Cosa fare e vedere a Caramanico Terme? Dalle “ruelle” del centro storico alle terme, dalle escursioni nella Valle dell’Orfento agli eremi del Sentiero dello Spirito, scopriamo insieme cosa visitare a Caramanico Terme e dintorni.
Cercate un’idea per una gita fuori porta in Abruzzo? Una visita a Caramanico Terme è l’occasione perfetta per scoprire uno dei borghi più belli d’Abruzzo e, allo stesso tempo, per andare alle terme e fare delle escursioni nella natura selvaggia del Parco Nazionale della Majella.
Dove si trova Caramanico Terme?
Caramanico Terme si trova in Abruzzo, in provincia di Pescara.
Posto alle falde nord-occidentali del massiccio della Majella, il borgo sorge su un piccolo promontorio a 650 metri s.l.m., in corrispondenza del punto il cui le acque dell’Orfento, dopo un impervio percorso tra canyon rocciosi, vallate, rapide e cascate, confluisce nel Fiume Orta.
Perché visitare Caramanico Terme?
CULTURA
Grazie al suo pittoresco centro storico, che ancora conserva l’antico impianto medievale, Caramanico Terme è stato inserito tra i Borghi più belli d’Italia. I visitatori apprezzeranno di certo passeggiare tra le “ruelle” del centro storico di Caramanico Terme così come assaggiare i piatti tipici locali. Resterete ammirati di fronte alle piccole, grandi meraviglie architettoniche che il borgo custodisce da secoli e alle vedute panoramiche sulle montagne che, di tanto in tanto, vi si apriranno davanti agli occhi.
ESCURSIONI
Questo grazioso borghetto medievale sorge nella zona di confluenza di due fiumi, l’Orta e l’Orfento, ed è protetto dalle montagne del Parco Nazionale della Majella. Il contesto naturale e paesaggistico in cui è inserito il paesino di Caramanico Terme è dotato di un fascino notevole. Se amate dedicarvi a trekking ed escursioni, Caramanico Terme è la destinazione perfetta per una gita fuori porta o un weekend in Abruzzo a contatto con la natura. Questo paesino è la base ideale per scoprire le meraviglie della Riserva Naturale Valle dell’Orfento e del Parco Nazionale della Majella.
TERME
Caramanico Terme è particolarmente noto per la presenza di sorgenti di acqua sulfurea e oligominerale, sfruttate sin dai tempi antichi per trattamenti termali a scopo curativo ed estetico. Le Terme di Caramanico sono tra le più note e apprezzate d’Italia.
FEDE
Le montagne che circondano Caramanico Terme ospitano alcuni degli eremi più famosi d’Abruzzo. I luoghi più remoti e impervi della Majella, come il fondo di profondissimi canyon o le pareti rocciose a strapiombo, vennero scelti dagli eremiti come dimora. Qui potevano dedicarsi alla meditazione e alla preghiera in totale isolamento e silenzio, ritrovando sé stessi nel contatto diretto con la natura. Molti di questi eremi sono visitabili con escursioni in giornata o prendendo parte a trekking di più giorni, come quello lungo il cosiddetto “Sentiero dello Spirito”.
Cosa fare e vedere a Caramanico Terme
1. Centro storico di Caramanico Terme
Il centro abitato di Caramanico Terme si presenta con l’impianto tipico dei borghi fortificati medievali.
Costruito su un crinale dall’alto del quale era più facile controllare il territorio circostante, il borgo vantava l’ulteriore protezione naturale dei fiumi Orta e Orfento, che lo cingono.
L’antico borgo di Caramanico Terme era caratterizzato dalla presenza di una possente cinta muraria a scopo difensivo sulla quale si aprivano le porte di accesso all’abitato e alcune torri.
Nel centro storico di Caramanico Terme sono ancora visibili diversi tratti di tipiche costruzioni fortificate medievali che fungevano sia da abitazione che da apparato difensivo, le “case-mura”.
Le abitazioni, costruite le une attaccate alle altre, erano tenute insieme e rese inespugnabili da imponenti mura comuni. Queste fungevano allo stesso tempo sia da mura esterne delle case che da mura di protezione da eventuali attacchi dall’esterno.
Le file di case-mura avevano un evidente fine difensivo: completamente prive di porte e finestre verso l’esterno (eccezion fatta per alcune piccole aperture nella parte alta dell’edificio) e costruite senza soluzione di continuità, grazie al muro esterno in condivisione consentivano ad ogni abitante del borgo di difendere la propria casa fortificata dagli attacchi esterni e di impedire l’entrata dei nemici all’interno del borgo.
Oltre ai resti delle case-mura e delle fortificazioni medievali, nel centro storico di Caramanico Terme potrete vedere numerosi esempi di edilizia pubblica e civile di pregio.
Da non perdere, il Palazzo municipale, ospitato in un elegante palazzo del tardo Settecento affacciato su Corso Bernardi.
