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Viaggiare a 20 anni vs. viaggiare a 30 anni

Viaggiare a 20 anni vs. viaggiare a 30 anni

Viaggiare quando si è giovani è cosa buona e giusta. I viaggi fatti a vent’anni sono unici nel loro genere e per molti restano indimenticabili. Una volta superati i 30 anni la passione per i viaggi per alcuni (la minoranza) scema mentre per tutti gli altri prende decisamente altre forme, cambia (non per forza in peggio) e si evolve.

Ma cosa accade ai viaggiatori (anche ai più accaniti) una volta compiuti i 30 anni? Cosa cambia nel loro modo di affrontare un viaggio rispetto a quando, a vent’anni, erano l’incarnazione degli spiriti liberi senza vincoli, preoccupazioni e paure?

I segnali che ormai sei diventato un viaggiatore over 30, per quanto sottili e a volte non troppo espliciti, sono numerosi. Ne ho elencati alcuni: in quali (e quanti) ti riconosci?

1. La quotidianità

A vent’anni

Il tuo mantra è “libera/o e felice… come una farfalla!

A trent’anni

Lo spirito avventuroso dei primi viaggi, quelli in compagnia dei compagni di classe del Liceo o della migliore amica, ti ha abbandonato presto dopo aver compiuto i fatidici 30 anni, quando hai dovuto fare i conti con la dura realtà: decidere di andare in vacanza significa anche, per forza, dover fare i conti con il complesso intreccio di impegni (lavoro, ferie, famiglia, fidanzati e animali domestici) che caratterizza la tua vita da trentenne. Più la tua vita dopo i 30 sarà “impegnata” e “impegnativa”, più difficile diventerà fare le valigie e partire all’avventura, lasciandosi alle spalle tutto per qualche giorno o qualche settimana.

Le cose, se possibile, diventano ancora più complicate per chi a trent’anni ha già messo su famiglia. Viaggiare con i figli al seguito non è l’idillio che ti aspettavi, eh?

Viaggiare a 20 anni vs. viaggiare a 30 anni

2. La “preparazione atletica”

A vent’anni

Per viaggiare come farebbe un under 30 ci vuole letteralmente un “fisico bestiale”. Esplorare a piedi, per ore (magari zaino in spalla) una città nuova, andare in hotel per una doccia al volo e un cambio d’abito stile superman nella cabina telefonica, infine uscire a fare baldoria tutta la notte fino alle 6 di mattina, è rigorosamente roba per ventenni. Figuriamoci, poi, tracannare bevande alcoliche insieme agli amici per tutta la durata del selvaggio partying notturno e riuscire a svegliarsi presto la mattina dopo per continuare a fare i turisti in giro per la città!

Viaggiare a 20 anni vs. viaggiare a 30 anni

A trent’anni

Chi ci è già passato, lo sa. Il corpo umano, non appena viene “valicata” la fatidica linea che separa i 20 dai 30 anni, subisce un improvviso e irreversibile tracollo che porta i viaggiatori che hanno superato i 30 a sviluppare una repulsione istintiva verso tutto ciò che a vent’anni sembrava essere parte inscindibile di un bel viaggio: ostelli scalcagnati, giacigli notturni improbabili (panchine, parchi pubblici, autobus, stazioni dei treni e aeroporti), compagni di viaggio “eccentrici” (traduci: rompiscatole), vestiti sporchi e stracciati, stesse paia di mutande e calzini per due giorni di seguito, junk food, esperienze adrenaliniche, etc.

Il viaggio over 30 non coincide più con indimenticabili avventure, serate pazze e graditi imprevisti ma con gite culturali, visite ai musei, degustazioni di specialità locali, itinerari artistici e esperienze il più intelletuali e il meno fisiche possibili.

Viaggiare a 20 anni vs. viaggiare a 30 anni

3. La “filosofia” del viaggio

A vent’anni

I veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo!”, e non sanno perché. I loro desideri hanno le forme delle nuvole. (Charles Baudelaire)

A trent’anni

Ci troviamo immediatamente di fronte a uno strano paradosso: è il planisfero che appare minuscolo e il mondo vasto, o è vero l’inverso, ed è il planisfero che appare vasto mentre il mondo è minuscolo? Perché, confidando nella modernità dei trasporti, ogni luogo può essere ormai raggiunto in tempi molto decorosi, nonostante la sua natura e distanza. I luoghi anticamente più remoti (l’India di Marco Polo, l’Africa di René Caillié, l’Oriente di Nerval, l’Oceania di Bougainville) oggi possone essere raggiunti per vie d’accesso tracciate su mappe ormai definitivamente prive di chiazze bianche. Qualsiasi destinazione è diventata accessibile: è solo questione di tempo. In questo campo del possibile, come scegliere un luogo? E quale? A quale rinunciare? E per quali ragioni? Tra le combinazioni pensabili, quali prediligere e perché? (Michel Onfray)

4. La meta di viaggio

A vent’anni

Viaggiare a 20 anni vs. viaggiare a 30 anni

Amsterdam, Berlino, Santorini, Ibiza, Thailandia, Sardegna, Basilicata coast-to-coast, Interrail, Boat party.

