A Milano ci sono quattro case museo quasi sconosciute, ma molto interessanti da visitare per una uscita milanese alternativa ai soliti itinerari turistici.
Tutti conoscono Milano, la “città della Madonnina“. Di origini celtiche, ha attraversato i secoli lasciando sempre il segno, fino ad arrivare ad essere considerata una delle capitali mondiali della moda e la sede di alcuni tra i musei più importanti al mondo.
Oggi però voglio accompagnarvi a conoscere una diversa realtà museale meneghina, vi porto a conoscere le quattro case museo di Milano!
Le case museo di Milano
Le case museo milanesi sono quattro:
- il Museo Bagatti Valsecchi,
- Casa Boschi di Stefano,
- Villa Necchi Campiglio,
- il Museo Poldi Pezzoli.
Dal 2 ottobre 2008 sono riuniti nel Circuito delle case museo milanesi, nato con l’intento di far conoscere e promuovere il patrimonio culturale e artistico milanese, nel corso di quasi due secoli di storia, attraverso alcuni dei suoi protagonisti: i nobili Gian Giacomo Poldi Pezzoli e i fratelli Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi nell’Ottocento, i coniugi Boschi di Stefano e gli industriali Necchi Campiglio nel Novecento.
Le quattro case museo sono tutte situate nel centro di Milano e la loro visita permette di conoscere le storie personali dei proprietari e le scelte di gusto che riflettono non solo le tendenze artistiche e architettoniche del periodo relativo ma anche la coeva evoluzione e trasformazione della società cittadina meneghina.
Proprio grazie alla nascita di questo circuito, è possibile acquistare un biglietto cumulativo di 15 Euro (10 Euro per il ridotto), valido un anno, che permette un ingresso in ogni casa museo del circuito.
Museo Poldi Pezzoli
Troverete questo gioiello in via Manzoni 12, a due passi dal Duomo.
Il Museo Poldi Pezzoli è l’eredità di una delle famiglie dell’antica nobiltà milanese, i Poldi Pezzoli. Nasce infatti dalla collezione privata di Gian Giacomo, ultimo erede della famiglia.
Gian Giacomo è stato una figura molto importante per la sua città e per l’Italia intera, molto patriottico, ha combattuto tutta la vita per l’Unità d’Italia partecipando attivamente alle Cinque giornate di Milano e alle Guerre d’indipendenza italiane. La stessa costituzione del museo fu per lui un modo per protestare contro la censura austriaca.
Dal 1850 fino al 1879 Gian Giacomo ha messo insieme una raccolta di pezzi d’arte inestimabili, molti provenienti da famosi maestri rinascimentali quali Botticelli, Mantegna, Cosmè Tura, Carlo Crivelli, Giovanni Bellini, Piero del Pollaiolo e dei maestri medievali come Vitale degli Equi e Pietro Lorenzetti.
Fondamentale per l’istituzione della collezione fu l’aiuto dell’allora direttore dell’Accademia di Brera, Giuseppe Molteni, che ebbe un ruolo determinante in particolare nella creazione della quadreria.
Nel 1879 Gian Giacomo Poldi Pezzoli muore improvvisamente a soli 57 anni, celibe e senza eredi. Il suo testamento disponeva che la sua casa e tutte le opere in essa contenute divenissero una Fondazione artistica “ad uso e beneficio pubblico in perpetuo, colle norme in corso per la Pinacoteca di Brera”.
Il Museo Poldi Pezzoli viene inaugurato il 25 aprile 1881, durante l’Esposizione Nazionale di Milano.
La casa museo è meravigliosa, si tratta di uno dei primi e più riusciti esempi di istorismo in Europa: ogni ambiente si ispira ad uno specifico stile del passato e ospita un’eccezionale scelta di manufatti artistici antichi.
Visitatelo assolutamente e lasciatevi meravigliare sia dai capolavori nascosti dietro ad ogni angolo che dai ricchissimi arredi! In più il museo ospita diverse mostre temporanee di cui potreste approfittare.
Museo Bagatti Valsecchi
Il Museo Bagatti Valsecchi è una vera e propria perla nel centro storico di Milano. Sono sicura che v’innamorerete perdutamente delle stranezze artistiche e architettoniche che questo posto contiene!
La casa si trova tra via Gesù e via Santo Spirito, nel cuore del quartiere Montenapoleone, ed è stata la dimora di famiglia dei baroni Bagatti Valsecchi fino al 1974.
La storia di questo straordinario palazzo è indissolubilmente legata ai fratelli Fausto e Giuseppe che, a partire dagli anni ottanta del XIX secolo, iniziarono a lavorare alla ristrutturazione della dimora di famiglia nel cuore di Milano rispettando le istanze della cultura storicista del periodo.
Parallelamente, iniziarono a collezionare dipinti e manufatti d’arte del ‘400 e del ‘500 con l’intento di allestirli nella loro casa così da creare una dimora ispirata alle abitazioni del Cinquecento lombardo. E il risultato è stato ben più che raggiunto, come potrete vedere!
All’interno degli ambienti, oltre alle preziosissime opere, ci sono tantissime testimonianze della vita dei due fratelli: il loro impegno in seno a numerose istituzioni benefiche, la partecipazione alla vita cittadina, i viaggi in Italia e all’estero, la pratica delle loro passioni sportive come le ascensioni in pallone aerostatico e il velocipede.
