato come una delle eccellenze del territorio da Slow Food e lo trovate, oltre che a Pescocostanzo, anche nei vicini comuni di Rivisondoli e Roccaraso.
Il borgo di Pescocostanzo rappresenta la meta ideale per una gita fuori porta in Abruzzo.
Pescocostanzo è uno dei Borghi più belli d’Italia e custodisce un eccezionale patrimonio storico-artistico, considerate anche le dimensioni relativamente piccole del paese.
A rendere ancor più speciale una vacanza a Pescocostanzo contribuiscono le tradizioni gastronomiche e il contesto paesaggistico di sorprendente bellezza. Gli appassionati di sport invernali, infine, troveranno ad attenderli impianti sciistici e piste moderne e attrezzate, a completamento di un’offerta turistica davvero a tutto tondo.
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