Vi proponiamo il nostro vademecum sperando di fornirvi qualche informazione utile se state pensando di raggiungere Roma per attraversare le Porte Sante del Giubileo della Misericordia.
Come prepararsi al pellegrinaggio?
Per accedere alla sola Porta Santa della Basilica di San Pietro è necessario innanzitutto registrasi al seguente sito.
Dopo aver inserito tutte le informazioni richieste, riceverete via e-mail un messaggio da stampare e portare con voi perché presenta il codice a barre che i volontari dovranno registrare prima di iniziare il percorso.
Dove alloggiare a Roma durante il Giubileo?
Sicuramente la cosa più semplice è alloggiare nel centro di Roma. Ma se volete qualcosa di diverso dal solito, potete scegliere una zona limitrofa, ma ben servita dai mezzi pubblici.
Noi abbiamo scelto come base per due notti l’Hotel CastelVecchio a Castel Gandolfo, a circa 20 chilometri dal raccordo.
Questo hotel ve lo consigliamo perché si trova in una posizione tranquilla, affacciata sul Lago di Albano. E’ vicino al centro storico (meno di 10 minuti a piedi) e, cosa ben importante, è dotato di parcheggio.
E’ un hotel molto curato, gli spazi sono impreziositi da affreschi e statue. E’ dotato di un bellissimo ristorante, dove è prevista una convenzione per gli ospiti dell’hotel: con 25 euro a persona potrete gustare un antipasto o un primo, un secondo, un contorno, un dolce e le bevande. L’ambiente del ristorante (dove viene anche servita la prima colazione) è molto elegante e raffinato, con sottofondo di musica classica. Meritevole la vista spettacolare sul lago!
Come raggiungere Roma per il Giubileo?
Scegliendo come meta Castel Gandolfo, il modo più comodo per raggiungere Roma è il treno. La stazione non ha una grande possibilità di parcheggio e dall’hotel sono circa 30 minuti di passeggiata, in una strada non sempre servita da marciapiede. Per questo ci siamo diretti in macchina alla stazione più vicina, Marino Laziale, a circa 10 minuti d’auto.
La linea ferroviaria è la stessa, perché parte da Albano e raggiungere Roma Termini, passando appunto per Castel Gandolfo, Marino Laziale, Pantanella, Sassone, Acqua Acetosa, Ciampino, Capannelle e il capolinea a Roma. Il viaggio dura circa 30 minuti e il paesaggio è molto caratteristico, come per esempio la vista sull’ippodromo e la pista di atterraggio dell’aeroporto di Ciampino.
Tutte queste stazioni però non sono provviste di biglietteria e neanche di macchinette automatiche: noi abbiamo comprato i biglietti online sul sito di Trenitalia.
Itinerario completo per vedere le Porte Sante
Ecco come abbiamo strutturato il nostro itinerario a Roma per il Giubileo, che ha come “tappe” tre delle quattro Porte Sante della Capitale.
Tappa 1: San Pietro
Dalla Stazione Termini, con il bus 81 scendiamo a Ponte Vittorio Emanuele, diretti a Castel Sant’Angelo per registrare i nostri pass di accesso alla Porta Santa. Premetto che l’organizzazione lascia un po’ a desiderare: non c’è nessuna indicazione precisa di accoglienza per i pellegrini. Vi consiglio di chiedere a vigili della zona, che sapranno fornirvi indicazioni più mirate.
Da qui comincia il vostro pellegrinaggio autonomo verso la Porta Santa. Via della Conciliazione (che da Castel Sant’Angelo porta alla Basilica) è chiusa al traffico.
Nel progetto, Piazza San Pietro doveva rappresentare ideologicamente un abbraccio (l’abbraccio della Chiesa a tutti gli uomini della Terra, non solo ai fedeli). E’ così che nel 1656 il Papa incaricò Gian Lorenzo Bernini di realizzare questa opera monumentale. Bernini concepì la Basilica come la testa di un uomo e il colonnato, costituito da 4 file di 284 colonne coronate alla sommità da 140 statue di santi, come le braccia dell’uomo. Il colonnato assume la forma in una sorta di abbraccio monumentale.
La Basilica di San Pietro è la madre di tutte le Chiese, il simbolo per eccellenza della Cristianità. La facciata risale al 1614 ed è costituita da otto colonne e un timpano al di sotto del quale si trova la Loggia delle Benedizioni. Le porte di accesso sono cinque e l’ultima è la Porta Santa, quella che tra poco varcheremo.
Arrivati in Piazza San Pietro, il percorso è obbligato, passando per un solo metal detector. Le misure di sicurezza sono d’obbligo. Una volta attraversata la Porta Santa, all’interno della Basilica ci siamo trovati immersi nella folla di turisti che sono entrati nella Basilica senza passare per la Porta Santa. Il percorso guidato dell’esterno si perde in attimo, sfociando in una enorme confusione.
Il pellegrinaggio dovrebbe concludersi in preghiera sulla tomba di Pietro, che però è chiusa.
