Nel 1934, per caso, un contadino abruzzese rinviene nel suo terreno il Guerriero di Capestrano. Nessuno sa che dalla terra appena dissodata di un campo era emersa una delle opere d’arte più significative della storia italiana.
La scultura, risalente al periodo italico, è considerata oggi un vero e proprio capolavoro.
Scopriamo qualcosa in più sul Guerriero di Capestrano, il simbolo dell’Abruzzo forte e gentile.
Guerriero di Capestrano: capolavoro dell’arte italica
La storia dell’arte italica è misteriosa e ricca di segreti ancora non svelati. Sono, infatti, pochissime le testimonianze artistiche di quel tempo e molto di ciò che è giunto sino a noi è in precarie condizioni di conservazione.
Da questo punto di vista, il Guerriero di Capestrano è una incredibile eccezione, non solo per via del suo straordinario stato di conservazione ma anche per una serie di dettagli della scultura che la rendono ancora difficile da capire e decifrare.
Scopriamo insieme cos’è il Guerriero di Capestrano, dove si trova e perché è una delle sculture più importanti d’Italia.
GUERRIERO DI CAPESTRANO: GUARDA IL VIDEO
Cos’è il Guerriero di Capestrano?
Il Guerriero di Capestrano è una scultura su blocco unico di pietra calcarea raffigurante un guerriero dell’antico popolo dei Piceni.
I Piceni erano stanziati tra gli Appennini e l’Adriatico, in un vasto territorio che comprendeva le odierne Marche e parte dell’Abruzzo.
Il Guerriero di Capestrano rappresenta senza dubbio alcuno la testimonianza monumentale più importante e significativa della produzione artistica picena.
Nel 1934 la statua venne rinvenuta fortuitamente da Michele Castagna durante dei lavori di dissodamento di un terreno nel suo podere in località “Cinericcio” a Capestrano, un borgo in provincia dell’Aquila, in Abruzzo.
Accanto alla statua del Guerriero di Capestrano fu, successivamente, rinvenuto anche un busto di donna scolpito nella pietra, passato alla storia come “dama di Capestrano” e considerato essere il ritratto della moglie o della figlia del guerriero stesso.
Ciò che colpisce di questa scultura sono innanzitutto le dimensioni: il Guerriero di Capestrano è alto 2 metri e 10 centimetri ed è largo, all’altezza delle spalle del guerriero, ben 135 centimetri.
Le proporzioni, così come l’altezza, sono decisamente inusuali e incuriosiscono immediatamente chi ammira l’imponente scultura del Re guerriero.
Parliamo di “Re guerriero” perché un’incisione su una delle colonnine laterali (la sinistra) che sorreggono il Guerriero di Capestrano suggerirebbe il nome dell’uomo ritratto, Re Nevio Pompuledio, nonché il nome dell’artista che realizzò la scultura: “me bella immagine fece Anini per il Re Nevio Pompuledio”.
L’iscrizione in una lingua di tipo osco-umbro arcaico ha generato dibattiti e teorie e, ad oggi, non ne esiste una univoca interpretazione.
Grazie alle datazioni al carbonio 14 si è potuto apprendere che la scultura risalirebbe al VI secolo a.C., ma il risultato ha stupito non poco: in base al confronto con altri reperti ritrovati in zona e appartenenti alla medesima epoca (come la Stele di Guardiagrele), il Guerriero di Capestrano presenta una cura dei dettagli unica nel suo genere ed alcuni particolari scultorei ancora oggi ritenuti misteriosi.
Le armi del Guerriero di Capestrano
Il Guerriero di Capestrano è ritratto con una fascetta, protettiva e ornamentale allo stesso tempo, che gira intorno al collo.
Ha in testa un copricapo a forma di disco dall’ampiezza significativa.
Ai lati del corpo ha due lunghe lance, una piccola parte del suo armamento, composto da un piccolo pugnale decorato sul manico da figure antropomorfe, una lunga spada e un’ascia (da molti ritenuta uno scettro).
La schiena e il torace del Re guerriero sono protetti dai dischi-corazza noti come kariophylakes (paracuore).
Anche il ventre, le gambe e i piedi sono coperti da elementi dell’armatura che hanno carattere sia protettivo che ornamentale.
Perché il Guerriero di Capestrano è un’opera fondamentale dell’arte italiana?
