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Turisti italiani all’estero: cattive abitudini e comportamenti più odiati

I comportamenti più odiati degli Italiani all'estero

Dai turisti stranieri, quando sono in viaggio in Italia, ci aspettiamo comportamenti (quasi) impeccabili. Ma i turisti italiani all’estero si comportano bene? Purtroppo no. I viaggiatori italiani all’estero, a quanto pare, sono tra i più detestati dai “locali”. Ma perché?

Gli stranieri adorano il nostro Paese e non sono pochi i turisti che, dopo aver visitato per la prima volta l’Italia, decidono di tornarci ancora. 7 turisti stranieri su 10 scelgono l’Italia come meta delle loro vacanze per le bellezze artistiche, il clima gradevole, il buon cibo e l’accoglienza cordiale che ricevono.

Allo stesso modo agli Italiani piace trascorrere le vacanze all’estero, anche se non sempre si comportano in maniera educata e civile. Diciamola tutta: non abbiamo una bella fama nel mondo, purtroppo!

I comportamenti più detestati degli Italiani in vacanza all’estero

Secondo gli stranieri, i turisti italiani sono davvero insopportabili. Perché? Gli Italiani in viaggio sono sguaiati, rumorosi, maleducati e non si sforzano di parlare la lingua del posto; una serie di comportamenti, questa, che fa storcere il naso ai “padroni di casa”.

Intendiamoci, non è che tutti i turisti italiani si comportino così, eppure è stato appurato che l’Italiano medio, generalmente, adotta almeno uno dei comportamenti elencati, ritenuti maleducati e sfrontati nei Paesi esteri.

Magari sarà capitato anche a te di infastidire (forse involontariamente o in buona fede) i “locali” durante il tuo ultimo viaggio all’estero. Dici di no?! Per esserne certo dai un’occhiata alle cattive abitudini attribuite ai viaggiatori di nazionalità italiana.

Eccoli, dunque, i comportamenti dei turisti italiani più odiati all’estero.

I comportamenti più odiati degli Italiani all'estero

Applaudire il pilota all’atterraggio (ben riuscito) dell’aereo

E’, ormai, una regola quasi universale: se sull’aereo sono presenti degli Italiani, all’atterraggio scatta automatico l’applauso al pilota.

Va bene essere felici di essere atterrati sani e salvi, ma sappi che a questo “tifo da stadio” alla fine del volo i passeggeri di altre nazionalità non sono affatto abituati. L’applauso goliardico al pilota è una realtà tutta italiana e gli stranieri non ne capiscono il senso o, nel migliore dei casi, ne restano interdetti.

Lasciare mance troppo scarne (o non lasciarle affatto)

In Italia non si usa lasciare la mancia ai camerieri, diciamo che è più una scelta personale che un dovere.

In altri Paesi, al contrario, è un’usanza consolidata. Ma l’Italiano Medio cosa fa? Se la prende se il cameriere gli fa notare l’errore o si lamenta del costo della mancia e cerca di farsi fare il famigerato “sconto”.

La reazione degli stranieri a tale comportamento è di totale riprovazione: uomo avvisato, mezzo salvato!

Urlare in pubblico o non saper gestire gli schiamazzi dei bambini

L’Italiano all’estero si distingue dai “locali” per una sua caratteristica imprescindibile: il tono di voce alto, spesso condito da gli schiamazzi dei bambini, lasciati liberi di scorrazzare e fare baccano.

Questi comportamenti, puntualmente, attirano le occhiatacce dei “padroni di casa”, in particolare se si è in vacanza nei Paesi del Nord Europa. Hai mai provato a “chiacchierare all’Italiana” con i tuoi compagni di viaggio sulla metropolitana di Berlino o in un autobus in Danimarca? Io sì, e non è stata una bella esperienza: le persone presenti ci hanno guardato come “alieni” perché stavamo disturbando il silenzio tipico dei mezzi pubblici nordici!

Gesticolare eccessivamente mentre si parla

E’ un atteggiamento che risulta molto fastidioso agli occhi di uno straniero. Il linguaggio del corpo è per gli Italiani un indispensabile ausilio per sottolineare concetti ed esprimere sensazioni e moti d’animo.

Gli stranieri, però, non sono abituati ad accompagnare i loro discorsi con linguaggi non verbali. Attenzione, per esempio, a non mettere a disagio l’interlocutore gesticolando eccessivamente o toccandolo ripetutamente.