Tra le cose da vedere a Caramanico Terme non posso non menzionare le chiese più belle del centro storico.
Il fulcro della vita religiosa del borgo è l’Abbazia di Santa Maria Maggiore, una chiesa-fortezza che doveva sì fungere da luogo dedicato al culto ma allo stesso tempo difendere il borgo con le sue possenti mura. Il portale in stile gotico risale alla seconda metà del 1400.
Fermatevi ad osservare tutti i raffinati dettagli dell’altorilievo che ne occupa la lunetta, con la scena dell’incoronazione della Vergine da parte di Gesù Cristo e Dio seduti in trono alla quale assistono degli angeli in volo e inginocchiati. L’altorilievo è opera di Giovanni Da Lubecca: la firma dell’artista è riportata al di sotto della scena principale, dove potete leggere “Johannes Biomen Theatonicus de Lubec”.
All’interno dell’Abbazia di Santa Maria Maggiore si trova l’altare dedicato all’Assunta. Qui un tempo era ospitata una statuina dell’Assunta risalente all’anno 1000, purtroppo trafugata e sostituita da una copia d’autore realizzata dallo scultore caramanichese Nicola D´Antino.
Camminando lungo il corso di Caramanico Terme, che fiancheggia il lato sinistro dell’Abbazia, noterete altre statue di varie dimensioni, poste su colonne e colonnine: qui si possono riconoscere un pastore con in mano una zampogna, un pellegrino, un santo, Sant´Antonio Abate, Eva, una Madonna con bambino e Adamo. Sul lato sinistro dell’edificio si innesta anche la torre campanaria cuspidata, decorata con gli stemmi araldici dei casati d’Aquino e d’Aragona.
Meritevole di una sosta durante la visita al centro storico di Caramanico Terme è anche la Chiesa di San Domenico (XIV-XV secolo), con un bel portale affiancato da due leoni in pietra e sormontato da un rosone.
Da non perdere, infine, la Chiesa di San Nicola (XVI secolo), dalla facciata neoclassica con al centro un portale riccamente decorato con colonne tortili, putti alati e motivi vegetali.
Mentre passeggerete tra i vicoli e le piazzette del borgo, fermatevi ad ammirare le belle fontane che incontrerete lungo il cammino, come la Fonte San Nicola (ca. 1400 secolo), la Fonte San Leonardo e la Fonte delle Terme (1927), quest’ultima firmata da Nicola D’Antino.
2. Parco Avventura Majagreen e Fonte del Pisciarello
A proposito di fontane: fate una tappa anche presso il Parco Idropinico “Il Pisciarello”, che ospita il Parco Avventura Majagreen e la Fontana del Pisciarello.
La Fontana del Pisciarello così chiamata perché da esse sgorga un’acqua oligominerale potabile molto particolare. Il nome “Pisciarello” dovrebbe suggerirvi qualcosa… Esatto! L’acqua di questa fonte è molto apprezzata per le sue proprietà altamente diuretiche.
Il Parco Idropinico “Il Pisciarello” è il luogo perfetto per trascorrere qualche ora in compagnia di tutta la famiglia. Qui potete divertirvi a sfidare la gravità cimentandovi con i percorsi sospesi tra gli alberi (adatti a grandi e piccini) del Parco Avventura Majagreen oppure fare un pic-nic nell’apposita area attrezzata con tavolini e panche.
Potete, inoltre, lasciar divertire i bimbi e i ragazzi con la parete d’arrampicata, il Tubby, la Tirolese e molto altro mentre voi vi riposate all’ombra degli alberi, magari sorseggiando un drink o mangiando un gelato.
L’ingresso al Parco Idropinico “Il Pisciarello” è gratuito e libero. Solo le varie attività e attrazioni sono a pagamento.
3. Terme di Caramanico
Le Terme di Caramanico sono tra le più importanti e famose d’Italia. Si tratta di terme storiche, sfruttate da secoli per le straordinarie proprietà terapeutiche.
L’utilizzo a fini curativi delle acque sulfuree di Caramanico Terme è testimoniato per la prima volta in un documento del 1576. Quell’anno Padre Serafino Razzi visitò Caramanico in occasione delle prediche quaresimali e nel suo diario di viaggio riportò con stupore l’usanza del luogo di curare i malati di scabbia con l’acqua sulfurea che sgorgava naturalmente da una sorgente detta “Zolfanaia”.
