Trekking facile ai Piani di Artavaggio per raggiungere il Rifugio Nicola e la cima del Monte Sodadura. Vi racconto la mia escursione ai Piani di Artavaggio con foto del sentiero e dettagli (difficoltà, durata, lunghezza del percorso, cose da fare e vedere).
Il Rifugio Nicola è facile da raggiungere a piedi partendo dai Piani di Artavaggio, un bucolico pianoro di montagna situato a un’altitudine tra i 1.600 e i 1.900 metri s.l.m. tra le verdeggianti montagne del ramo lecchese del Lago di Como.
Il trekking al Rifugio Nicola partendo dai Piani di Artavaggio è una delle escursioni più belle da fare in Lombardia. Inoltre dal Rifugio Nicola si può proseguire fino alla vetta del Monte Sodadura, dalla quale si gode di una spettacolare veduta dall’alto sulle montagne circostanti.
Escursione ai Piani di Artavaggio: dettagli trekking
Vediamo insieme tutti i dettagli dell’escursione con partenza dai Piani di Artavaggio e salita prima al Rifugio Nicola (pranzo) e al Monte Sodadura.
Per praticità e chiarezza, dividerò il racconto di questa escursione in 3 parti: |
Noi abbiamo deciso di salire in funivia fino ai Piani di Artavaggio per ridurre il dislivello complessivo dell’escursione e poterci godere l’escursione senza fare sforzi eccessivi. Volendo si può salire a piedi ai Piani di Artavaggio ma dovete aggiungere circa 2 ore – 2 ore e mezza (a seconda del sentiero scelto) al tempo di percorrenza complessivo.
Dai Piani di Artavaggio noi abbiamo intrapreso il trekking fino al Rifugio Nicola, una passeggiata in montagna facile e adatta a tutti (anche ai bambini abituati a camminare su sentieri sterrati e in salita, privi di particolari difficoltà).
Il sentiero che sale dal Rifugio Nicola fino alla vetta del Monte Sodadura è, invece, di media difficoltà, quindi adatto solo a escursionisti più esperti e allenati. Valutate bene la difficoltà del percorso prima di intraprenderlo, soprattutto se avete con voi dei bambini.
Più avanti troverete la descrizione dettagliata delle 3 parti dell’escursione, con foto e caratteristiche tecniche del sentiero.
1. Da Moggio ai Piani di Artavaggio (in funivia)
I Piani di Artavaggio sono un affascinante pianoro montano circondato da alcune delle più belle vette delle Prealpi lombarde.
Ai piedi dei Piani di Artavaggio si trova Moggio (LC), paesino interamente cinto dalle montagne (Zuccone Campelli, Zucco di Maesimo, Corna Grande e Grigne) e località dalla quale inizia la nostra escursione.
Come raggiungere i Piani di Artavaggio? I Piani di Artavaggio possono essere raggiunti in 3 modi:
|
Noi siamo saliti in funivia fino ai Piani di Artavaggio in modo da ridurre il dislivello complessivo e non fare troppa fatica.
La Funivia Moggio-Artavaggio parte da Moggio (LC) e raggiunge i Piani di Artavaggio in 7 minuti. La stazione di partenza della funivia è servita da un parcheggio abbastanza ampio.
POSIZIONE GOOGLE MAPS: QUI |
Moggio si trova a 890 metri s.l.m. mentre l’arrivo della funivia ai Piani di Artavaggio è situata a 1.644 metri s.l.m.: il viaggio in funivia permette, quindi, di “guadagnare” quasi 800 metri di dislivello e iniziare il trekking da un’altitudine già abbastanza elevata.
La destinazione del nostro trekking è il Rifugio Nicola, uno dei rifugi più noti e amati della Lombardia, raggiungibile con una piacevole passeggiata in montagna priva di particolari difficoltà che parte proprio dai Piani di Artavaggio.