Nel 1974 Pasino, uno dei figli di Giuseppe, decise di costituire la Fondazione Bagatti Valsecchi, alla quale donò l’intero patrimonio di opere d’arte raccolto dai suoi avi.
L’anno successivo il palazzo fu venduto a Regione Lombardia con la clausola che gli allestimenti storici fossero conservati nella loro integrità così da preservare l’indissolubile legame tra contenuto e contenitore, tratto distintivo della vita collezionista della famiglia Bagatti Valsecchi.
Nel 1994, apriva al pubblico il Museo Bagatti Valsecchi che, credetemi, è indimenticabile.
Villa Necchi Campiglio
Un altra “chicca” al centro di Milano. Ok, forse sono un po’ di parte ma vi posso assicurare che ognuna di queste case museo vale una visita.
Villa Necchi Campiglio si trova in via Mozart 14, poco distante dalla fermata della metropolitana San Babila.
È stata realizzata da Piero Portaluppi, tra i più grandi architetti del periodo, tra il 1932 e il 1935 per l’industriale Angelo Campiglio, sua moglie Gigina Necchi e sua cognata Nedda. I Necchi Campiglio fanno parte dell’alta borghesia industriale lombarda, classe agiata ma non nobile.
Le linee architettoniche e di design scelte da Portaluppi sono quelle rigide del razionalismo, una scelta che dalla famiglia non fu apprezzata del tutto. Chiamarono infatti l’architetto Tomaso Buzzi per rivedere alcune sale e conferire loro un aspetto più classico e vicino allo stile settecentesco.
La Villa Necchi Campiglio è circondata da un ampio giardino con campo da tennis e piscina, la prima ad essere realizzata su un terreno privato e la seconda in ordine cronologico ad essere installata a Milano – la prima è stata quella municipale.
Angelo Campiglio morì nel 1984; le sorelle Nedda e Gigina morirono nel 1993 e nel 2001. Non avendo figli, le sorelle si preoccuparono di trovare una destinazione adeguata alla casa, e la lasciarono in eredità al FAI che l’aprì al pubblico nel 2008.
La casa museo di Villa Necchi Campiglio non è solo in grado di restituire la grandiosa opera di Piero Portaluppi che l’ha progettata – il piano terra di rappresentanza, quello superiore adibito a zona notte e l’ampio sottotetto riservato alle camere per la servitù – ma è anche una preziosa testimonianza della vita borghese milanese d’inizio Novecento, con le feste, gli ospiti, i divertimenti e gli impegni sociali e politici.
Non solo, è anche uno straordinario manifesto della più alta tecnologia dell’epoca applicata alla vita di tutti i giorni, poiché ogni locale (interne ed esterno) è dotato dei più innovativi sistemi per offrire ai suoi abitanti il comfort più aggiornato.
Vi è infatti il primo ascensore privato della città, ma anche montavivande elettrici e citofoni interni. Per la sicurezza è stata installata un grata automatica a salita dal basso a protezione dell’ingresso, numerose casseforti e caveau a scomparsa. Il tutto talmente integrato nel design della casa da risultare un ulteriore complemento d’arredo.
Fra le personalità che sono state ospiti della famiglia vi è Enrico d’Assia. Scenografo per il Teatro alla Scala, i Necchi Campiglio lo ospitavano in una stanza denominata in suo onore “camera del principe”.
Prima dei restauri voluti dal FAI esisteva anche la “camera della principessa“, riservata alla principessa Maria Gabriella di Savoia, grande amica delle sorelle Necchi.
Casa Museo Boschi Di Stefano
La casa museo Boschi Di Stefano si trova in via Giorgio Jan 15, in uno stabile edificato tra il 1929 ed il 1931 sotto la supervisione del già citato architetto Piero Portaluppi.
Nel corso della loro vita i coniugi Antonio Boschi (1896-1988) e Marieda Di Stefano (1901-1968) hanno raccolto una ricchissima collezione di opere d’arte comprendente circa 2000 opere tra dipinti, disegni e sculture. Tale collezione fu donata al Comune di Milano nel 1973 con la clausola che se ne costituisse un museo nell’appartamento di famiglia.
La collezione Boschi Di Stefano rappresenta una delle più importanti testimonianza dell’arte novecentesca giunte fino a noi, poiché spazia dal Futurismo agli anni Cinquanta con opere di Soffici, Boccioni, Sironi, Severini e Dottori, e ancora di Morandi, De Pisis, Manzoni e molti esponenti del Chiarismo lombardo.
Una stanza è invece interamente dedicata a Lucio Fontana.
Vi sono, poi, opere di De Chirico, Campigli, Savinio e Paresce a raccontare l’apporto artistico italiano alla Parigi degli anni Trenta.
La casa museo Boschi Di Stefanoraccoglie circa 300 delle opere della collezione e ha aperto al pubblico nel 2003. Oggi è visitabile ogni giorno, tranne il lunedì, grazie all’impegno dei volontari del Touring Club Italiano.
Queste sono le quattro casa museo della città di Milano, con questo articolo spero di avervi fatto scoprire delle nuove realtà museali e, soprattutto, di avervi incuriosito un po’.
2 Comments
Leave a Reply