Matera, la “città dei Sassi”, è famosa nel mondo per le sue particolarità architettoniche e urbanistiche. La casa-grotta è l’abitazione tipica dei Sassi di Matera, letteralmente scavata nella roccia. Interi quartieri della città sono composti da case-grotta, molte delle quali sono visitabili. In alcune case-grotta si può addirittura dormire, vivendo un’esperienza di soggiorno turistico unica al mondo.
Cosa sono le case-grotta di Matera?
La casa-grotta è un’abitazione tipica della città di Matera.
Gran parte del centro storico di Matera ancora oggi conserva il suo aspetto originario: ripide scalinate, andirivieni di discese e salite, stretti vicoli e case-grotta.
Interi quartieri di Matera sono stati ricavati scavando nella roccia tufacea che caratterizza il promontorio a cui la città è “aggrappata”.
Il risultato sono abitazioni rustiche costituite da un unico vano. A consentire l’accesso solo un’ampia apertura all’ingresso, dalla quale entrava anche la luce solare (oltre che da una finestrella posta alla sommità della porta). Sotto al piano di calpestio si trovavano, in genere, una cisterna e un complesso, quanto avveniristico, sistema di raccolta e convogliamento delle acque.
La casa-grotta veniva usata come dimora dalla famiglia materana oltre che come stalla e ricovero per animali di ogni tipo: muli, cavalli, galline, conigli, capre e altri animali da cortile condividevano gli spazi domestici con anziani, adulti e bambini.
Un materasso di foglie di granturco fungeva da giaciglio, dando ristoro nelle ore notturne al patriarca e alla sua consorte, nonché alla folta figliolanza. Accanto al letto veniva disposto un grande comò con più cassetti, utilizzati per riporre oggetti e utensili e, quando necessario, come culla per i neonati.
Il tavolo, posto in un altro recesso della casa-grotta, era il protagonista delle ore degli scarni pasti. Al centro veniva deposto un’unica, grande scodella dalla quale tutta la famiglia attingeva la sua porzione di cibo.
La gerarchia non era scritta, ma veniva seguita scrupolosamente: il capofamiglia e coloro che contribuivano al sostentamento del nucleo familiare (i figli maschi più grandi) erano i primi a potersi servire.
La moglie, in qualità di “amministratrice” delle risorse familiari, poteva beneficiare di un trattamento migliore rispetto alle altre “donne” della famiglia. Le bambine, considerate meno produttive, non di rado venivano lasciate quasi digiune o comunque erano costrette ad arrangiarsi con quel poco che rimaneva sulla tavola alla fine del pasto.
La casa-grotta fungeva da semplice ricovero notturno per i suoi numerosi abitanti umani e animali. Gli uomini guidavano gli animali da soma e da pascolo ogni giorno fino ai campi, dove trascorrevano la maggior parte delle ore di luce.
Donne, bambini e anziani, invece, facevano vita da cortile nel cosiddetto “vicinato”. Tutte le famiglie le cui abitazioni affacciavano sullo stesso cortiletto, intessevano profonde relazioni di amicizia e interdipendenza.
Gli ambienti più interni della casa-grotta venivano adibiti a stalla, letamaio o magazzino.
La casa-grotta era una struttura dinamica: all’occorrenza poteva essere ampliata semplicemente riprendendo gli scavi tanto che la parte più interna era spesso usata come piccola cava dalla quale venivano anche estratti i materiali necessari all’abbellimento dell’ingresso e della modesta facciata.
Condizioni di vita nei Sassi di Matera
Le condizioni di vita nei Sassi di Matera iniziarono a peggiorare drasticamente con la crisi della pastorizia a partire dal 1800. L’incremento demografico presto portò il delicato ecosistema dei Sassi al collasso.
Una casa-grotta in cui prima viveva una sola famiglia, divenne ricovero per due o tre nuclei familiari. Le risorse idriche iniziarono ad essere insufficienti per tutti gli abitanti. Le condizioni igieniche si fecero drammaticamente scadenti.
Quando, negli anni ’40 del Novecento, tutta l’Italia venne messa di fronte all’esistenza dei Sassi di Matera, si parlò di “vergogna nazionale”. Le istituzioni furono costrette ad intervenire perentoriamente, ordinando lo sgombero immediato dei Sassi con una legge speciale del 1954.