2. Dai Piani di Artavaggio al Rifugio Nicola (facile)
Una volta raggiunti i Piani di Artavaggio in funivia avvisterete quasi immediatamente il Rifugio Sassi Castelli. Superatelo e seguite semplicemente il sentiero.
Ancora qualche passo lungo il sentiero, ben marcato e facile da individuare, incontrerete sul vostro cammino l’ex Albergo degli Sciatori e una chiesetta di montagna intitolata a Maria Santissima Madre della Chiesa di Artavaggio.
La Chiesa dei Piani di Artavaggio, edificata nel 1968, è famosa per una bizzarra caratteristica dovuta alla sua posizione geografica: la parte della chiesa che arriva fino all’altare è in provincia di Lecco mentre l’area della sacrestia si trova in provincia di Bergamo.
Superata la Chiesa dei Piani di Artavaggio (visitabile) si segue il sentiero in direzione Rifugio Nicola per circa 30 minuti fino ad avvistare in lontananza l’iconica sagoma di forma piramidale del rifugio.
Non è un caso che il Rifugio Nicola sia a forma di piramide. L’edificio che lo ospita, infatti, è ispirato nell’aspetto e nelle forme al limitrofo Monte Sodadura, anch’esso a forma di piramide.
Al Rifugio Nicola potete regalarvi un meritato pranzo a base di specialità lombarde e piatti della della tradizione montana come polenta taragna, pizzoccheri, lasagne, brasato, funghi trifolati, salsicce e braciole ai ferri, stinco al forno, cacciagione, taglieri di salumi e formaggi. Il pranzo può avvenire in 2 modalità, self-service o ristorante. Noi abbiamo ordinati pizzoccheri, pasta al ragù e polenta con brasato accompagnando il pranzo con una birra fresca e, in conclusione, tiramisù e torta ai frutti di bosco.
Il Rifugio Nicola è circondato da ampi prati verdi dove potete fermarvi a fare un pic-nic o a riposarvi distesi su un telo, godendo della veduta panoramica.
Se avete ancora voglia di camminare, dal Rifugio Nicola potete raggiungere in circa 30 minuti la vetta del Monte Sodadura (2.010 metri s.l.m.), dall’inconfondibile forma piramidale.
3. Dal Rifugio Nicola alla vetta Monte Sodadura (impegnativo)
Dopo un pranzetto ricostituente al Rifugio Nicola abbiamo deciso di allungare la nostra escursione raggiungendo la vetta del Monte Sodadura, la cui silhouette piramidale è già ben visibile in lontananza.
Attenzione. Da questo punto in poi l’escursione è impegnativa e non è consigliabile a persone non abituate a camminare su sentieri molto sconnessi, con tratti di sasso e roccia abbastanza esposti e caratterizzati da pendenze notevoli. Sconsiglio la salita al Monte Sodadura anche a chi soffre di vertigini, dato che un tratto del sentiero, seppur breve, è esposta e occorre aiutarsi con le mani nel salire verso la cima. |
Lasciandoci il Rifugio Nicola alle spalle (con il rifugio sulla sinistra, imboccate il sentiero alla sua destra), abbiamo semplicemente seguito le indicazioni per “Monte Sodadura”. Il primo tratto di sentiero è di facile percorrenza e sostanzialmente pianeggiante. Dopo aver camminato in scioltezza per una decina di minuti giungiamo al cartello che indica “Monte Sodadura – impegnativo”, con una tempistica di percorrenza di 20 minuti.
Non lasciatevi ingannare dalla previsione di una durata breve per la salita verso la vetta della Sodadura. Si tratta di un trekking sì breve ma di media difficoltà, certamente non adatto a bambini piccoli, a bambini e ragazzi non abituati a camminare in montagna (salita ripida, sentiero sconnesso, brevi tratti esposti) e in generale a escursionisti principianti.
