La Casa degli Appennini (anche detta “Casa di Iadeva” dal nome della donna che vi abitò, Eva) è un piccolo museo sulla vita e sulle tradizioni delle comunità agro-pastorali dell’Alto Sangro sito a Scontrone, in Abruzzo.
Nato dall’impegno e dagli sforzi di un intero paese, questo museo raccoglie più di 350 oggetti d’uso quotidiano, dai gioghi agli aratri, dagli attrezzi da calzolaio alle stoviglie, dai falcetti alla moltitudine di coltelli per lavorare il maiale, dai ferri da stiro all’abbigliamento.
La Casa degli Appennini di Scontrone è organizzata su due piani e gli oggetti sono disposti negli ambienti in cui era più probabile trovarli un tempo. Al primo piano si trova la cucina, con due manichini a ricordo dei coniugi che qui vivevano.
Mi è stato assicurato che quello rappresentante Iadeva (come la signora Eva veniva chiamata in paese) indossa gli abiti originali della donna e occupa la posizione da lei preferita, seduta vicino al caminetto a sgranare il rosario. Poco distante, di fronte alla tavola “imbandita” con quel po’ che la terra offriva (legumi, pane e vino), siede il marito, in abiti contadini.
La tipica casa montana dell’epoca doveva assicurare un minimo di autosufficienza per consentire agli abitanti di superare il rigido inverno. Una botola dava accesso al fondaco, dove si immagazzinava di tutto. Dai bastoni fissati al soffitto pendevano insaccati e carne essiccata.
L’acqua corrente non c’era: tutta la famiglia (e gli eventuali ospiti) bevevano da una grossa conca (“la conc”) prelevando l’acqua con un unico mestolo (“ru maner”).
La casa era organizzata in modo da assicurare la maggiore efficienza economica e la vita degli oggetti doveva essere prolungata a tutti i costi.
Per riparare le stoviglie rotte periodicamente passava per le case una precisa figura professionale che “cuciva” con fili metallici i punti di rottura di ciotole e brocche. Per la riparazione delle scarpe esisteva un armamentario vastissimo: ad esempio, per preservare le suole da un’eccessiva usura vi venivano infissi chiodi di varia forma e dimensione, come quelli conservati nel museo.
Grazie alle generose donazioni di molti Scontronesi, il secondo ambiente della Casa di Iadeva (la vecchia sala) è stata riempita di oggetti legati alla vita nei campi e agli antichi mestieri: gioghi, aratri, striglie per i cavalli, tosatrici per le pecore, utensili per movimentare le messi, setacci, seghe.
Salendo le scale si può camminare tra gli oggetti personali di Iadeva, ritrovati all’interno della sua abitazione dagli eredi.
Nelle stanze da letto troviamo antiche coperte fatte a mano, lenzuola d’epoca, vestiti e curiosi pezzi di biancheria intima vintage. Persino le tende sono quelle originali, tenute su da sottili aste di metallo, proprio come si poteva osservare nella case di una volta.
Accanto al letto, nel comodino, si nasconde l’immancabile vaso da notte, la “toilette dell’epoca”, dato che l’impianto idraulico non esisteva. Per la stessa ragione le abluzioni mattutine avvenivano in camera, con l’ausilio di un bacile riempito con una brocca. I più benestanti potevano concedersi, anche se raramente, il lusso di un bagno caldo, come ci ricorda l’imponente vasca conservata nel museo.
Oltre alla cucina principale, al piano superiore della Casa di Iadeva è stata ritrovata una seconda cucinetta, attrezzata con un caminetto, un antico piano cottura incassato nel muro (i buchi venivano riempiti di carboni che scaldavano la superficie su cui venivano appoggiate le pentole) e un antesignano del frigorifero (una sorta di lavandino che, riempito di acqua fredda o neve, teneva al fresco conserve e altre cibarie).
Passeggiando per il borgo di Scontrone ti consiglio una sosta presso la Casa di Iadeva, che non faticherai a trovare grazie alle numerose indicazioni predisposte tra i vicoletti del paese.
Il merito di piccoli musei come la Casa degli Appennini di Scontrone è quello di riavvicinare le persone più anziane ad un passato che nei loro ricordi riecheggia ancora e, allo stesso tempo, di consentire ai più giovani di entrare in contatto con una realtà che non hanno vissuto, ma sulla quale si fonda il loro presente.
La Casa degli Appennini (o Casa di Iadeva) è aperta al pubblico per tutto il mese di Agosto. Negli altri periodi dell’anno è aperta su prenotazione. Prima di visitarla, ti consiglio di assicurarti che sia aperta contattando l’Associazione Escursionisti di Scontrone, che l’ha concepita e realizzata, e oggi la gestisce.
I visitatori verranno guidati nella scoperta della vita agro-pastorale sugli Appennini dai volontari dell’Associazione. L’ingresso alla Casa di Iadeva è gratuito, ma chi vuole può lasciare un’offerta libera.