Anche se avevamo questo intento, è stato veramente difficile, quasi impossibile, curiosare all’interno della Basilica di San Pietro per via dell’enorme folla di turisti e di gruppi (di fedeli e non) accompagnati delle rispettive guide.
Siamo riusciti a dare una rapida occhiata ai tre capolavori d’eccellenza della Basilica.
- La Pietà di Michelangelo, realizzata dall’artista a soli 25 anni in marmo di Carrara è l’opera più famosa tra quelle custodite nella Basilica. La scultura rappresenta la Vergine che tiene sulle braccia il copro del figlio morto.
- Il Baldacchino del Bernini si staglia al centro della navata principale. E’ composto da quattro colonne tortili che riportano il simbolo della casata dei Barberini, le api. Le colonne sorreggono quattro angeli con drappi e festoni, simulando un effetto di movimento. Sulla sommità vi è un globo dorato sormontato da una croce.
- Il Pietro in trono è una statua di bronzo del XIII secolo, che raffigura il Santo in posizione seduta, con una mano in segno di benedizione e nell’altra che tiene strette le chiavi della Chiesa. Di questo capolavoro, attribuito ad Arnolfo di Cambio, ci sono rimasti particolarmente in mente i piedi, quasi del tutto consumati dall’usura procurata dal tocco dei fedeli in segno di devozione.
Una preghiera di certo non poteva mancare sulla tomba del mio Santo, Giovanni Paolo II, venerato in tutto il mondo.
Tappa 2: San Giovanni in Laterano
Da Piazza San Pietro ci siamo spostati in Piazza Indipendenza, dove siamo saliti sul bus 87 che, con un percorso che tocca tutti i luoghi più importanti della città (come il Colosseo, Piazza Bocca della Verità, il Circo Massimo, il Campidoglio, il Vittoriano), ci ha condotto direttamente in Piazza San Giovanni.
Questa tappa è stata, per certi versi, la più ricca delle tre. Abbiamo attraversato la Porta Santa e visitato la Basilica di San Giovanni in Laterano. Veramente splendida.
La Basilica di San Giovanni è la Cattedrale di Roma e del Mondo. Fino al 1870 qui venivano incoronati i Papi che, successivamente, andavano ad abitare nel vicino Palazzo Lateranense.
La chiesa venne distrutta e ricostruita molte volte, da vandali, da un terremoto, da un incendio; venne abbandonata durante la “cattività avignonese” (durante questo periodo crollò il tetto). Addirittura vi fu piazzata un’autobomba, nel portico nord. I responsabili furono identificati: si trattò di attentano di stampo mafioso.
La facciata della Basilica di San Giovanni in Laterano è cinquecentesca, con un portico arricchito da 16 statue di Cristo, Apostoli e Santi.
L’interno della Basilica è monumentale: sicuramente spiccano le colossali statue del ‘700, gli stucchi e gli intagli dorati del soffitto e il baldacchino del 1376. All’interno del baldacchino è posto l’altare papale, che può essere usato solo dal Papa per le messe solenni.
Nel baldacchino sono contenute anche le reliquie (le teste) di S. Pietro e S. Paolo e una parte dell’altare in legno di S. Pietro.
Dato che c’eravamo, ne abbiamo approfittato. Ci siamo spostati nel palazzo adiacente, disegnato da Domenico Fontana nel 1589, il Santuario della Scala Santa, per percorrere, come è d’obbligo, in ginocchio la Scala Santa e visitare la splendida Cappella del Sancta Sanctorum.
La Scala Santa viene chiamata così perché si dice sia stata portata da S. Elena a Roma da Gerusalemme come reliquia. Si tratterebbe della scala percorsa da Gesù per giungere a Pilato prima di essere condannato a morte: per questo la si può percorrere solo in ginocchio, in segno di devozione.
Questa è un’esperienza molto forte e toccante che noi ci siamo sentiti di a fare come prosecuzione del nostro pellegrinaggio a Roma. Sono 28 gradini ma la fatica non si sente se ci si crede davvero.
Alla fine di questi gradini, attraverso una grata vetrata, si può intravedere il Sancta Sanctorum, il tesoro papale, conservato all’interno della Cappella del Sancta Sanctorum che noi abbiamo avuto modo di visitare. Può essere considerato una sorta di museo in miniatura: quattro pareti completamente affrescate che fanno stare il turista con il naso all’insù per quante cose ci siano da scoprire e contemplare.
Gli affreschi risalgono a fine del ‘200 ma ciò per cui è realmente famosa è la tavola posta al centro della cappella che viene definita acheropita del volto di Gesù: viene definita così perché la tradizione vuole che questa tavola non sia stata disegnata da mano umana (anche se per conservarla al meglio è stata più volte, negli anni, ridipinta).
Sopra l’altare è posta una scritta latino, non est in toto sanctior orbe locus, che significa “non esiste al mondo luogo più santo di questo“.