Allì 17 Marzo, in sabbato, dopo desinare, andai col Priore fra’ Giuseppe di questa Terra di Caramanico, che così hora si chiama, invece di Caromonaco, a spasso circa mezzo miglio, a un certo romitorio, detto San Castaldo, poco sotto la Villa di Santa Croce, in una ripa, sopra il fiume Orfento; vedemmo nel viaggio, e passammo molti rivi d’acque, ed uno fra gli altri detto, la Zolfanaia di cui bevendo i rognosi, tante mattine, guariscono, come mi narra il compagno. (Padre Serafino Razzi)
Lo stabilimento termale attuale di Caramanico è attivo dal 1901. Venne costruito nei pressi della sorgente di acqua termale minerale sulfurea ad alto grado solfidrimetrico chiamata “La Salute”. Le altre due sorgenti impiegate dalle Terme di Caramanico per i trattamenti termali sono la “Gisella”, sempre sulfurea, e il “Pisciarello”, oligominerale ad effetto diuretico.
Da allora ad oggi le Terme di Caramanico sono state trasformate in un moderno e attrezzato complesso termale, dove ogni anno centinaia di persone si recano per trattare disturbi e patologie più o meno gravi sfruttando le proprietà benefiche delle acque sulfuree e gli effetti diuretici delle acque oligominerali.
L’acqua termale sulfurea di Caramanico Terme è particolarmente adatta a trattare disturbi dermatologici, respiratori, uditivi, osteoarticolari e digerenti. Presso le Terme di Caramanico potete sottoporvi a cure inalatorie (aerosol, inalazioni, humage, nebulizzazioni, insufflazioni, docce nasali) e fangoterapie (fanghi e bagni sulfurei) oltre a diverse tipologie di riabilitazione termale.
Le Terme di Caramanico comprendono anche una moderna Area Wellness, dedicata al benessere a 360° degli ospiti dello stabilimento, dove potete sottoporvi a trattamenti di estetica termale viso e corpo, massaggi, idromassaggi, chinesiterapia, ionoforesi, tecarterapia, magnetoterapia, linfodrenaggi e molto altro.
Anche se non dovete sottoporvi a trattamenti e cure termali, non esitate a varcare il grande cancello d’ingresso del Parco delle Terme di Caramanico.
Superato il cancello, accanto al quale vi darà il benvenuto la scritta “Terme di Caramanico – La salute dal 1576”, vi troverete di fronte gli iconici vasconi colmi d’acqua e circondati da scenografici filari di alberi che negli anni sono diventati il simbolo del borghetto termale abruzzese.
4. Valle dell’Orfento
La Riserva Naturale Valle dell’Orfento è una delle attrazioni turistiche più note di Caramanico Terme e ogni anno attira nel borghetto abruzzese migliaia di appassionati di trekking ed escursioni.
All’interno della riserva sono presenti diversi sentieri escursionistici, alcuni adatti anche ai principianti ed altri più impegnativi.
Il contesto naturale della Valle dell’Orfento è caratterizzato dalla presenza di fitta vegetazione, canyon rocciosi e valloni, oltre che dall’abbondanza di acqua. Si tratta di un ambiente ricco di biodiversità floristica e faunistica.
Tra i sentieri nella Valle dell’Orfento, quello più facile da percorrere (quindi adatto anche alle famiglie con bambini e ai trekker meno esperti) è il Sentiero delle Scalelle (B6 – S) fino al Ponte di Caramanico.
Altri sentieri della Valle dell’Orfento molto affascinanti sono:
- l’Anello Ponte del Vallone (B2 – S),
- l’Anello del Ponte della Pietra fino all’Eremo di Sant’Onofrio all’Orfento (B2 – S – B6),
- il Sentiero per l’Eremo di San Giovanni all´Orfento da Decontra (B1 – S).
Vi ricordo che per accedere a tutti i sentieri della Valle dell’Orfento bisogna obbligatoriamente ritirare un’autorizzazione gratuita presso il Centro Visita della Valle dell’Orfento, situato in Via del Vivaio, 1, a Caramanico Terme. Per maggiori informazioni: majambiente.it.
Per approfondire Valle dell’Orfento: escursione facile sul Sentiero delle Scalelle |
5. Area Faunistica della Lontra
Adiacente al Centro Visita della Valle dell’Orfento e all’accesso al Sentiero delle Scalelle si trova un’attrazione che farà la gioia di grandi e piccini: l’Area Faunistica della Lontra.
Fondata nel 1989 dal Corpo Forestale dello Stato, l’Area Faunistica della Lontra di Caramanico Terme è ad oggi uno dei centri più importanti di allevamento e tutela della Lontra europea (Lutra lutra).
La Lontra europea, un tempo presente su tutto il territorio italiano, è oggi inserita tra le specie ad alto rischio di estinzione.
Grazie all’alta qualità dell’acqua e alla presenza di una rigogliosa vegetazione, l’ambiente umido che caratterizzava la zona di incontro tra i fiumi Orfento e Orta aveva permesso la sopravvivenza di una piccola popolazione di lontre selvatiche. Per tale ragione la Valle dell’Orfento venne scelta per la creazione di un centro dedicato a questi animali.