Ripeto queste raccomandazioni perché se anche voi volete intraprendere la salita al Monte Sodadura dovete essere consapevoli di:
- dover affrontare un’escursione di breve durata ma impegnativa,
- dover essere vestiti adeguatamente (scarpe da trekking, abbigliamento comodo, acqua),
- in Inverno, dover essere equipaggiati all’ascesa alla Sodadura con ramponi/ramponcini e attrezzatura alpinistica in presenza di neve o ghiaccio,
- dover essere in grado di aiutare eventuali bambini e ragazzi (non principianti con il trekking, altrimenti vi sconsiglio di proseguire) nei tratti più insidiosi o ripidi.
La salita alla Sodadura sin dai primi passi si mostra scoscesa, ripida e parzialmente esposta. Il sentiero non è battuto in tutti i tratti ma è abbastanza facile da individuare e da seguire grazie alla segnaletica apposta sulle rocce ove necessario.
Partendo dal cartello che indicava il sentiero con la dicitura “impegnativo”, in circa 20 minuti di salita decisa, con pendenze notevoli (picchi del 30%) e brevi tratti in cui ci si aiuta con le mani per superare piccole ma impervie pareti di roccia, si giunge finalmente sulla vetta del Monte Sodadura, contrassegnata da una croce. In vetta è stata collocata anche la statua di una Madonnina di colore dorato.
Giunti in vetta potrete godere di una ampia e scenografica veduta panoramica delle più belle vette del Lecchese, in particolare il Grignone (2.410 metri s.l.m.), la Grignetta (2.177 metri s.l.m.), il Resegone (1.875 metri s.l.m.) e il Monte Due Mani (1.666 metri s.l.m.), oltre allo Zuccone Campelli e ad alcune vette delle Orobie bergamasche. La veduta abbraccia anche i sottostanti Piani di Artavaggio, dominati dall’alto dalla Sodadura e avvolti da un’atmosfera idilliaca tipica dei pianori montani di questa zona della Lombardia.
In discesa si percorre il medesimo sentiero dell’andata, ripassando dal Rifugio Nicola, scendendo ai Piani di Artavaggio e riprendendo la funivia in discesa.
Escursione ai Piani di Artavaggio: informazioni utili
TEMPI DI PERCORRENZA
Se, come abbiamo fatto noi, salirete da Moggio in funivia e inizierete l’escursione dai Piani di Artavaggio, vi occorreranno 30 minuti per percorrere il tratto dai Piani di Artavaggio fino al Rifugio Nicola e altri 30 minuti per salire sulla vetta del Monte Sodadura partendo dal Rifugio Nicola.
A questi tempi di percorrenza dovrete aggiungere l’eventuale tratto a piedi da Moggio ai Piani di Artavaggio (2 ore e mezza) oppure al Culmine San Pietro ai Piani di Artavaggio (2 ore) se deciderete di non sfruttare la funivia.
DISLIVELLI ESCURSIONE
- 750 metri da Moggio ai Piani di Artavaggio (in funivia)
- 226 metri dai Piani di Artavaggio al Rifugio Nicola
- 140 metri dal Rifugio Nicola alla cima del Monte Sodadura
DETTAGLI ESCURSIONE
- Tratto in funivia: da Moggio (890 metri s.l.m.) ai Piani di Artavaggio (1.644 metri s.l.m.)
- Inizio trekking: Piani di Artavaggio (1.644 metri s.l.m.)
- Destinazione trekking: Rifugio Nicola (1.870 metri s.l.m.)
- Tappa aggiuntiva: Monte Sodadura (2.010 metri s.l.m.)
- Durata del trekking: 1 ora circa (sola andata, dai Piani di Artavaggio alla vetta del Sodadura)
- Dislivello a piedi: 366 metri (dai Piani di Artavaggio alla vetta del Sodadura)
- Difficoltà: facile fino al Rifugio Nicola, impegnativa fino alla vetta del Monte Sodadura