Alcuni particolari che riusciamo a cogliere, anche grazie all’aiuto della nostra guida:
- nelle vele, sono rappresentati i quattro Evangelisti;
- nella parete sopra l’altare è raffigurato Niccolò III inginocchiato che offre il modellino della cappella con al lato i Santi Pietro e Paolo;
- sono rappresentanti anche Cristo in trono con due angeli; il martirio di alcuni Santi tra cui San Pietro e San Paolo; la lapidazione di Santo Stefano e la decapitazione di Sant’Agnese.
Si susseguono rappresentazioni di Santi sulle pareti, splendidi mosaici dai colori accesi sulla parete dove è custodita la tavola acheropita e la tavola in sé che rappresenta il volto di Cristo, in sembianze estremamente umane che guarda dritto l’astante negli occhi.
Il tesoro della Cappella del Sancta Sanctorum è stato riaperto al pubblico da poco tempo. Il biglietto di ingresso costa 3,50 Euro ed è possibile acquistare un audio guida.
Tappa 3: Santa Maria Maggiore
Da San Giovanni in Laterano, ci dirigiamo a piedi verso la Stazione Termini, passando per la nostra ultima Porta Santa, quella di Santa Maria Maggiore, dedicata alla Vergine.
Venne fatta costruire da Papa Sisto III nel 432 in onore della Madonna, sul luogo in cui esisteva una chiesa precedente, che la tradizione vuole attribuire ad un evento molto particolare. La Madonna sarebbe apparsa in sogno a Papa Liberio la notte del 4 agosto 329 indicandogli un punto preciso di Roma in cui sarebbe accaduto un miracolo. Il giorno successivo, sull’Esquilino, nevicò. Venne così circoscritto il perimetro su cui sarebbe stata costruita la nuova chiesa, che venne quindi dedicata alla Vergine e in particolare a Santa Maria della Neve.
Il campanile che sovrasta la piazza risale al 1377. La facciata della chiesa è costituita da una loggia centrale, sormontata da statue di Pontefici e Santi.
Anche qui attraversiamo la Porta Santa e, entrando nella basilica, ci troviamo catapultati in un mare di oro: lo sguardo inevitabilmente va al magnifico soffitto a cassettoni, dove si trova lo stemma di Alessandro VI Borgia, il bue, che venne dorato con questo materiale prezioso trasportato da Colombo dall’America e regalato al Papa dalla famiglia d’Aragona.
L’interno è costituito da tre navate, divise da 21 colonne, sopra le quali corre un architrave continua con finestre che illuminano naturalmente la Basilica, alternate a finestre tamponante da decorazioni pittoriche.
Il baldacchino della confessione è stato realizzato da Ferdinando Fuga su colonne di porfido. Anche qui lasciamo parlare le immagine che meglio rendono giustizia a questo capolavoro.
L’abside, che si scorge dietro il baldacchino, è realizzata a mosaico e rappresenta l’incoronazione della Vergine. Affianco a lei vengono rappresentati i Santi più importanti della Chiesa, primo fra tutti San Francesco, e anche il Papa, che viene rappresentato piccolo piccolo, in segno di subordinazione.
Cosa vedere a Castel Gandolfo?
Concludiamo questo nostro pellegrinaggio dandovi qualche informazione su Castel Gandolfo, un borgo tra i più belli d’Italia. Dista circa 20 chilometri da Roma ed affaccia sul Lago di Albano, in posizione tranquilla, soleggiata e un po’ ventosa.
Sicuramente è un luogo che viene associato alla Chiesa, in quanto residenza estiva dei Papi.
Il centro del paese si caratterizza per la presenza della graziosa Piazza della Libertà, in cui si collocano tutti gli edifici rappresentativi del borgo:
- il Palazzo Apostolico, parte integrante del complesso delle Ville Pontificie, fatto costruire da Papa Umberto VII dal 1623 al 1629;
- la Chiesa di San Tommaso da Villanova, di stile barocco, voluta su commissione da Papa Alessandro VII Chigi, che venne consacrata nel 1661;
- la Fontana del Bernini, sempre seicentesca.
Prenotando per tempo la visita, è possibile accedere con guida al Palazzo Apostolico e alle Ville Pontificie. I biglietti possono essere acquistati sul sito ufficiale dei Musei Vaticani (QUI) oppure tramite le rivendite online autorizzare (come Tiqets o GetYourGuide).
Castel Gandolfo è famoso anche per il lago su cui affaccia, quindi se ne avete la possibilità vi consigliamo una passeggiata lungolago. Noi abbiamo scovato un angolino tranquillo, solo per noi.
Il quadro che è apparso davanti ai nostri occhi sembrava disegnato da un pittore: l’acqua calma del lago, il vento che ci accarezza la pelle, un porticciolo, l’erba di un verde accecante e tre paperelle in cerca di chissà cosa. La perfetta conclusione al nostro viaggio della fede a Roma in occasione del Giubileo.