A trent’anni

Viaggiare a 20 anni vs. viaggiare a 30 anni

Nord Europa, Parigi, Atene, Maldive, Sharm el-Sheikh, Marocco, Stati Uniti coast-to-coast, Terme, Crociera nel Mediterraneo.

5. La pianificazione

A vent’anni

I viaggi a vent’anni sono per natura casual e poco (o per nulla) pianificati, con una sorpresa dietro ogni angolo e in ogni strada pronta a stravolgere i tuoi piani da giovane viaggiatore squattrinato alla scoperta del mondo. Gli under 30 notoriamente viaggiano in maniera spontanea, disorganizzata e, se vogliamo, un po’ incosciente. E’ anche questo il bello di avere vent’anni, no?

Offerta: volo last-second a 10€ per la Turchia con partenza domani mattina. Scrivo ad un amica su WhatsApp, compriamo due biglietti prima che l’offerta finisca, riempiamo lo zaino con un paio di cambi, ai piedi scarpe comode e corriamo in aeroporto!

A trent’anni

Passati i 30 anni, la tua impostazione mentale pre-viaggio muta radicalmente.

Offerta: volo per Parigi + hotel + auto a noleggio + accompagnatore turistico (tutto incluso) a 50€ con partenza a scelta. Chiamo al telefono un’amica, ci pensiamo su, valutiamo pro e contro, incastriamo delle date ipotetiche tra impegni lavorativi e familiari, preventiviamo ulteriori 40€ per l’acquisto di un paio di bagagli in più perché “quello a mano non basta mai”, stiliamo un itinerario dettagliato delle cose da vedere con una scaletta da rispettare al centesimo di secondo, ci diamo appuntamento per comprare online insieme i biglietti e… Errore. L’offerta che desideravi acquistare è scaduta o i posti sono esauriti.

6. La valigia

A vent’anni

Zaino comodo da passare come bagaglio a mano. Un paio di pantaloni in valigia più quelli che ho addosso, due t-shirt e un maglioncino più pesante in caso faccia freddo (da legare in vita se non servisse), converse ai piedi, intimo e calzini in numero uguale ai giorni di permanenza fuori, occhiali da sole, spazzolino, dentifricio, cellulare e caricabatterie. Per le foto-ricordo la fotocamera dello smartphone è più che sufficiente, e se si dovesse scaricare la batteria c’è sempre l’opzione cabina per le fototessere (che fa anche “vintage”, cosa che non guasta mai).

A trent’anni

Set di valigie rigorosamente abbinate tra loro. Pantaloni, magliette, t-shirt, abitini, giacca leggera, un paio di abiti più carini per uscire la sera, maglioncini e canottiere della salute “se dovesse fare freddo”, scarpe da ginnastica, scarpe con il tacco, sandali e infradito per la doccia, infinite paia di slip e calzini, smartphone, tablet, ipod e tutti i vari caricabatterie. Beauty case con crema giorno, crema notte, crema corpo, shampoo, balsamo, spazzola, fono, piastra per capelli, crema solare (se estate) o crema protettiva anti-screpolature (se inverno), liquido per le lenti, lenti a contatto di ricambio, contenitore per le lenti a contatto, detergenti di varia natura, burrocacao e tutto ciò che può rientrare sotto la voce del “può sempre servire”. Zaino a parte con macchina fotografica Reflex con set di obiettivi per un peso totale di 5 kg di pura salute. Qualche libro da leggere in aereo o la sera in hotel, guida turistica della città prescelta, qualche approfondimento scaricato da Internet e stampato nel caso non ci fosse il wi-fi. Ed è solo lo “stretto indispensabile” per un weekend fuori!

7. L’alloggio

A vent’anni

Da ventenne, sempre senza un soldo in tasca e più avvezzo ai viaggi all’avventura, non disdegni ostelli della gioventù, anzi li prediligi perché sono il luogo ideale per fare amicizia e conoscere ragazzi e ragazze provenienti da tutto il mondo. L’alternativa all’ostello è il couchsurfing o, in caso di portafoglio cronicamente vuoto, torna sempre in vetta alla classifica delle possibilità di alloggio la panchina della stazione o il parco pubblico più vicino.

Il bene più prezioso che puoi avere a vent’anni se sei un appassionato di viaggi è l’amico in Erasmus che ti ospita sul suo divano scalcagnato per qualche giorno azzerando letteralmente il costo del soggiorno. Parola d’ordine: scrocco selvaggio e svergognato.