Essere incivili e irrispettosi delle regole

In generale l’Italiano in viaggio all’estero non si limita a tenere un volume della voce troppo alto, a gesticolare in maniera incontrollata e a non lasciare la mancia ai camerieri. Se c’è una cosa che proprio non piace agli stranieri dei turisti italiani è la maleducazione in senso più ampio.

Gli Italiani hanno il brutto vizio di non gettare i rifiuti negli appositi contenitori, di non rispettare le file, di cercare di evitare di pagare il biglietto della Metro o del Bus e di ignorare volutamente le regole del vivere civile.

Fare i Marpioni con le ragazze “locali”

In particolare in contesti dove l’Italiano Medio è a contatto con grandi quantità di alcool, il complimento un po’ colorito o il fischio di apprezzamento alla bella ragazza che lo incrocia per strada o in discoteca scatta quasi in automatico.

Sappi che in molti Paesi esteri questi atteggiamenti possono risultare maleducati, inappropriati e eccessivi. In alcuni casi, fare il Marpione, seppur con intenzioni tutt’altro che cattive, potrebbe addirittura metterti nei guai con i “locali”. Quindi lascia a casa lo spirito da “conquistatore latino” e comportati da galantuomo!

Parlare la lingua del posto? No, grazie.

Molti viaggiatori che lasciano il Bel Paese per visitare altre Nazioni pretendono che i “padroni di casa” parlino la loro lingua.

Accade spesso che, anche se conosce alcune parole e “frasi utili” della lingua del luogo, l’Italiano Medio si ostini a far finta di non comprendere ciò che gli viene detto e a cercare di interloquire in Italiano. Ti sembra realistico pensare che un Francese, un Americano o un Egiziano sia in grado di risponderti in Italiano?

E mi fermo qui, senza sottolineare quanto fastidioso (e ridicolo) possa essere per uno Spagnolo o un Portoghese parlare con un Italiano che aggiunge “s” o “ão” alla fine delle parole per far finta di saper parlare la lingua del posto.

Se ti sei rivisto in almeno uno dei comportamenti fastidiosi appena citati, non abbatterti. Può capitare! L’importante è ricordarsi che fuori dal nostro Paese vigono regole comportamentali, norme sociali e concetti di “buone maniere” diversi da quelli italiani ai quali è bene attenersi, quanto meno per evitare che ci etichettino tutti come “cafoni”.

NB. Nella classifica dei Paesi con i turisti più maleducati siamo in buona compagnia. Insieme ai viaggiatori italiani, tra i più odiati all’estero ci sono Cinesi, Brasiliani, Francesi, Inglesi, Americani e Russi.

15 Comments

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  1. Io vivo a Berlino e gli Italiani (turisti e non) li riconosco a chilometri perché parlano a voce alta e strillano al telefono. Inoltre nei ristoranti e nei locali sono i più rumorosi, ma anche i più gioviali e divertenti con cui stare. C’è sempre il rovescio della medaglia, in tutte le cose. Comunque l’applauso sull’aereo, da quando faccio su e giù tra Germania e Italia, lo trovo più folcloristico e divertente. E’ una “tradizione” che mi piace, nasconde una certa allegria tutta italiana che qui in Germania mi manca.

  2. Applaudire: ridicolo ma folkloristico.
    Bambini: non so se avete mai avuto a che fare con bambini australiani, per esempio. In confronto i genitori italiani sono maniaci del controllo.
    Gesticolare: i più lo trovano funny.
    Marpioni: a volte possono essere fastidiosi quando esagerano, ma il corteggiamento all’italiana è anche apprezzato dalle straniere.
    Lingua: bisogna incolpare lo scarso insegnamento dell’inglese nelle scuole. Comunque tedeschi e francesi fanno lo stesso, per non parlare degli anglofoni che ce l’hanno facile e si scandalizzano se non sai parlare la LORO lingua (ma non si sprecano di impararne una loro).

    Il resto sono solo stereotipi che possono essere veri nel 2% dei casi ma continuare a propagarli a partire proprio da noi stessi non fa che danneggiare l’immagine dell’italiano all’estero.

    Vivo all’estero da più di 2 anni e i maleducati non siamo solo noi. E’ vero che abbiamo i nostri difetti, siamo caciaroni e a volte facciamo le cose un po’ alla buona ma dall’altro lato siamo persone gioviali e che fanno le cose di cuore.

