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The Floating Piers: il viaggio utopico di Christo sul Lago d’Iseo

The Floating Piers | Lago d'Iseo (Lombardia)

L’opera d’arte realizzata da Christo sul Lago d’Iseo non è The Floating Piers. La vera opera d’arte è il viaggio che si compie su The Floating Piers.

Lunghe passerelle cangianti, che passano dal giallo all’arancione acceso se bagnate, guidano il visitatore in un percorso fisico, ma soprattuto emotivo, sull’acqua.

Il percorso su The Floating Piers non ha una meta, si va avanti, attivando tutti i sensi. Il contrasto tra la fluidità dell’acqua e la rigidità delle passerelle convive con l’altrettanto deciso contrasto tra la fluidità della massa umana in movimento sulle passerelle e la staticità del lago, percepito come un corpo unico e compatto.

Le acque placide del Lago d’Iseo sembrano una pianura isolata tra le montagne. Un flusso, a tratti calmo a tratti impetuoso, vi si propaga ogni giorno disegnando geometrie ipnotiche. Una marea umana tumultuosa, che migra tenendosi in equilibrio sulle passerelle fluttuanti sovvertendo le leggi della fisica. In cammino sull’acqua, senza direzione, senza ordine, senza scopo se non quello di fondersi con la natura circostante e viverne dall’interno la bellezza.

Il senso dell’opera è sintetizzato in una dichiarazione di Christo.

“L’opera è aperta, bisogna sentirla. È questo il significato. E qual è il significato di una sensazione? Voi dovete scoprirlo, non è un problema mio, ogni interpretazione è legittima.”

Lo stravolgimento dei normali punti di vista e di equilibro, disorienta e orienta allo stesso tempo. L’opera soddisfa uno dei desideri primordiali dell’essere umano, seppur in maniera effimera. Il camminamento sull’acqua, intrinsecamente utopico, diviene realtà, temporaneamente.

L’istallazione è democratica per scelta del suo creatore.

Le passerelle di The Floating Piers sono aperte a tutti, senza limiti di tempo e gratuitamente. Una volta salito sui tappeti galleggianti arancioni, il visitatore compie un viaggio individuale e si immerge in una esperienza tattile e visiva del tutto personale.

“Non darei un centimetro della libertà dei miei progetti. Ecco perché tutti i miei progetti sono sovvenzionati da me, non hanno nessun finanziatore. Sono assolutamente irrazionali e inutili, il mondo può vivere senza di essi, sono espressione di una libertà assoluta. Qualcuno ci ha detto che eravamo stupidi a non far pagare il biglietto per The Floating Piers, ma ho 81 anni e posso permettermi di fare un progetto in assoluta libertà.”

The Floating Piers non va compresa. The Floating Piers va toccata, vissuta, sperimentata. Il pontile galleggiante, che congiunge Sulzano a Montisola, e poi Montisola all’Isola di San Paolo, è ricoperto da quasi 100mila metri quadrati di tela poliammidica giallo/arancione ed è lungo 3 chilometri.

L’opera, dopo una genesi travagliata e lunga (il progetto è stato ideato negli anni ’70 da Christo e dalla moglie, deceduta prima di poterlo veder realizzato) nasce già con l’intento di essere temporanea.

Nessuno possiede The Floating Piers, neanche il suo creatore. Christo l’ha sovvenzionata, di sua tasca, ma l’opera appartiene a tutti coloro che l’hanno percorsa, che l’hanno guadata, che l’hanno toccata con i piedi o con le mani, che l’hanno fotografata o che si sono fermati ad ammirare il panorama insolito dal centro del lago, dall’acqua.

L’opera d’arte non è The Floating Piers, ma l’atto di camminarci sopra, l’averla vissuta dall’interno, il ricordo di averla percorsa. L’opera d’arte è il viaggio.

Written by Lucia D'Addezio

Viaggiatrice seriale, fotografa per passione e scrittrice compulsiva. Le cose che non mancano mai nella sua borsa sono: un fornito beauty case, la sua fedele macchina fotografica, carta e penna.

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