Viaggiare a 20 anni vs. viaggiare a 30 anni

A trent’anni

A trent’anni, entrato ormai in una fase della vita in cui dal livello di comfort notturno dipende l’esito dell’intera giornata successiva, non puoi e non vuoi rischiare di trascorrere una notte insonne perchè la camerata dell’ostello è troppo piena e chiassosa, nè vuoi lasciare al caso la decisione di dove trascorrere la notte. Esclusa a priori la possibilità di dormire in stazione, all’aeroporto o in qualsiasi luogo non preposto per definizione a tale scopo, non ti rimane che passare almeno un paio d’ore davanti al computer, prima di partire, a confrontare prezzi, posizione, collegamenti con i mezzi pubblici e servizi offerti in modo da scegliere il migliore hotel al minor prezzo possibile.

Se fai parte dei viaggiatori over 30 dai gusti più raffinati e se sei un couchsurfer ormai borghesizzato la parola d’ordine è Airbnb, per tutti gli altri Booking.

Viaggiare a 20 anni vs. viaggiare a 30 anni

8. L’itinerario

A vent’anni

Da viaggiatore ventenne non ti lasci spaventare dalle disavventure, dalle sorprese, dai cambi di programma. Perché perdere tempo a stilare itinerari, a fare progetti, a pianificare visite ai musei e a scegliere cosa vedere e cosa tralasciare se la parte più bella del viaggio è proprio il vagare liberi, senza meta, per le strade di una città che non si conosce oppure partire in macchina verso mete ignote, lasciandoti guidare dal caso! In fondo “il viaggio è come il matrimonio: il metodo sicuro perché vada male è pensare di poterlo controllare” (cit. John Steinbeck).

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A trent’anni.

Pianificazione militare

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9. L’atteggiamento

L’atteggiamento del ventenne in viaggio si può sintetizzare e descrivere in 3 parole: frega’n cazzo! Qualsiasi cosa accada, qualsiasi problema si presenti, qualsiasi domanda che potenzialmente potrebbe trasformarsi in un dubbio amletico… il ventenne se ne frega. Si gode il viaggio e le persone con cui lo sta condividendo. Tutto il resto può attendere il ritorno a casa.

La prospettiva cambia, però, una volta superati i 30 anni. Via libera alle psicopatologie e alle manie da viaggiatori iper-ansiosi.

A vent’anni

In aereo. Frega’n cazzo! Tanto in aereo dormo, così guadagno ore di sonno in previsione della nottata di bagordi!

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A trent’anni

In aereo. Vorrei il posto vicino al finestrino, non troppo lontano dall’uscita di emergenza (non si sa mai!) ma neanche troppo vicino alla toilette (gli effluvi sgradevoli del bagno potrebbero farmi venire la nausea!). Ho letto da qualche parte che il posto più sicuro in aereo è il 6A, quindi preferirei sedermi lì. Se non fosse possibile, l’importante è che il posto a sedere sia vicino all’ala perché i vuoti d’aria sono attenuati e non rischio di sentirmi male durante il viaggio.

Viaggiare a 20 anni vs. viaggiare a 30 anni

A vent’anni

In reception. Frega’n cazzo! Tanto in camera ci starò il meno possibile…

A trent’anni

In reception. La camera sarebbe perfetta se non fosse che è troppo vicino alla strada e il rumore delle macchine non mi fa dormire. L’insonnia, che da anni mi tormenta e mi sta logorando lentamente, mi trasforma in una sorta di dead man walking il giorno successivo e mi rovinerei la vacanza. Per favore, può farmi la cortesia di spostarmi in una stanza più tranquilla?

10. L’alcool

A vent’anni

Stasera bevo come un cammello alcolizzato e domani.. pure. Cogito ergo rhum!

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A trent’anni

Bere io? Ma scherzi!!! Dopo un bicchiere di vino già mi gira la testa… E poi chi ci riesce a svegliarsi domani mattina presto per girare la città! Al massimo prendo un succo di mirtilli e lamponi, che idrata, depura e fa bene alla salute.

Ma poi si fa viva la tentazione di cedere al “seratone alcolico” e tornare a sentirti giovane almeno per un giorno, senza pensare alle prevedibilissime conseguenze.

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11. Il cibo

A vent’anni

Street food, Mc Donalds, Coca-Cola, patatine fritte, alcool.

A trent’anni

Sono intollerante a fragole, arachidi, latte, uova, soia, nocciole, pesce e crostacei e non mangio pomodori perché contengono tracce di Nichel, a cui sono allergico. Non posso neanche avvicinarmi a cioccolato, pepe, peperoncino, curry, noce moscata e menta, né bere caffè, tè e superalcolici perché mi acutizzano il reflusso gastroesofageo. I peperoni mi fanno venire l’acidità di stomaco. Il fritto no perché non lo digerisco. Ah, dimenticavo, niente aglio perché mi fa venire l’alito cattivo.