  3. Purtroppo molti Italiani questi comportamenti ce li hanno anche in patria, quindi non mi stupisco che li portino con loro anche quando viaggiano. Allo stesso modo ci sono anche tanti turisti educati e rispettosi. Io mi reputo (spero non erroneamente) una di loro. Cerco di comportarmi bene in Italia e ancora meglio all’estero, per evitare di sentirmi dire “ecco la solita italiana maleducata e cafona”. Purtroppo ce ne sono tanti… e rovinano la reputazioni di tutti.

  4. Condivido in toto quello che ha detto Sandro. Vivo molto tempo all’estero e devo dire che alcune cose sono vere ma eviterei di confondere la maleducazione con le differenze culturali. Mi spiego meglio: non gettare i rifiuti negli appositi contenitori é maleducazione, gesticolare mentre si parla é una diversa cultura. Probabilmente per un tedesco potrá sembrare strano l’applauso nell’aereo tanto quanto, per noi italiani, vedere il grado alcolico a cui si riduco molti tedeschi all’uscita dai bar o birrerie. Stesso dicasi per urlare in pubblico; in taluni casi é vero, in altri il nostro livello normale di discussioe civile puó apparire una discussione isterica per le orecchie di un danese. Ma questa non é maleducazione… Si chiama diversa cultura. Capitolo a parte le donne; é vero che spesso e volentieri l’italiano ci prova con tutte le donne che incontra. Questa é una nomea che ci rende spesso molto simpatici alle donne (perché i latini (come noi anche gli spagnoli e i francesi) generalmente conosono quella cosa che si chiama galanteria!) e poco o pochissimo agli uomini. Piuttosto vedo, soprattutto i giovani o giovanissimi italiani, quando sono all’estero appaiono dei veri imbranati. Non conoscono le lingue straniere, sembra che non abbiano mai visto un’altra nazione e spesso mi sembrano dei bambini ancora non cresciuti.

  5. Mi hai fatto sorridere! Io, da bravo Italiano che non si vergogna dei suoi “difetti” e della sua cultura, cerco di non snaturarmi quando viaggio, ma sempre nel rispetto delle usanze locali dei Paesi che visito. Essere “diversi” e così genuinamente Italiani anche all’estero non è da stigmatizzate, l’importante è non essere mai maleducati, offensivi e razzisti con gli abitanti del posto. Purtroppo molti Italiani in visita nei Paesi mediorientali, in Sudamerica o in Africa ancora non hanno imparato ad essere civili e rispettosi delle usanze e delle tradizioni altrui, per quanto appaiano “strane” ai nostri occhi di Occidentali.

  6. Adesso, non per fare il “classico” Italiano all’estero… ma io e un gruppo di amici ci siamo divertiti da morire a “cuccare” (o almeno a provarci) le ragazze svedesi durante il nostro viaggio di fine maturità a Stoccolma. Che belle che sono, tutte bionde e occhi chiari. Delle vere bonazze, per dirla in maniera semplice. E a loro piace l’Italiano che fa il marpione perchè gli Svedesi sono a dir poco passivi di fronte a cotanta beltà!

  7. Sinceramente forse il mio unico peccato e di gesticolare un po quando parlo e la mancia, io sinceramente non sapevo che si dovesse lasciare … se sono all’estero parlo sempre in inglese e non ho mai fatto casino , mi da un po fastidio che veniamo sempre presi in giro, e poi non mi sembra che siamo gli unici a non sforzarsi a parlare le lingue del posto .. gli americani e inglesi sono avvantaggiati perché sanno l’inglese ma per essere rispettosi dovrebbero anche loro imparare un po le altre lingue non ho ragione ?

  8. Ho vissuto al lungo all’estero e anche viaggiato in lungo e in largo in Europa per lavoro.
    L’elenco fatto è divertente ma direi che sono quasi tutti stereotipi. Ci sono le differenze culturali, che sono una cosa ma poi i comportamenti segnalati io li ho visti ovunque: mamme svedesi incapaci di controllare i propri figli, olandesi che gesticolano che neanche un napoletano, inglesi (tutti!) che non sono fluenti in nessuna lingua che non sia la loro. Detto questo, sapete qual è la sensazione che io ho sempre ogni volta che vado nei paesi scandinavi ? La sensazione di salire sulla macchina del tempo, 2015 in Italia, e scendere nel 2045 a Stoccolma: la vera differenza è la modernità (poi non è detto che il futuro sia così bello, ragazze svedesi a parte).