All’interno dell’Area Faunistica della Lontra, oltre ad un interessante percorso museale e didattico, è presente un’area dedicata alla tutela e riproduzione delle lontre, grazie alla realizzazione di 8 grandi recinti che riproducono l’ambiente tipico dei corsi d´acqua Orfento e Orta, ideale dimora per la Lontra europea.
Data la natura schiva e timorosa di questo simpatico mustelide, le visite guidate al recinto didattico dell’Area Faunistica della Lontra vengono effettuate in gruppi poco numerosi e solo in alcuni giorni della settimana.
Se volete recarvi in visita all’Area Faunistica della Lontra di Caramanico Terme vi consiglio di chiedere informazioni su calendario delle visite e prenotazioni al Centro Visita della Valle dell’Orfento. Non abbiate timore di non ricevere risposta: io stessa ho contattato il Centro Visita per informazioni sull’accesso ai sentieri e all’Area Faunistica via e-mail ([email protected]) e ho ricevuto riscontro a stretto giro.
6. Eremi celestiniani
Caramanico Terme è la base ideale per un viaggio alla scoperta degli eremi più belli e suggestivi d’Abruzzo.
Il territorio del Parco Nazionale della Majella è costellato di romitori, eremi e luoghi di culto costruiti nei luoghi di impervi e remoti della Montagna Madre.
La Majella, con i suoi profondi canyon di roccia e i suoi impervi valloni, con le sue scoscese cime rocciose e i suoi boschi fittissimi, offriva agli eremiti il contesto naturale ideale per la vita ascetica e l’isolamento dal mondo esterno. Non stupisce, quindi, l’elevato numero di eremi che ne contraddistingue il territorio.
I più visitati sono, ovviamente, gli eremi celestiniani, ricollegabili, cioè, alla figura di Celestino V, inseriti in un itinerario tematico di più giorni noto come Cammino di Celestino V.
Pietro Angelerio (detto Pietro da Morrone), monaco eremita e venerato come Santo in vita, venne raggiunto dalla notizia della sua elezione al Soglio pontificio proprio durante uno dei suoi lunghi periodi di eremitaggio sul Monte Morrone. Eletto Pontefice con il nome di Celestino V, è ricordato oggi come come il Papa del “gran rifiuto” (Dante Alighieri nella Divina Commedia lo collocò per questa ragione nell’Antinferno tra gli Ignavi).
Avevo già parlato di Celestino V in occasione della mia visita all’Eremo di Sant’Onofrio al Morrone, vicino Sulmona. Se siete interessati all’argomento, vi consiglio di leggere il racconto dell’escursione. Eremo di Celestino V a Sulmona: come raggiungerlo e cosa vedere |
Da Caramanico Terme è possibile raggiungere e visitare alcune degli eremi più interessanti e noti della Majella.
Dalla frazione di Decontra di Caramanico Terme, ad esempio, parte il sentiero per raggiungere l´Eremo di San Giovanni all’Orfento.
Sfruttando la profonda fenditura che si apriva in una parete di roccia a strapiombo, vennero realizzati degli ambienti adatti ad accogliere i monaci eremiti.
L’Eremo di San Giovanni all’Orfento è interamente scavato nella roccia e per accedervi bisogna superare un ingresso molto basso e stretto: è necessario distendersi a pancia a terra e strisciare aiutandosi con braccia e gomiti lungo una lingua di roccia a picco sul vuoto.
Qui Pietro da Morrone soggiornò insieme ad altri monaci per lunghi periodi tra il tra il 1284 e il 1293. Quello di San Giovanni all’Orfento restò sempre uno degli eremi più amati dal futuro Papa Celestino V.
Come raggiungere l´Eremo di San Giovanni all’Orfento?Dalla località Decontra si seguono prima il sentiero B1 e, successivamente, il Sentiero dello Spirito (S). Il tempo di percorrenza del sentiero è di 6 ore e il livello di difficoltà è E (Escursionistico – medio). |
Un altro eremo imperdibile se state per visitare Caramanico Terme è l’Eremo di San Bartolomeo in Legio, costruito per volere di Pietro da Morrone, che vi soggiornò in prima persona tra il 1274 e il 1276 in compagnia di alcuni fedeli discepoli.
Interamente scavato nella roccia, l’Eremo di San Bartolomeo in Legio è decorato con affreschi ancora ben conservati e consta di una chiesetta e di alcuni modesti alloggi riservati agli eremiti.
L’eremo è accessibile attraverso 4 ripide scalinate in pietra grezza, anch’esse scavate nella roccia, che conducono alla soprastante balconata panoramica con al centro la vasca di raccolta dell’acqua piovana.
Come raggiungere l’Eremo di San Bartolomeo in Legio?L’Eremo di San Bartolomeo in Legio si trova nel comune di Roccamorice ma è facilmente raggiungibile da Decontra di Caramanico Terme, seguendo un sentiero ad anello (Anello della Valle Giumentina). Il tempo di percorrenza è di 2 ore e mezza circa e il livello di difficoltà è E (Escursionistico – facile). |
L’ultimo eremo che vi consiglio di visitare nei dintorni di Caramanico Terme è l’Eremo di Sant’Onofrio all’Orfento.
