Anello della Val di Rose: una delle più belle escursioni da fare in Abruzzo. Vi racconto il mio trekking nella Val di Rose (durata, difficoltà, percorso, numero chiuso, cose da vedere e avvistamenti faunistici).
La Val di Rose è uno dei luoghi più affascinanti del Parco Nazionale d’Abruzzo e deve il suo nome all’abbondante presenza di piante di Rosa canina.
Non lasciatevi, però, ingannare dal nome: in molti (errando) pensano che si tratti di una vallata pianeggiante, dove fare una rilassante passeggiata alla portata di tutti. So che vi deluderò ma non è proprio così…
Quella nella Val di Rose è una delle escursioni più belle da fare nel Parco Nazionale d’Abruzzo. Si tratta di un trekking di media difficoltà, ideale per avvistare i Camosci d’Abruzzo.
Prima di proseguire, specifico che questa NON è una passeggiata facile ma un percorso escursionistico adatto solo a persone abituate a camminare in montagna. L’anello è lungo quasi 15 chilometri in totale, con notevoli pendenze sia in salita che in discesa.
Val di Rose: durata e difficoltà dell’escursione
L’anello della Val di Rose ha una durata totale di 6 ore di cammino (soste escluse).
Il dislivello complessivo in salita è notevole, poco meno di 900 metri, e la durata dell’escursione è di 3 ore e mezza per la sola andata, a cui vanno aggiunte almeno altre 2 ore e mezza per il ritorno.
Il tempo di percorrenza totale dipende, quindi, molto dal passo degli escursionisti e dal numero di soste fatte lungo il tragitto.
Per darvi un’idea della durata effettiva dell’escursione, posso dirvi che noi siamo partiti da Civitella Alfedena alle ore 7:45 del mattino e siamo tornati a valle alle ore 16:00.
Per quanto riguarda le pause, noi abbiamo fatto una mezz’oretta di sosta presso il Rifugio di Forca Resuni per consumare il pranzo al sacco e qualche breve sosta lungo il percorso in salita, per riposarci, per scattare qualche foto e per osservare i Camosci. In discesa, invece, abbiamo fatto una breve pausa presso la sorgente della Valle Jannanghera, per riempire le borracce e rinfrescarci presso il fiume.
Qual è la durata dell’escursione nella Val di Rose? Il percorso ad anello prevede la salita da Civitella Alfedena fino al Rifugio di Forca Resuni (3 ore e mezza) e il ritorno sul sentiero che da Forca Resuni attraversa la Valle Jannanghera (2 ore e mezza). Sulla carta occorrono 6 ore complessive di cammino. Vi consiglio, però, di calcolare come tempo di percorrenza di questo trekking almeno 8 ore totali, comprensive di soste. |
Val di Rose: accesso a numero chiuso
Nel periodo estivo la Val di Rose, così come altre zone del Parco Nazionale d’Abruzzo popolate dal Camoscio appenninico, sono soggette al numero chiuso controllato. Le limitazioni di accesso a queste aree sono volte alla tutela della specie.
Attenzione. Dalla metà di Luglio alla prima Domenica di Settembre l’accesso al sentiero della Val di Rose è consentito ESCLUSIVAMENTE a piccoli gruppi di escursionisti guidati da accompagnatori di media montagna abilitati e autorizzati. L’escursione guidata è a pagamento. |
Ebbene sì, la Val di Rose in Estate è a numero chiuso. Questa, però, è anche la stagione dell’anno in cui il maggior numero di escursionisti raggiunge il Parco Nazionale d’Abruzzo per organizzare trekking e passeggiate in montagna.
Non fatevi scoraggiare dall’attivazione del numero chiuso perché si tratta di un’escursione stupenda, tra le più belle nel Parco Nazionale d’Abruzzo. Non rinunciateci!
Come prenotare l’escursione nella Val di Rose quando è attivo il numero chiuso?
L’attivazione del numero chiuso nella Val di Rose non è di per sé una buona ragione per rinunciare a fare questa escursione.
Significa solo che NON potrete organizzare un’escursione “libera” ma che dovrete OBBLIGATORIAMENTE prenotare un’escursione guidata a pagamento.
Il trekking si svolgerà secondo le indicazioni dell’accompagnatore, in piccoli gruppi e con partecipanti autorizzati da apposito permesso.