“Le porte erano aperte per il caldo. Io guardavo passando, e vedevo l’interno delle grotte, che non prendono altra luce e aria se non dalla porta. Alcune non hanno neppure quella: si entra dall’alto, attraverso botole e scalette. Dentro quei buchi neri, dalle pareti di terra, vedevo i letti, le misere suppellettili, i cenci stesi. Sul pavimento stavano sdraiati i cani, le pecore, le capre, i maiali. Ogni famiglia ha, in genere, una sola di quelle grotte per tutta abitazione e ci dormono tutti insieme, uomini, donne, bambini e bestie. Così vivono ventimila persone. Di bambini ce n’era un’infinità. In quel caldo, in mezzo alle mosche, nella polvere, spuntavano da tutte le parti, nudi del tutto o coperti di stracci. Io non ho mai visto una tale immagine di miseria. […] Le donne , che mi vedevano guardare per le porte, m’invitavano a entrare: e ho visto, in quelle grotte scure e puzzolenti, dei bambini sdraiati in terra, sotto delle coperte a brandelli, che battevano i denti dalla febbre. Altri si trascinavano a stento, ridotti pelle e ossa dalla dissenteria. […] A me pareva, in quel sole accecante, di esser capitata in mezzo a una città colpita dalla peste.” (Carlo Levi, Cristo si è fermato ad Eboli)
Caso unico in Italia, Matera si trasformò in una città con un centro storico disabitato, quasi fantasma. La vita quotidiana di Matera si spostò in modo fulmineo nei nuovi quartieri periferici costruiti ex novo per accogliere le famiglie sfollate dai Sassi. Proprio lo sgombero forzato dei Sassi, che diventarono proprietà demaniale, ebbe come immediata conseguenza la perfetta conservazione, nel loro assetto e aspetto originari, dei quartieri storici materani e delle case-grotta che li componevano.
Chi visita Matera può vedere dall’interno una casa-grotta, dato che alcune di queste abitazioni storiche sono state trasformate in piccoli (ma interessanti) musei etnografici ed antropologici.
Passeggiando tra i vicoli di Matera è facile imbattersi in una di queste case-grotta aperte al pubblico.
La casa-grotta del Casalnuovo
Lacasa-grotta del Casalnuovo si trova nei pressi del Convicinio di Sant’Antonio, nel cuore del Sasso Caveoso.
L’abitazione rupestre consta di quattro ambienti scavati su tre diversi livelli e comprende anche una stalla e una cantina. Visitare la casa-grotta del Casalnuovo aiuta a comprendere meglio la vita e la cultura contadina materana.
Io ho visitato la casa-grotta del Casalnuovo durante la mia visita guidata a Matera (era compresa nel prezzo). Ne ho parlato nel post con l’itinerario di 3 giorni a Matera.
Biglietto d’ingresso: 3 Euro
Orari d’apertura: Novembre – Marzo dalle 9:30 alle 17:00; Aprile – Ottobre dalle 9:30 alle 19.00 Posizione Google Maps: QUI |
La casa-grotta di Vico Solitario
Sempre nel Sasso Caveoso si trova la Storica casa-grotta di Vico Solitario, a breve distanza a piedi dalla Chiesa di San Pietro Caveoso. Si tratta di una tipica casa-grotta materana, interamente arredata con mobilio e oggetti d’epoca. La casa-grotta di Vico Solitario può essere considerata a tutti gli effetti un museo demo-antropologico, seppur di piccole dimensioni.
La casa-grotta di Vico Solitario è stata abitata da una famiglia contadina materana fino al 1957. Successivamente, con l’attuazione della legge speciale per lo sfollamento forzato dei Sassi firmata da De Gasperi, le case-grotta di Matera furono abbandonate dalla popolazione.
Biglietto d’ingresso: 3 Euro
Orari d’apertura: tutto l’anno dalle 9:00 alle 20:30 Posizione Google Maps: QUI |
La Casa-grotta Narrante
La Casa-grotta Narrante, in Via Madonna delle Virtù, è piccola ma interessante da visitare. Questa casa-grotta è “narrante” perché la visita è accompagnata da un racconto pre-registrato che racconta al visitatore la storia della dimora.
La casa-grotta è interamente scavata nella roccia e suddivisa in vari ambienti. Nel primo ambiente oggi si trova un negozietto di souvenir tipici materani (fischietti, timbri del pane, cartoline, etc.), nella stanza successiva ci sono foto d’epoca e pannelli informativi che spiegano la storia dei Sassi di Matera e le condizioni di vita nelle case-grotta materane.
Gli ambienti successivi ospitano oggetti, suppellettili e mobili d’epoca, come il tavolo della famiglia con il grande “uauattid”, un unico grande piatto dal quale tutti i componenti della famiglia mangiavano. Una scala collega la stanza con letto, tavolo e cucina alla zona riservata agli animali da cortile e all’onnipresente asinello o al mulo, essenziali come supporto al duro lavoro nei campi.
Biglietto d’ingresso: 3 Euro
Orari d’apertura: Periodo estivo dalle 10:00 alle 21:00 – Periodo Invernale dalle 10:00 alle 15:00 Posizione Google Maps: QUI |
Dormire in una casa-grotta nei Sassi di Matera
Alcune case-grotta, adeguatamente ristrutturate e dotate di tutti i servizi necessari, sono state trasformate in Bed&Breakfast o appartamenti turistici.
Pernottare in una casa-grotta di Matera è sicuramente un modo originale per cogliere la quintessenza della città lucana. Io ho provato questa esperienza presso la casa-grotta “Da Zia Lalla”.
State per visitare la “città dei Sassi”? Leggete anche gli altri articoli dedicati a Matera e alla Basilicata. Itinerario di 3 giorni a Matera – Giorno 1 Itinerario di 3 giorni a Matera – Giorno 2 e 3 Dormire in una casa-grotta a Matera: dove e come farlo Dove dormire nei Sassi di Matera? Matera, la “piccola Cappadocia” (Video) Cosa mangiare in Basilicata? I piatti tipici lucani da provare |
andrò a Matera il prossimo mese, grazie per i consigli!!