Di quest’ultimo sono rimaste sono le rovine ma il sentiero per raggiungerlo vi offrirà la possibilità di fare una stimolante passeggiata nella Valle dell’Orfento, scoprendo angoli remoti e affascinanti di questa area protetta.
Come raggiungere l’Eremo di Sant’Onofrio all’Orfento?Si parte dal Centro di Visita di Caramanico Terme, dove va richiesta l’apposita autorizzazione ad accedere al sentiero (gratuita ma obbligatoria), e si segue prima il sentiero B2, poi il Sentiero dello Spirito (S). Il tempo di percorrenza è di circa 6 ore e il livello di difficoltà è E (Escursionistico – medio). |
Alcuni degli eremi della Montagna Madre appena menzionati sono stati inseriti tra le tappe di un emozionante trekking di più giorni, tra i più belli da fare nel Parco Nazionale della Majella.
Il Sentiero dello Spirito, della lunghezza complessiva di ben 73 chilometri, richiede 4 giorni di cammino e si sviluppa in altrettante tappe, toccando i principali luoghi di culto eremitici della Majella e del Morrone.
7. Sentiero della Libertà
La Majella e la Valle dell’Orfento fanno da sfondo anche ad una vicenda storica poco conosciuta ma molto toccante, avvenuta all’epoca dell’occupazione nazista.
Nel Febbario del 1943 un gruppo di 350 prigionieri alleati vennero condotti presso il campo di prigionia Acquafredda di Roccamorice per essere impiegati come forza lavoro nell’industria mineraria. Tra i detenuti c’era anche il caporalmaggiore neozelandese John Evelyn Broad, catturato dai Tedeschi in battaglia.
L’8 settembre 1943, con l’Armistizio di Cassibile, l’Italia proclamò la resa incondizionata agli Alleati. John Evelyn Broad ed altri compagni di prigionia fuggirono dal campo di Acquafredda, cercando riparo in grotte e anfratti sulle montagne. Braccati dai Tedeschi, tormentati dalla paura di essere trovati e trucidati, i fuggitivi si trovano a dover fronteggiare l’approssimarsi del rigido inverno abruzzese.
Con pochi viveri, mal equipaggiati e allo stremo delle forze, il caporalmaggiore Broad e i suoi compagni riuscirono a sopravvivere solo grazie alla generosità della popolazione locale. Nascosti nelle grotte e nei boschi della Valle dell’Orfento, i fuggitivi vennero aiutati con viveri e beni di prima necessità donati dai Caramanichesi. Gli abitanti del luogo, a rischio della propria vita, li nascosero in cascinali e stalle nelle notti più rigide e li avvisarono prontamente ogni volta che i Tedeschi pattugliavano la zona.
Il diario stilato quasi quotidianamente da John Evelyn Broad racconta in dettaglio tutta la storia, dalla rocambolesca fuga dal campo di prigionia fino al ricongiungimento con le truppe alleate nell’Aprile del 1944. Da questo diario venne tratto il libro Poor people, poor us (Povera gente, poveri noi).
Nella Valle dell’Orfento è stato creato un sentiero tematico, il Sentiero della Libertà, che tocca i luoghi della fuga del caporalmaggiore Broad e dei suoi compagni, segnalati da appositi pannelli esplicativi che riportano i passaggi più significativi del libro.
8. Valle dei Luchi e Rapide di Santa Lucia
Se volete vedere un luogo insolito e poco conosciuto dovete recarvi a San Tommaso, frazione di Caramanico Terme.
Imboccando un sentiero nei pressi della Chiesa di San Tommaso, si raggiunge prima la Valle dei Luchi (o Piano del Luco), caratterizzata dalla presenza di grossi torrioni di roccia monolitici. Questo luogo era considerato sacro in passato e il suo nome deriverebbe dal termine latino lucus, che significa “bosco sacro”.
Proseguendo lungo il sentiero ci si imbatte prima nelle pareti rocciose note come “muro di Santa Lucia”, che riportano antiche iscrizioni rupestri, e successivamente in uno dei tratti più scenografici del Fiume Orta, cioè le Rapide di Santa Lucia (o Marmitte dei Giganti).
Il tempo di percorrenza del sentiero è di circa un’ora. E’ adatto a tutti, anche alle famiglie con bambini allenati e abituati a camminare. Ovviamente vige la raccomandazione di non perdere mai di vista i piccoli di casa, data la presenza di rocce scivolose e tratti abbastanza scoscesi molto vicini al fiume.
9. Sfilata dei Palmentieri (Festa dell’Assunta)
Mai sentito parlare dei Palmentieri? La festa in onore dell’Assunta è un momento molto sentito a Caramanico Terme.
