Il borgo di Trevi si “avvolge” tutt’intorno a una collinetta situata nel versante orientale della Valle Umbra adattandosi alla sua forma, con un percorso a “chiocciola” che gli dona un caratteristico impianto urbanistico a cerchi concentrici. Trevi è uno dei Borghi più belli d’Italia ed è inserito nei circuiti delle Città dell’Olio e delle Città Slow.
L’origine dell’abitato di Trevi è antichissima. Prima vi si insediarono gli Umbri, successivamente i Romani. E’ all’epoca di Plinio che si fa per la prima volta menzione dell’antica Trebiae e dei suoi abitanti, i Trebiates, insediati nei pressi del Fiume Clitunno e della allora strategica Via Flaminia.
A testimonianza del periodo romano di Trevi restano le mura di cinta del I secolo a.C., sulle quali sono state innestate le più recenti mura medievali. Risalgono al Medioevo, invece, le antiche porte di accesso al borgo (Porta del Bruscito, Porta San Fabiano e l’Arco del Mostaccio).
Il centro storico di Trevi è tra i più belli dell’Umbria. Il borgo si trova in una posizione ottimale per creare itinerari stimolanti: la visita a Trevi può essere combinata con una gita alle Fonti del Clitunno (a 7 minuti di distanza in auto) oppure inserita in un itinerario tra alcuni dei borghi umbri più famosi, come Spello, Montefalco e Bevagna (tutti a circa 20 minuti di distanza in auto da Trevi).
Itinerario per visitare Trevi in un giorno
La strada che porta a Trevi è un percorso affascinante che, oltre a garantire una veduta panoramica del borgo e della Valle Umbra, immerge il visitatore in una distesa apparentemente infinita di uliveti, la vera ricchezza di Trevi, che non a caso fa parte del circuito delle Citta dell’Olio.
L’olio d’oliva è il prodotto tipico più pregiato del piccolo borgo umbro. Il suo ruolo strategico nell’economia di Trevi è manifestato anche dalla presenza del Museo della Civiltà dell’Ulivo e dall’apertura dei frantoi locali ad appassionati e curiosi. Frantoi aperti è una manifestazione che permette ai turisti di assaggiare l’olio extra vergine di oliva di Trevi e vedere dal vivo come viene prodotto e utilizzato in cucina.
Ogni Autunno, inoltre, a Trevi viene organizzato il Festivol che coincide con il periodo della frangitura e l’arrivo del cosiddetto “olio nuovo“. Un evento da non perdere se visiterai il borgo in questa stagione.
Olio a parte, le cose da fare e vedere a Trevi sono numerose. Salendo verso il borgo, lungo la strada che conduce a Trevi incontrerai il Santuario della Madonna delle Lacrime, la prima tappa imperdibile per i visitatori. La leggenda vuole che un dipinto della Madonna fatto eseguire da un devoto (e oggi ancora conservato nel santuario) il 5 agosto 1485 abbia iniziato a piangere lacrime vermiglie. Da quel giorno si sarebbero verificati diversi miracoli e per tale ragione il Santuario della Madonna delle Lacrime di Trevi è meta di pellegrinaggi e luogo di venerazione.
Gli appassionati di Arte apprezzeranno la presenza all’interno del santuario dell’affresco con l’Adorazione dei Magi del Perugino (1522): iniziando la visita da destra, la Cappella dei Magi del Perugino è la seconda. Si tratta di una delle ultime opere realizate dal Maestro umbro. Nel transetto di sinistra, invece, troverai il bell’affresco con la scena del Trasporto di Cristo al sepolcro di Giovanni di Pietro, detto lo Spagna.
Dopo la visita al Santuario della Madonna delle Lacrime è arrivato il momento di raggiungere il centro storico di Trevi, che ha il suo culmine nell’elegante Piazza Mazzini, chiusa su un lato dal Palazzo comunale (XIII secolo). Adiacente al Palazzo comunale, in un angolo della piazza svetta la Torre civica, simbolo del borgo.
Attraversando la porta situata nell’angolo della piazza ai piedi della Torre civica troverai una piccola ma suggestiva rarità: su un antico palazzo nobiliare, Casa Petrucci, è ancora visibile un “disegno monocromo” datato 1512 che narra il mito di Atteone, trasformato in cervo da Diana dopo aver guardato troppo a lungo la Dea nuda mentre faceva il bagno.
Tornando su Piazza Mazzini, con il colonnato del Palazzo Comunale alla tua destra, imbocca il primo vicoletto che ti trovi di fronte. Dopo pochi passi noterai una delle tante “porte del morto” presenti nel centro storico di Trevi. Si tratta di una reminescenza del Medioevo: la cosiddetta “porta del morto” era posizionata accanto alla porta d’ingresso principale, era murata e veniva aperta solo quando una bara doveva essere portata fuori dalla casa.