Ciò che rende la scultura del Guerriero di Capestrano un’opera d’arte di importanza storica e artistica straordinaria è, innanzitutto, la differenza stilistica fra questa scultura e le opere coeve.
Alcuni studiosi sostengono che il Guerriero di Capestrano potrebbe essere la prima, significativa testimonianza dell’influenza artistica etrusca, che avrebbe modificato radicalmente la cultura delle popolazioni adriatiche nei decenni successivi.
Darebbero conferma di questa ipotesi le braccia posizionate sul ventre e sul petto, in un chiaro segno ritualistico tipico, appunto, della scultura etrusca.
Infine, da sottolineare è la funzione della scultura: la statua, infatti, dovrebbe essere un’effige tombale realizzata per il Re Nevio Pompuledio, come si intuisce dalle iscrizioni poste sul lato sinistro della scultura.
In altre parole, ci troviamo di fronte ad una scultura realizzata per la tomba di un regnante illustre, e questo spiegherebbe anche la cura di ogni singolo dettaglio (in particolar modo delle armi e dell’apparato bellico) e della mimica del corpo, dando meno importanza alla somiglianza fisica con l’uomo ritratto.
Nevio Pompuledio era un Re guerriero e la monumentale scultura mirava a trasmettere forza, vigore, coraggio e solennità.
Dettagli e curiosità sul Guerriero di Capestrano
Ciò che stupisce del Guerriero di Capestrano è innanzitutto il bizzarro cappello, un copricapo peculiare, che ricorda vagamente un sombrero messicano.
Non esistono testimonianze di copricapi del genere risalenti all’epoca picena, ma sono state comunque mosse alcune teorie.
La più interessante identifica nel copricapo un vero e proprio scudo che, una volta terminata la battaglia, poteva essere collocato sul capo per una mera questione di praticità. Altri, invece, sostengono che si tratti di un semplice elmo discoidale da parata.
Anche il viso della statua presenta tratti misteriosi e non ancora del tutto chiariti dagli storici. Le proporzioni sono esagerate e i lineamenti peccano di verosimiglianza, caratteristiche, queste, che potrebbero indicare che si tratti non del ritratto di un volto ma di una maschera funeraria.
Parliamo, infine, delle proporzioni del corpo: il Guerriero di Capestrano ha un aspetto vagamente androgino, tanto da portare più di uno storico a sostenere che le forme siano più femminili che maschili.
Il motivo? La vita stretta, i fianchi larghi, il fondoschiena rotondo, le gambe formose e le mani affusolate e delicate, caratteri di norma associati al corpo femminile.
Non dimentichiamo, però, che il Guerriero di Capestrano non è un’opera realistica e non vi è, per questo, ragione di analizzarlo secondo i canoni della figurazione verosimile o della ritrattistica. La rappresentazione realistica e celebratoria di re, sovrani, eroi e condottieri è, di fatto, materia per artisti e scultori di epoche successive.
Siamo, probabilmente, di fronte ad una figurazione mitica e fantastica dell’idea di Re guerriero, piuttosto che ad un vero e proprio ritratto. Nel celebrare la grandiosità e le imprese belliche di Re Nevio Pompuledio, l’artista celebra i guerrieri piceni e la popolazione tutta, uomini e donne.
La potenza virile del guerriero piceno, la monumentale solennità del corpo scolpito e della mano che stringe le armi, pronta all’azione, trasuda un’ambivalenza sessuale per nulla casuale.
La consapevolezza artistica dello scultore è indubbia. La testimonia l’opera stessa, con le sue forme plastiche studiate e la maniacale cura nei dettagli.
Non si tratta, quindi, di un’opera ingenuamente o casualmente androgina.
Ogni dettaglio, ogni decoro, ogni centimetro di pietra scolpita, lascia pensare che l’ambiguità sessuale del Guerriero di Capestrano sia a tutti gli effetti una scelta stilistica, che estremizza volutamente la potenza simbolica dell’opera.
Dove si trova il Guerriero di Capestrano?
La scultura non si trova a Capestrano, come molti erroneamente pensano.
Il Guerriero di Capestrano è conservato attualmente presso il Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo con sede nella bella Villa Frigerij a Chieti.
Villa Frigerij – Museo Archeologico Nazionale d’AbruzzoOrari di apertura
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