Ogni anno, in occasione dell’esposizione al pubblico della statuetta dell’Assunta nella giornata del 14 Agosto, a Caramanico Terme vengono preparare delle particolari offerte per la Madonna.
La Festa dell’Assunta e la Sfilata dei Palmentieri sono usanze strettamente collegate alle tradizioni agro-pastorali del paese.
Il mese di Agosto, periodo di mietitura e trebbiatura, viene celebrato in Abruzzo con le classiche feste di ringraziamento per l’abbondanza dei raccolti e per i preziosi doni ricevuti dai campi, in particolar modo il grano. Non è un caso se proprio il grano spesso è il “protagonista” o, per lo meno, una “comparsa”, delle celebrazioni e dei riti popolari che si tengono nei mesi estivi in tutto l’Abruzzo.
Una di queste antiche feste di ringraziamento è proprio la Sfilata dei Palmentieri a Caramanico Terme.
Grandi cesti di vimini vengono ricoperti di pizzelle (dolci tradizionali) e portati in giro per il paese dalle donne vestite in abito tradizionale caramanichese, unitamente a conche e ceste decorate con spighe di grano o veri e propri mazzi di spighe dorate, alloro e fiori. Ad accompagnarle nella sfilata anche gruppi di uomini in costume tradizionale che sorreggono rami di querce sempre adornati di pizzelle.
Al termine della sfilata in costume, sia i Palmentieri che le conche e gli altri omaggi vengono deposti ai piedi della statua dell’Assunta in segno di devozione.
La Festa dell’Assunta e il tradizionale corteo dei Palmentieri si tengono a Caramanico Terme ogni anno il 14 Agosto: se vi trovate in zona, non potete non partecipare!
Caramanico Terme: cosa fare e vedere nei dintorni
Dopo aver visto quali sono le cose da fare e vedere a Caramanico Terme, passiamo ad esplorare i dintorni. A breve distanza da Caramanico Terme potete, infatti, visitare dei borghi pittoreschi e vedere alcuni luoghi a dir poco imperdibili.
Quali sono? Lo scopriremo insieme nelle tappe successive di questo viaggio alla scoperta di Caramanico Terme e dei suoi dintorni.
San Valentino in Abruzzo Citeriore
San Valentino in Abruzzo Citeriore, oltre ad essere il comune italiano con il nome più lungo in assoluto, è un borgo molto interessante dal punto di vista turistico.
Molto amato dagli appassionati di Fotografia per le vedute mozzafiato aperte verso l’Adriatico e sulla vallata del Fiume Pescara, è la meta perfetta per dedicarsi alle passeggiate tra vicoli, stradine e piazzette dal fascino antico.
Irrinunciabile è la sosta di fronte al Duomo dei Santissimi Valentino e Damiano, la cui facciata è delimitata ai lati da una coppia di torri campanarie gemelle.
Nella parte alta del borgo si trova anche il Castello Farnese (anche noto come Palazzo Farnese), modificato, ampliato e rimaneggiato più volte nel corso dei secoli e delle dominazioni e oggi eletto a simbolo del paesino abruzzese.
Tra le cose da vedere a San Valentino in Abruzzo Citeriore ricordo:
- il Museo dei Fossili e delle Ambre, ospitato nella settecentesca Villa Olivieri de Cambacérès,
- il Belvedere della Stella, dal quale si gode una veduta molto fascinosa della Val Pescara,
- il Belvedere di San Nicola, che offre il punto di osservazione privilegiato per guardare il paese dall’alto con la cornice naturale offerta dalle vette della Majella.
Oltre che per le sue attrazioni culturali, il borgo di San Valentino in Abruzzo Citeriore è noto anche per un particolare evento che qui si tiene ogni anno la sera del 10 Novembre, cioè la Processione dei Cornuti.
Gli uomini del paese, con in testa bizzarri copricapo (decorati con corna di vacche, cervi e capre, oltre campanacci e decori vegetali), sfilano per il paese compiendo riti goliardici legati al tema dell’infedeltà coniugale, in un’atmosfera giocosa e divertente.
La sfilata dei cornuti si conclude con il “ballo della pupa”, un fantoccio dalle sembianze femminili che, danzando, proietterà tutt’intorno giochi pirotecnici. Al termine dell’evento, tutti i ristoranti del borgo servono il piatto della festa, un ottimo spezzatino di vitello al sugo noto come “spezzatino alla cornuta”, accompagnato da vino novello e castagne arrosto.
Pennapiedimonte
Pennapiedimonte è un pittoresco borghetto che vi suggerisco di aggiungere al vostro elenco delle cose da vedere vicino a Caramanico Terme.
Il nome del paese, Pennapiedimonte, singnifica letteralmente “la pinna ai piedi del monte”.