Le origini di questa usanza sono incerte. Alcuni credono che la “porta del morto” servisse per far uscire la bara da un ingresso secondario in modo che lo spirito del defunto restasse dentro l’abitazione e non lasciasse la sua famiglia. Altri sostengono che la ragione di tale usanza sia da ricercare nella struttura stessa delle case medievali. Subito dopo l’ingresso principale, infatti, si trovava una ripida scalinata che conduceva alle stalle o alle botteghe situate nel piano sottostante. Questa non era agevole da percorrere quando una bara doveva essere trasportata fuori dall’abitazione, perciò veniva costruita una porta secondaria adatta allo scopo. A Trevi ci sono ancora numerose “porte del morto” sparse qua e là nel centro storico: quella che vedete in foto è stata successivamente convertita in ingresso principale mentre molte altre sono tutt’ora murate.
Prosegui fino a raggiungere la Chiesa di San Francesco (XIV secolo). Edificata in onore di San Francesco d’Assisi, che nel 1213 era giunto a Trevi e qui aveva predicato, è in stile gotico. Al suo interno potrai ammirare affreschi del XIV-XV secolo, un crocifisso del XIV secolo del Maestro del Crocifisso di Trevi e un organo monumentale di pregio del XVI secolo. Accanto alla chiesa si trova il convento omonimo, oggi adibito a museo.
A breve distanza dalla Chiesa di San Francesco si trova il Duomo di Sant’Emiliano, intitolato al primo vescovo di Trevi e patrono della città.
In stile romanico, presenta un portale quattrocentesco su cui spicca l’altorilievo raffigurante Sant’Emiliano tra i Leoni e conserva al suo interno l’Altare del Sacramento decorato da Rocco di Tommaso nel 1522. Nei pressi del Duomo noterai di certo una casa medievale con la facciata affrescata che merita una piccola sosta contemplativa.
Avviati verso la Porta del Cieco, uno degli antichi accessi al borgo, raggiungi Piazza Garibaldi e subito dopo Viale Ciuffelli, una promenade alberata dalla quale, oltre ad ammirare un bel panorama, potrai arrivare fino al convento francescano di San Martino (XV secolo), che custodisce una cappella con affreschi dello Spagna.
La bellezza di Trevi, però, non è nei singoli monumenti ma, come per altri borghi umbri di epoca medievale, è dovuta a un insieme di fattori. La struttura urbana peculiare, le chiese, i vicoli antichi, le case in coppi e mattoncini, i viali lastricati, le piazzette, le finestre e i balconi fioriti, l’intrico di stradine, il belvedere sulla valle, le opere d’arte, gli affreschi, i palazzi nobiliari, tutto constribuisce a fare di Trevi uno dei borghi più caratteristici dell’Umbria.
Non dimenticare che a pochi chilometri da Trevi puoi visitare il Tempietto del Clitunno, un tempio paleocristiano del V secolo dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO in quanto testimonianza della presenza della civiltà longobarda in Italia tra il 568 e il 774 d.C., ma anche le Fonti del Clitunno, spendide sorgenti la cui rara bellezza ha ispirato nel corso dei secoli poeti, artisti e scrittori come Corot, Lord Byron e Carducci.
Chiudo questo racconto della mia visita a Trevi con le parole di Giacomo Leopardi che potè ammirare il borgo umbro durante i suoi viaggi tra Recanati e Roma. Nel III canto del poemetto satirico politico Paralipomeni della Batracomiomachia Leopardi così descrive Trevi:
Come chi, d’Appennin varcato il dorso
presso Fuligno, per la culla valle
cui rompe il Monte di Spoleto il corso,
prende l’ameno e dilettoso calle,
se il guardo lieto in sulla manca scorso
leva d’un sasso alle scoscese spalle,
bianco, nudato d’ogni fior, d’ogni erba,
vede cosa onde poi memoria serba:
di Trevi la città, che con iscena
d’aerei tetti la ventosa cima
tien si che a cerchio con l’estrema schiena
degli estremi edifici il pie’ s’adima;
pur siede in vista limpida e serena
e quasi incanto il viator l’estima,
brillan templi e palagi al chiaro giorno,
e sfavillan finestre intorno intorno.
***
(Parafrasi: Come colui che, valicati gli Appennini presso Foligno, prende la strada tranquilla e piacevole attraverso la valle coltivata che termina con il monte di Spoleto, se dopo aver fatto vagare lo sguardo alla sinistra della valle alza gli occhi al pendio scosceso di un monte bianco privo di vegetazione e fiori, vede una cosa che ricorderà: la città di Trevi, con lo scenario dei tetti sulla ventosa cima del colle, e un precipizio che si apre dinanzi al cerchio formato dalla parte esterna degli edifici più lontani dal centro, eppure (la città) lì giace luminosa e serena, e al viandante pare quasi un incanto. Templi e palazzi rilucono alla luce del giorno e le finestre sfavillanno tutt’intorno.)
Lo sai che con la storia della porta del morto hai fatto centro, vero? E Leopardi! Se non ci fossi andresti inventata! :*
Grazie, troppo buona. 🙂 Anche a me la storia della “porta del morto” mi ha lasciata a bocca aperta. Mai vista prima di essere andata a Trevi! E’ bello, poi, che l’abbiano segnalata con dei cartelli turistici in modo che chi non ne sa nulla possa notarla. 🙂
Non dimenticare il museo “Palazzo Lucarini Contemporary”, un centro per l’Arte Contemporanea nel cuore di Trevi, proprio di fronte al Duomo, molto interessante!