12. Le foto-ricordo

A vent’anni

Se c’è una cosa che differenzia in maniera sostanziale i viaggi under e over 30 sono le foto-ricordo. Da ventenne sei nel fiore degli anni, fisico da urlo, pelle liscia, occhi che brillano di luce propria, sorriso a 32 denti.

Viaggiare a 20 anni vs. viaggiare a 30 anni

A trent’anni

Passati i 30 anni il progressivo decadimento fisico comporta un calo drastico della fotogenicità: maniglie dell’amore, volto segnato dalle prime rughe, occhiaie perenni, sorriso a denti stretti (perché, ammettilo, mentre scatti la foto stai trattenendo il respiro per paura di mostrare quel rotolino di troppo!).

Viaggiare a 20 anni vs. viaggiare a 30 anni

Alla fine, comunque, ciò che conta è fare tesoro delle esperienze fatte in viaggio, a venti come a trent’anni; conservare gelosamente i ricordi dei luoghi visitati e delle persone che hanno incrociato il nostro cammino. Ma soprattutto è importante continuare ad esplorare il mondo, anche se con il passare degli anni abbiamo qualche acciacco in più e un po’ di energia in meno. Continuare a viaggiare e dopo ogni viaggio portare con noi a casa tanti nuovi, specialissimi ricordi.

Viaggiare a 20 anni vs. viaggiare a 30 anni

Photo e Gif credit: Tumblr

13 Comments

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  1. Ahahhah!bellissimo! Però dai…mi dato fra i 25 e i 30, posso? Viaggio ancora con solo bagaglio a mano, a meno che non si tratti di un rarissimo viaggio di 1 mese! Le serate alcooliche quelle sì che sono un dolce ricordo! A meno che io non voglia passare la settimana a letto, al buio con mal di testa invincibile! 😛

    • Al bagaglio a mano ancora faccio ricorso anch’io, quasi sempre, e cedo volentieri alla tentazione di non fare piani troppo serrati per lasciarmi stupire da qualche “sorpresa” lungo il cammino, ma per fare un “seratone alcolico” mi ci vorrebbero poi 10 giorni a letto consecutivi. I primi segni del tempo che passa! 😛

    • Francesca, non solo non mi dispiace ma mi fa molto piacere. Ho letto le tue riflessioni con molta curiosità e sorpresa, perchè dal mio post (sfacciatamente ironico e giocherellone) sei riuscita a tirar fuori pensieri molto profondi. Molto affini ai miei, devo confessarlo. A me piace riderci su, ma il cambiamento (come ero a vent’anni vs. come sono adesso che ne ho 10 in più) abbraccia, come tu sottolinei, molti aspetti della vita, e non sempre in lato negativo, anzi! Sono felice, nel mio piccolo, di averti “ispirato”. Con il tuo articolo anche tu hai offerto a me diversi punti di riflessione. 🙂

  2. Ho trovato questo sito per caso, e mi dispiace ma non mi piace l’articolo. Troppi sterotipi, senza pensare che siamo tutti diversi. Ad esempio quando avrò 30 anni e la possibilità di viaggiare per il mondo, non me ne fregherà niente degli hotel lussuosi, o dei vestiti puliti che cambiano ogni giorno e molte cose elencate. Mi godrò il momento, così a 20 anni, così a 30/40. E se il corpo comincia a invecchiare a 30, a 40 che fa, deperisce? Dipende molto dalla persona e dalla volontà di vivere seriamente, per non mancare che non tutti vogliono figliare e fare una vita noiosa e monotona. Per quanto riguarda il bere non mi pronuncio perché non mi piace..
    Vedo ogni Domenica un programma di un uomo di 50 anni e passa che fa il giro del mondo e si fa ospitare dai cittadini del luogo, godendosi ogni momento, conoscendo nuove persone e fare esperienze. La vita è una e ce se la gode, senza mettere dei paletti “questo lo puoi fare solo a 20 anni, per fare quell’altro sei troppo vecchio e stanco”..Boh, non lo concepisco. L’età non è tutto e uno può fare il giro del mondo dormendo per terra anche a 60 anni. Però è divertente l’articolo con le gif annesse.

  3. complimenti per l’articolo rileggendo quello che hai scritto sulle vacanze a 20 anni mi è sembrato di riviverle. però ora che ho appena compiuto i 30 leggendo tutto il resto mi hai fatto deprimere! (scherzo eh).

    • Io ormai ci rido su. In realtà mi sento un po’ “anziana” ma guardo ai miei viaggi da ventenne con il sorriso. Ho tanti bellissimi ricordi, alcuni un po’ folli, ed è bene che sia così! 😉 😛

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