CURIOSITA’: LA PINNA In località “Balzolo” potrete vedere il grande sperone roccioso noto con il nome di “Cimirocco” (la “pinna” situata, appunto, ai piedi della montagna) dalla forma che ricorda quella di una donna con il capo chino in avanti. Secondo la tradizione popolare, la dea Maja giunse in queste zone per cercare delle erbe medicinali allo scopo di curare il figlio gravemente ferito. Purtroppo Maja non riuscì a salvare il figlio e qui rimase pietrificata per sempre a vegliarlo. |
Oltre che per dedicarsi all’andar per borghi, potete recarvi a Pennapiedimonte se siete appassionati di trekking, escursioni e scampagnate.
La prima tappa da non perdere è il Belvedere Balzolo, un punto panoramico di sorprendente bellezza. Capirete immediatamente a cosa sia dovuto il soprannome di questo borgo, cioè “balcone d’Abruzzo”.
Dal Belvedere Balzolo di Pennapiedimonte iniziano diversi sentieri escursionistici, alcuni facili, altri più impegnativi.
Vi consiglio l’escursione su sterrata ma abbastanza abbordabile che, seguendo il sentiero G2, conduce all’area pic-nic del Linaro e alla Madonna delle Sorgenti. Dalla Madonna delle Sorgenti si può proseguire fino alla Cascata del Linaro, con un leggero aumento della difficoltà di percorrenza da facile a medio. Il sentiero perfetto per una passeggiata all’aria aperta alla scoperta delle cascate della Valle dell’Avello.
A Pennapiedimonte, noto anche come “paese degli scalpellini”, non dimenticate di fermarvi ad ammirare le varie sculture che incontrerete lungo il cammino, durante l’esplorazione del borghetto. Particolarmente meritevole di una sosta è l’opera dello scultore Antonio Di Campli, scolpita nella bianca roccia della Majella a breve distanza dal Balzolo. L’opera è dedicata al pastore Domenico “Mimì” Di Bello, la cui morte è ancora avvolta nel mistero.
Roccacaramanico
Non appena giungerete a Roccacaramanico vi accoglierà un cartello che vi inviterà a passeggiare tra i vicoletti, immergendovi per qualche momento in un mondo lento, silenzioso, semplice, ancora scandito dai ritmi di un lontano passato.
“Il paese è piccolo e l’auto inquina, se vuoi visitarlo, scendi e cammina.”
Il borghetto è davvero molto piccolo, quindi potrete visitarlo in poche ore, dimenticando per un po’ la confusione del mondo esterno e i problemi della vita quotidiana.
Sant’Eufemia a Maiella
Potete abbinare la visita a Roccacaramanico con un giro nel vicino borgo di Sant’Eufemia a Maiella, ad appena 15 minuti in auto.
Sant’Eufemia a Maiella nasce attorno al nel XIV secolo come insediamento di tipo pastorale e il nucleo di abitazioni più antiche è quello che sorge tutt’intorno alla chiesa parrocchiale.
La Chiesa di San Bartolomeo Apostolo risale al XV secolo ed è in stile neo-romanico con interni barocchi. Nel corso dei secoli il centro abitato si ampliò con nuove contrade, anche se le dimensioni restarono comunque modeste.
Oltre al centro storico, sono da non perdere il Giardino Botanico “Daniela Brescia” e i sentieri di trekking che, partendo dal paesino, conducono al Fiume Orta e alla Riserva Naturale Orientata Lama Bianca.
Riserva Naturale Orientata Lama Bianca
Partendo da Sant’Eufemia a Maiella o da Caramanico Terme e spostandovi in direzione Passo San Leonardo lungo la SR 487 potete regalarvi un’escursione davvero speciale.
Un sentiero lungo circa 3 chilometri si snoda all’interno della faggeta secolare di Lama Bianca. Il fascinoso e poco impegnativo sentiero ha un tempo di percorrenza di circa 1 ora e mezza (sola andata).
Il punto di partenza è la Fonte della Fratta, dalla quale si raggiungono il Rifugio Filippo Di Donato e la Fonte Lama Bianca. Qui troverete tavolini e zona barbecue se volete fare un pic-nic.
La passeggiata nella faggeta secolare della Riserva Naturale Orientata Lama Bianca di Sant’Eufemia a Maiella vi lascerà senza fiato per la bellezza del luogo e della vegetazione. Un piccolo paradiso ancora poco conosciuto, assolutamente da scoprire.
Passo San Leonardo
Passo San Leonardo (1.282 metri s.l.m.) è un valico appenninico che collega Pacentro a Sant’Eufemia a Maiella.
Oltre ad ospitare un piccolo impianto sciistico, il valico di Passo San Leonardo offre diverse opportunità di praticare attività sportive (ciclismo su strada, mountain bike, equitrekking, etc.) ed escursionismo.
La zona è particolarmente nota tra gli escursionisti che vogliono raggiungere il Monte Amaro (2.795 metri s.l.m.), la vetta più alta della Majella, grazie alla cosiddetta “direttissima”.