Per prenotare un trekking guidato nella Val di Rose vi basterà recarvi presso il Centro Visita di Civitella Alfedena e consultare il calendario delle escursioni. Ci sono escursioni guidate nella Val di Rose quasi ogni giorno.
In sede di prenotazione dell’escursione guidata vi verranno richiesti i nominativi dei partecipanti, ai quali verrà rilasciato un apposito permesso di accesso.
Attenzione. L’escursione guidata nella Val di Rose è a pagamento. Noi abbiamo pagato 20 Euro a persona. |
Una volta scelta la data per noi più comoda, ci è stato comunicato l’orario e il luogo di partenza dell’escursione.
La guida ha atteso il gruppo di fronte al Centro Visita di Civitella Alfedena: appuntamento alle ore 7:00 di mattina con ritorno previsto nel medesimo luogo alle ore 16:00, imprevisti permettendo (che nel nostro caso non ci sono stati, anzi, abbiamo spaccato il minuto).
Anello della Val di Rose: descrizione del percorso
Partenza: Civitella Alfedena |
Percorso dell’escursione ad anello nella Val di Rose
Vediamo in dettaglio qual è il percorso dell’escursione ad anello nella Val di Rose, con ritorno lungo la Valle Jannanghera.
Per comodità lo dividerò in due parti.
ANDATA: VAL DI ROSE E RIFUGIO DI FORCA RESUNI (3 ore e mezza) La prima parte comprende la salita da Civitella Alfedena fino al Rifugio di Forca Resuni attraversando la Val di Rose, cioè l’andata dell’escursione. RITORNO: VALLE JANNANGHERA (2 ore e mezza) La seconda parte comprende la discesa dal Rifugio di Forca Resuni fino a Civitella Alfedena seguendo il sentiero della Valle Jannanghera, cioè il ritorno dell’escursione. |
ANDATA: VAL DI ROSE E RIFUGIO DI FORCA RESUNI
Dal Centro Visita di Civitella Alfedena ci siamo diretti verso la parte alta del paese.
L’inizio del sentiero I1 per la Val di Rose si trova nel centro storico, vicino ad una fontanella (incrocio tra Via Nazionale e Via Roma, indicato da apposita segnaletica).
Il primo tratto del sentiero segue una mulattiera con fondo sterrato e sassoso, abbastanza ripida sin dai primi metri.
Ben presto i muretti a secco lasciano spazio a boschetti e sottobosco. Il sentiero continua a salire, con pendenza decisa e costante, fino a raggiungere i primi tratti più aperti e panoramici, con belle vedute sul Lago di Barrea.
LA VALLE DELLE ROSE SELVATICHE Nelle radure che circondano il sentiero non potrete non notare la profusione di piante di Rosa canina, arbusto selvatico a cui la Val di Rose deve il suo nome. Ma perché la Rosa selvatica si chiama anche Rosa canina? L’attributo di “canina” deriverebbe dal fatto che le spine della pianta ricordano la forma dei denti di cane. Inoltre, secondo la tradizione popolare, il decotto a base di Rosa selvatica (la Rosa canina, appunto) sarebbe stato in grado di curare la rabbia, malattia trasmessa dal morso dei cani. |
Poco dopo ci ritroviamo immersi in una lussureggiante faggeta.
La pendenza per un attimo sembra più dolce ma il sollievo per le gambe è breve. Si torna a salire su pendenze decise fino ad uno stazzo in stato di abbandono.
In alto, di fronte a noi, già vediamo la meta successiva, il Passo Cavuto, che sembra ergersi sopra le nostre teste a metà tra il minaccioso e il sarcastico. Riusciranno i nostri eroi a conservare le forze per raggiungere questo “portale di roccia” sino a varcarlo e valicare la montagna?
Giunti a questo punto dell’escursione, con il gruppo che marciava a velocità ancora sorprendentemente sostenuta (ameno per i miei standard) e i miei muscoli che iniziavano a dare segnali di cedimento, stavo per abbandonarmi alla fatica.
D’improvviso, però, a distrarmi per qualche attimo dalla preoccupazione di non avere più energie sufficienti per arrivare in cima e concludere l’escursione, arriva la natura in tutta la sua prepotente bellezza.
Superato l’antico stazzo, infatti, la Val di Rose si mostra agli escursionisti in tutto il suo splendore.
Davanti ai nostri occhi si staglia una vallata ad anfiteatro plasmata dall’azione erosiva di antichi ghiacciai, un cosiddetto circo glaciale, che a guardarlo lascia letteralmente senza respiro.