  9. “Parlare la lingua del posto” mi sembra una critica eccessiva. Se sai l’inglese, dovresti essere abbastanza in grado di comunicare con mezzo mondo. Non credo sia necessario imparare il finlandese se vado ad Helsinki una settimana.
    Piuttosto, un’autocritica che dovremmo farci è proprio quella di non conoscere l’inglese.

  10. Sul fatto del tono di voce è assolutamente vero, sono stato 2 mesi negli USA e vi posso garantire che quando sei ad un tavolo di un ristorante gli italiani li riconosci tutti e personalmente mi sentivo in imbarazzo io per loro, sarà anche cultura ma si può sforzarsi di essere più civili, il gesticolare invece non è (almeno in America) assolutamente considerato un fatto di maleducazione, al contrario ci fa apparire più simpatici, sul fatto della lingua mi pare che nell’articolo si generalizzi troppo, sul fatto della mancia è una questione culturale, anche i Giapponesi non danno mance perchè nella loro cultura non si usa, per i marpioni ragazzi miei fino a che si è educati tutto è lecito.

  11. Ma io mi chiedo quanto mondo tu abbia mai visto prima di scrivere certe stron..te. Giusto sarebbe fare una distinzione dalla provenienza dell’italiano in questione perché se mi si dice che un’altoatesino si comporta al pari di un napoletano mi fermo subito…forse qualche precisazione andrebbe fatta. Che in Italia ci siano usi e costumi ben differenti è palese o mi sbaglio? Faccio questa precisazione discriminatoria vista l’argomentazione fortemente discriminatoria. Ma detto ciò mi piace osservare che gente che appioppa nominognoli di ogni genere e vieta accessi a determinati luoghi inventando termini tipo “no spaghetti blues” {ossia canottiera} è proprio colui che per primo la indossa, personalmente non ne ho mai comprata una e mi vergognerei ad andarci in giro. Ma questo è uno dei tanti esempi che si possono fare, basta girare un poco il mondo, fuori dai resort?, e vedere come la così detta gente anglosassone, inavvicinabile, è talmente compressa nei propri canoni di condotta, come si comporta appena assume una birra di troppo…comportamenti che raramente ho visto tenere da un italiano. Poi se vogliamo alimentare luoghi comuni di 100 anni fa come spaghettimandolinopizza… Potremmo parlarne per ore. La differenza è nella persona non dal luogo di nascita, cominciamo ad esser fieri della nostra patria., sarebbe già un passo avanti.

    • Ciao Davide, l’educazione prima di tutto, mi raccomando. Cito testualmente: “Ma io mi chiedo quanto mondo tu abbia mai visto prima di scrivere certe stron..te”.
      Ma io mi chiedo, se ci fossimo incontrati per strada o conosciuti dal vivo, avresti argomentato usando questo linguaggio, senza conoscermi o essere in confidenza con me? Ma tralasciamo la questione e andiamo al dunque.
      Il mio blog è aperto al confronto e pubblico sempre i commenti di persone che la vedono in maniera diversa da me. Confrontarsi e ascoltare le opinioni altrui è senza dubbio un ottimo modo per scoprire nuove prospettive e nuovi punti di vista, ma non credo tu abbia letto a fondo il post in questione, non credo tu lo abbia compreso e non credo che partire dal presupposto che quello che dicano/scrivano/pensino gli altri siano “stron..te” (cito di nuovo testualmente) sia un buon modo per intavolare una discussione positiva e costruttiva.
      Ti dico la mia. Chi tende a pensare di conoscere il mondo meglio degli altri, forse perchè ha viaggiato “fuori dai resort” o ha fatto viaggi avventurosi o esotici, spesso non vede il turismo per quello che davvero è, e per come lo percepiscono i “locali”. Questo articolo riprende un tema emerso da diverse analisi del comportamento dei turisti italiani in vacanza, oltre all’articolo di Business Insider (linkato nel post, che credo tu abbia già letto) ti lascio qualche link di approfondimento, per comprendere il contesto del mio post:
      Repubblica.it
      ilSole24ore.it
      adnkronos.com
      Un caro saluto e a presto, Lucia

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