Pacentro
Pacentro è uno dei Borghi più belli d’Italia e senza dubbio uno dei paesini più belli in assoluto da visitare in Abruzzo. Se non ci siete ancora stati, organizzate al più presto una gita fuori porta a Pacentro e non ve ne pentirete.
La silhouette del borgo è riconoscibile a distanza sin dalla prima occhiata grazie alla presenza degli imponenti torrioni squadrati del Castello dei Cantelmo-Caldora. Il castello, dotato di doppia cinta muraria (una più antica, interna, ed una più recente, esterna e meglio conservata), faceva parte di un sistema di fortificazioni poste a protezione e controllo della Valle Peligna.
Il secondo edificio-simbolo di Pacentro è la Chiesa di Santa Maria Maggiore (o Chiesa di Santa Maria della Misericordia), con l’elegante facciata in pietra bianca della Majella. La chiesa è affacciata su Piazza del Popolo, dove è ospitata anche una raffinata fontana monumentale settecentesca.
Perdetevi tra i vicoli di Pacentro e immergetevi nell’atmosfera semplice e spontanea dei piccoli centri montani abruzzesi.
Per scoprire qualcosa in più su come si viveva un tempo a Pacentro e nei paesini dei dintorni, visitare la Casa di Marlurita, un piccolo museo della civiltà contadina realizzato all’interno dell’abitazione di Maria Loreta Chiàchiò (detta Marlurita). La modesta dimora è stata lasciata esattamente come si presentava nel 1978, quando la sua proprietaria morì, ed è la testimonianza più vivida ed eloquente della vita quotidiana nei centri rurali dell’entroterra montano abruzzese.
Abbateggio
A proposito di Borghi più belli d’Italia, nei dintorni di Caramanico Terme vi segnalo anche Abbateggio. Si tratta di un grazioso paesino posto in posizione panoramica su un promontorio roccioso alle pendici settentrionali della Majella.
La veduta che si gode da Abbateggio spazia dal Gran Sasso fino al mare Adriatico, abbracciando scenari montani fiabeschi e selvagge vallate coperte da fitti boschi.
Vi suggerisco di fare tappa ad Abbateggio anche e soprattutto per la presenza dell’Ecomuseo della Valle del Lejo, un progetto di recente creazione ma decisamente interessante. L’Ecomuseo della Valle del Lejo ha l’obiettivo di riqualificare i siti minerari del territorio e di dare vita ad un percorso turistico e didattico legato alla riscoperta e valorizzazione dell’attività mineraria locale, una tradizione che per decenni ha rappresentato una ricchezza per Abbateggio.
L’Ecomuseo della Valle del Lejo è inserito in un più ampio progetto denominato Ecomuseo della Majella che coinvolge anche alcuni comuni limitrofi interessati dalla presenza di siti minerari e resti di archeologia industriale mineraria, cioè Lettomanoppello, Manoppello, Roccamorice, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Scafa, Serramonacesca e Turrivalignani.
Nel territorio di Abbateggio sono anche visibili alcuni tholos, costruzioni in pietra a secco di tradizione agro-pastorale che ricordano nell’aspetto i trulli pugliesi.
Uno dei complessi più interessanti di capanne a tholos si trovano nella Valle Giumentina, un’area di interesse archeologico ma anche naturalistico. Da qui, infatti, si dipartono diversi percorsi escursionistici tra i quali spicca il sentiero per raggiungere l’Eremo di San Bartolomeo in Legio, uno dei più noti eremi celestiniani della Majella.
Bolognano e la Valle dell’Orta
L’ultimo consiglio sulle cose da fare vicino a Caramanico Terme è dedicato agli appassionati di trekking ed escursioni: la Valle dell’Orta.
Possiamo considerare il piccolo paese di Bolognano come la “porta” per addentrarsi nelle meraviglie naturali della Valle dell’Orta.
Il Fiume Orta nasce nei pressi di Passo San Leonardo e, dopo aver compiuto un avventuroso viaggio tra dolci vallate, canyon rocciosi, strette gole e salti vertiginosi, si unisce al fiume Pescara per poi sfociare nell’Adriatico. Tutt’intorno al fiume si staglia un paesaggio eterogeneo di notevole interesse naturalistico.
Le cose da fare e vedere nella Riserva naturale regionale Valle dell’Orta sono numerose ma ve ne consiglio una in particolare.
Partendo da Bolognano, con una passeggiata di un’ora circa potete raggiungere la Cascata della Cisterna.
Qui il fiume si tuffa, compiento un salto d’acqua spettacolare, da uno sperone roccioso per terminare la sua corsa in una piscina naturale di acqua cristallina. Vi troverete di fronte ad un paradiso nascosto nei meandri della boscaglia, un luogo selvaggio e misterioso, che vi regalerà emozioni indimenticabili.
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