Dove si trova l’Eremo di Celestino V? Come raggiungerlo? Cosa c’è da vedere? Scopriamo insieme uno degli “itinerari della fede” più importanti d’Abruzzo.
L’Eremo di Sant’Onofrio al Morrone si trova appena fuori Sulmona, nella frazione Badia.
Questo isolato romitorio è conosciuto come “Eremo celestiniano” o “Eremo di Celestino V” perché qui dimorò Fra Pietro Angeleri (detto Pietro da Morrone).
Questo luogo fu testimone di un evento storico importantissimo: nel 1294 i messi papali raggiunsero l’eremita Pietro, ritiratosi sul Monte Morrone in preghiera, e proprio qui gli annunciarono la sua elezione al soglio pontificio con il nome di Papa Celestino V.
Come raggiungere l’Eremo di Celestino V?
L’Eremo di Sant’Onofrio al Morrone è molto facile da raggiungere.
Con l’auto si arriva nella frazione Badia, a Sulmona. Io ho impostato sul navigatore “Via Badia” a Sulmona.
Raggiunta l’Abbazia di Santo Spirito al Morrone (assolutamente da visitare) basta proseguire nella direzione indicata dai cartelli turistici (indicazioni per “Eremo di Sant’Onofrio” e “Tempio di Ercole Curino”).
Si giunge in prossimità di un piazzale attrezzato con tavoli, sedie e gazebo. Qui si può parcheggiare la macchina (gratuitamente) e fare un pic-nic prima di percorrere il sentiero che porta all’eremo o una volta tornati a valle.
Il sentiero è sterrato ma ben delimitato da staccionate in legno. La salita dura 20 minuti circa ed è adatta a tutti, anche alle famiglie con bambini e alle persone non allenate. Non si tratta di un percorso particolarmente impegnativo a livello fisico: è in forte pendenza ma comodo e non troppo lungo.
L’accesso al sentiero che conduce all’eremo è segnalato da apposita cartellonistica e si trova dietro al bar (chiuso).
Nelle vicinanze dell’Eremo celestiniano si possono visitare anche:
- l’Abbazia di Santo Spirito al Morrone;
- il Tempio di Ercole Curino;
- il campo di prigionia di Fonte D’Amore (o “Campo 78“) usato durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale.
L’Eremo di Celestino V a Sulmona: cosa vedere
Incastonato sul pendio roccioso del Monte Morrone, l’Eremo di Celestino V deve il suo aspetto attuale al restauro realizzato dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Giunti al termine del sentiero che permette ai pellegrini di giungere in questo remoto luogo, si attraversa un grazioso porticato e si accede all’eremo vero e proprio.
Una volta attraversata la Porta Santa dell’Eremo celestiniano si accede ad una chiesetta che custodisce affreschi notevoli di epoca medievale:
- sulla parete sinistra della chiesa: Cristo Re e San Giovanni battista;
- nell’oratorio: Crocifisso con ai lati Maria e San Giovanni (al centro); Vergine con Bambino tra il sole e la luna su fondo azzurro (in alto); Pietro Celestino in veste papale (sulla parete sinistra).
La chiesa conserva un prezioso soffitto ligneo quattrocentesco oltre che un altare in pietra bianca che, secondo la tradizione, fu consacrato proprio da Celestino.
Proseguendo nel percorso di esplorazione dell’eremo si arriva al nucleo originario dell’antico romitorio, dove si trovano le cellette dei frati. Qui si passa accanto alle celle di Pietro da Morrone (futuro Papa Celestino V) e di uno dei suoi discepoli, il Beato Roberto da Salle.
Una scala conduce al piano superiore e alla terrazza. Da qui i fedeli lanciano sassi nel precipizio sottostante in segno di rifiuto e allontanamento delle tentazioni.
Dopo aver visitato anche l’ultimo ambiente, col bel porticato affacciato sulla valle, ci si può recare nel luogo dell’eremo più remoto e suggestivo, la grotta dove Fra Pietro era solito ritirarsi in preghiera.
Sulla pietra che fa da pavimento alla grotta, i fedeli sono soliti stendersi o inginocchiarsi, sfregandola in segno di devozione. Su questa lastra gelida era solito distendersi Fra Pietro.
Le acque che impregnano le pareti della gotta sono ritenute miracolose e medicamentose.
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Papa Celestino V fu una figura controversa. Eletto Pontefice nel 1294, dopo il “gran rifiuto” fu osteggiato e rinnegato dalla Chiesa.
Personaggio rivoluzionario e anticonformista, con l’emissione della “Bolla del Perdono”, ideò la cosiddetta “Perdonanza”, un Giubileo ante litteram. La bolla celestiniana garantiva l’indulgenza plenaria a tutti i fedeli, confessati e pentiti dei propri peccati, che si fossero recati presso la Basilica di Collemaggio a L’Aquila durante i vespri del 28 e 29 Agosto.
Nonostante l’elezione al soglio pontificio, che gli fu comunicata proprio mentre Fra Pietro si trovata in ritiro spirituale nell’Eremo di Sant’Onofrio al Morrone, la vocazione eremitica e ascetica mai abbandonò Celestino V. Dopo il “gran rifiuto” che lo spinse a dismettere le vesti papali, Celestino V torna Pietro e si ritira in solitudine di nuovo sul Morrone.
Perseguitato dalla Chiesa e dal suo successore Bonifacio VIII, Pietro Angeleri viene imprigionato in una minuscola cella nella Rocca di Fumone, dove muore il 19 Maggio del 1296.
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