Uno spettacolo mozzafiato in tutti i sensi… che fatica per arrivare fin qui!
A seconda della stagione, potrete assistere a variopinte fioriture.
Durante i trekking in quota è comunque sempre apprezzabile godere della bellezza della flora di montagna. Un buon occhio è tutto quello che vi occorre per notare, magari nascosto tra le rocce, un Giglio martagone o un Geranio selvatico. E, ancora, faggi secolari, praterie di giallissimo Iperico e comparsate di eleganti Campanule color violetto.
La guida ci indica una pianta con grandi foglie di forma allungata, rese sofficissime dalla fittissima peluria che le ricopre. Il Verbasco, molto diffuso nella Val di Rose, è anche noto popolarmente come “carta igienica dei pastori” e potrete facilmente immaginare la ragione di questo soprannome.
In alto la valle è delimitata dal Monte Boccanera e dal Passo Cavuto. Sono già ben visibili anche le creste della Camosciara e del Monte Sterpi d’Alto.
Si continua a salire, combattendo la stanchezza già pregustando il premio finale, cioè l’arrivo al Rifugio di Forca Resuni, dove ci fermeremo a breve per la pausa-pranzo, rigorosamente al sacco.
Superato un arbusto di Ramno, dei cui frutti pare sia goloso l’Orso bruno marsicano, inizia un tratto duro che, a tornanti, sale fino al Passo Cavuto (1.980 metri s.l.m).
Ai piedi dell’anfiteatro di roccia, che ci appare sempre più vicino e raggiungibile, tra pratoni d’alta quota, ripide pietraie e vertiginose balze di roccia dolomitica, pascolano placidamente quelle che da lontano sembrano delle simpatiche caprette di color marrone-nocciola.
Eccoli, i Camosci!
Alcuni, oziosi, stesi a riposare all’ombra delle creste rocciose; altri intenti a pascolare la nutriente erbetta fresca di montagna; altri, ancora, impegnati nelle quotidiane acrobazie che permettono loro di spostarsi con stupefacente agilità tra le rocce a strapiombo sulla valle.
Attenzione. Il canalone pietroso che conduce fino al Passo Cavuto è il punto privilegiato per l’avvistamento dei Camosci. |
Scordate le fresche e rigogliose faggete che avete da poco attraversato perché, man mano che si sale verso la vetta, la morfologia dei rilievi diventa più aspra e rocciosa, con la vegetazione arborea che tende a diminuire lasciando spazio solo ai pini mughi e alla flora d’alta quota.
La salita lungo i “tornanti” che solcano il canalone sovrastato dal Passo Cavuto è allietata e resa meno faticosa dalla vista dei Camosci che, in lontananza, sembrano ignorare la nostra presenza, impegnati nelle loro evidentemente più nobili faccende.
I “sovrani” della Val di Rose di certo non si scomodano per uno sparuto gruppo di umani che, per camminare nel loro reame fatto di roccia e cielo, hanno bisogno di bastoncini da trekking, binocoli e calzature antiscivolo. Nel mio caso, probabilmente, anche di una bombola di ossigeno…
Varcato il Passo Cavuto, a quota 1.980 metri s.l.m., il peggio sembra ormai passato.
Ci affacciamo velocemente da un belvedere naturale alla nostra destra.
La nostra guida ci invita a prestare attenzione a dove mettiamo i piedi, prefigurandoci una fine decisamente poco gradevole: “se inciampate qui, dovrò venire a raccogliervi nel piazzale della Camosciara, probabilmente in condizioni fisiche tutt’altro che ottimali”.
Un cassetto della memoria si apre e mi riporta alla mente una leggendaria scena dei Simpson, con Homer che, skatebord sotto ai piedi e lanciato in un salto impossibile, alla fine cade rovinosamente in un burrone.
Guardiamo per pochi instanti il panorama da debita distanza di sicurezza poi, senza ulteriori indugi, proseguiamo verso il Rifugio di Forca Resuni.
Il Rifugio di Forca Resuni sorge su una sella a 1.952 metri s.l.m., in una zona abbastanza aperta e, per questa ragione, sferzata dai venti. Qui convergono altri sentieri, ben segnalati dai cartelli escursionistici.
RITORNO: VALLE JANNANGHERA
Dal Rifugio di Forca Resuni, dopo una veloce pausa con pranzo al sacco con vista mozzafiato, ci rimettiamo in marcia, imboccando il sentiero che ci riporterà a valle.
Inizialmente si segue il sentiero K6, passando prima per la Val Risione e poi per la Valle Jannanghera. La discesa è ripida, va percorsa con cautela per evitare di scivolare o cadere.
Dopo un primo tratto caratterizzato da un paesaggio aspro e sassoso (si incontrano anche massi erratici di notevole dimensioni), la pendenza si addolcisce man mano che ci si addentra nella faggeta, fino a giungere ad una ampia radura.
L’attraversamento della Valle Jannanghera, con le sue ombrose faggete secolari e i suoi grandi alberi coperti di muschi e funghi, vi farà sentire i protagonisti di una spedizione avventurosa a piedi per mondi misteriosi e foreste incantate che solo un romanzo di fantasia d’altri tempi può narrare.
E invece eccoci qui, circondati da un bosco ammaliante, dove il silenzio è rotto soltanto dal rumore ipnotico dell’acqua del fiume che scorre a breve distanza.
A guardarlo giurerei che nasconde e protegge un qualcosa di esoterico. Poi scopro che la Valle Jannanghera deve il suo nome a un antico termine dialettale utilizzato per indicare le streghe e comprendo le ragioni alla base di una credenza popolare che attribuisce alla Valle Jannanghera dei tratti magici e sovrannaturali.
Continuando a scendere si incontra la Sorgente Jannanghera (1.305 metri s.l.m), dove noi abbiamo fatto un’altra breve sosta.
Attenzione. In corrispondenza della sorgente della Valle Jannanghera bisogna prestare attenzione a imboccare il sentiero giusto: NON fate l’errore di seguire i segnavia per il sentiero J2 in direzione Lago di Barrea ma seguite le indicazioni per il sentiero I4, che vi riporterà a Civitella Alfedena. |
La nostra guida ci conduce sul sentiero indicato dal segnavia I4 e in poco meno di un’ora, dopo la sosta alla sorgente, siamo di nuovo in paese, a Civitella Alfedena, dove avevamo parcheggiato la macchina e iniziato la nostra escursione.
Prima di tornare a casa, facciamo un ultimo pit-stop al Caffè “Il Camoscio” (tanto per restare in tema) per un veloce aperitivo rinfrescante.
Escursione nella Val di Rose: consigli utili
Ecco alcuni consigli utili sia per organizzare questa escursione in autonomia (nel periodo in cui non è attivo il numero chiuso) che per partecipare senza intoppi e imprevisti a un’escursione guidata.
Valutate con attenzione la vostra preparazione fisica, in quanto si tratta di un trekking di livello E (Escursionistico), quindi NON adatto a persone con poca resistenza o attitudine a camminare in montagna per 6-8 ore consecutive.
Il dislivello e la lunghezza complessiva dell’escursione in Val di Rose sono notevoli quindi NON sopravvalutate la vostra preparazione fisica e mentale. Se siete trekker principianti o persone con scarso allenamento, optate per escursioni facili e altrettanto suggestive, come quella in Camosciara o nella Val Fondillo.
Partite di mattina presto in modo da avere tutto il tempo di percorrere l’anello con la luce, evitando il rischio di fare tardi per un imprevisto e rischiare la discesa al calare del buio.
Portate con voi cibo e abbondante acqua (almeno 2 litri), in quanto non ci sono sorgenti o fontanili dove fermarsi a bere. L’unica sorgente si trova nel tratto finale della discesa, nella Valle Jannanghera, a meno di un’ora dalla fine dell’escursione (quindi inutile per chi si trovasse senz’acqua nei punti del trekking più esposti al sole e a rischio disidratazione).
Copritevi il capo nelle giornate di sole perché nella parte alta della Val di Rose e tra Passo Cavuto e il Rifugio di Forca Resuni non ci sono alberi né zone ombreggiate.
Per quanto riguarda l’abbigliamento, trattandosi di un’escursione in quota dovete indossare le scarpe da trekking.
E’ consigliabile portare una giacca antivento perché la sella occupata dal Rifugio di Forca Resuni è esposta a forti venti. Inoltre, le condizioni meteo in quota possono mutare velocemente ed è sempre consigliabile essere preparati a cali di temperatura.
Tra le cose utili da portare in questa escursione, secondo me, ci sono: i bastoncini da trekking, un binocolo e la macchina fotografica.
Nella Val di Rose è VIETATO portare i cani, anche se al guinzaglio.